
Politica
Zona Franca Urbana? Che fine ha fatto questa opportunità per la città di Matera?
La nota del Presidente della Commissione Gestione del Territorio e Urbanistica, Giovanni Scarola
Matera - martedì 31 gennaio 2017
16.15
"C'è solo il fallimento della politica cittadina, che fine hanno fatto i soldi per Matera? Raccolgo con rinnovato stupore - si interroga l'Ing. Giovanni Scarola, Presidente Commissione Gestione del Territorio e urbanistica Comune di Matera - le dichiarazione dell'On. Latronico dopo le parole che ho ascoltato nell'ultimo consiglio comunale del Sindaco della Città di Matera, avv. De Ruggieri.
Salutare con entusiasmo l'ennesima beffa per la nostra città non può lasciarmi ora senza replica come avevo deciso di fare in consiglio. E' un lungo percorso partito nel 2009, anno della delibera Cipe di istituzione delle 22 zone franche urbane (ora ZES) , con cui nella Città di Matera è stata riconosciuta un'area, pari al 30% della superficie comunale ma in cui sono localizzate l'80% delle attività economiche, oggetto di defiscalizzazione, appunto ZFU o ZES. Le Zone Franche o Zes si riferiscono ad una zona geografica ben definita, nella quale le aziende esistenti e di nuova istituzione, che rispettano determinate caratteristiche, possono usufruire di notevoli agevolazioni in termini di tassazione dei redditi e di tassazione del costo del lavoro, con la finalità di sensibilizzare lo sviluppo locale, incentivando le assunzioni a tempo indeterminato e dando un po' di ossigeno a zone molto depresse. Le zone furono individuate – prosegue Scarola - come già indicato, dal CIPE con avviso pubblico sulla base di alcuni parametri quali l'estensione, il numero di imprese, il tasso medio di occupazione, il tasso di disoccupazione giovanile e molti altri.
L'area franca urbana Matera, che già esiste, occorre ricordare, comprende la parte più sostanziale del tessuto produttivo della Città di Matera: l'area industriale di Serritello la Valle, i quartieri di Serra Rifusa, san Giacomo, via Gravina fino ai due Paip, il Borgo e l'Area Industriale la Martella. Le agevolazioni si sostanziano in esenzione dalla tassazione del reddito per i primi 5 anni, esenzione dal versamento contributivo per i primi 5 anni per gli assunti a tempo indeterminato e esenzione dall'IMU. Dopo un iter durato 5 anni - continua Scarola - finalmente nel 2014 il Ministero emanò gli avvisi per il finanziamento escludendo però le città situate in regioni fuori obiettivo convergenza. Matera fu quindi esclusa. Inizio quindi un serrato e feroce confronto con il Ministero dello Sviluppo economico, coordinato anche dall'Anci , con cui ad ottobre 2014 finalmente, con la legge 89/2014, le città escluse dall'avviso 2014 sono state riammesse alla possibilità di finanziamento delle loro aree franche grazie allo stanziamento previsto nel D.L.66/2014. Fu premiato un duro lavoro svolto nel corso nel 2014 che trovò , nella legge di Stabilità 2016, accolta l'ulteriore richiesta delle risorse necessarie. Infatti con il comma 603 dell'art.1 della legge n.208 del 28 dicembre 2015 (stabilità 2016) che riporto integralmente Matera fu ammessa alle agevolazioni: - 603. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 12 e 13-bis del decreto-legge 19 giugno 2015; - n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, le risorse disponibili sull'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 22-bis del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, sono destinate al finanziamento delle agevolazioni nelle sole zone franche urbane individuate dalla delibera CIPE n. 14/2009 dell'8 maggio 2009 ricadenti nelle regioni non comprese nell'obiettivo «Convergenza».
Nell'allegata tabella E della stessa stabilità 2016 erano disponibili per il 2016, per le 10 città escluse dal bando 2014 , 30 milioni e quindi 3.000.000 di euro per la sola città di Matera. La città di Matera aspettava quindi l'avviso ministeriale nel 2016. Di questo in commissione consiliare durante il 2016 avevo sollecitato l'assessore alle attività produttive e in Consiglio piu volte il Sindaco ad adoperarsi. Chiedo – conclude Scarola - all'on. Latronico, che comunque ringrazio per la sensibilità dimostrata verso il Comune di Matera, di interrogare il governo affinchè spieghi perché il direttore generale del Ministero delle Attività Produttive, il dott. Sappino (mi piace essere preciso), non ha assunto il decreto direttoriale per l'utilizzo delle risorse per Matera di cui alla legge di stabilità 2016. Esultare oggi per la Zes mi pare solo l'ennesima beffa. Anche perché c'è l'emendamento e le risorse? Defiscalizzare significa che lo Stato deve mettere sul campo le risorse delle minori entrare che comunque l'Agenzia delle Entrate prima ed Equitalia dopo chiederanno alle imprese. Mi pare che il disco gira ripartendo dall'inizio per arrivare di nuovo al nulla".
Salutare con entusiasmo l'ennesima beffa per la nostra città non può lasciarmi ora senza replica come avevo deciso di fare in consiglio. E' un lungo percorso partito nel 2009, anno della delibera Cipe di istituzione delle 22 zone franche urbane (ora ZES) , con cui nella Città di Matera è stata riconosciuta un'area, pari al 30% della superficie comunale ma in cui sono localizzate l'80% delle attività economiche, oggetto di defiscalizzazione, appunto ZFU o ZES. Le Zone Franche o Zes si riferiscono ad una zona geografica ben definita, nella quale le aziende esistenti e di nuova istituzione, che rispettano determinate caratteristiche, possono usufruire di notevoli agevolazioni in termini di tassazione dei redditi e di tassazione del costo del lavoro, con la finalità di sensibilizzare lo sviluppo locale, incentivando le assunzioni a tempo indeterminato e dando un po' di ossigeno a zone molto depresse. Le zone furono individuate – prosegue Scarola - come già indicato, dal CIPE con avviso pubblico sulla base di alcuni parametri quali l'estensione, il numero di imprese, il tasso medio di occupazione, il tasso di disoccupazione giovanile e molti altri.
L'area franca urbana Matera, che già esiste, occorre ricordare, comprende la parte più sostanziale del tessuto produttivo della Città di Matera: l'area industriale di Serritello la Valle, i quartieri di Serra Rifusa, san Giacomo, via Gravina fino ai due Paip, il Borgo e l'Area Industriale la Martella. Le agevolazioni si sostanziano in esenzione dalla tassazione del reddito per i primi 5 anni, esenzione dal versamento contributivo per i primi 5 anni per gli assunti a tempo indeterminato e esenzione dall'IMU. Dopo un iter durato 5 anni - continua Scarola - finalmente nel 2014 il Ministero emanò gli avvisi per il finanziamento escludendo però le città situate in regioni fuori obiettivo convergenza. Matera fu quindi esclusa. Inizio quindi un serrato e feroce confronto con il Ministero dello Sviluppo economico, coordinato anche dall'Anci , con cui ad ottobre 2014 finalmente, con la legge 89/2014, le città escluse dall'avviso 2014 sono state riammesse alla possibilità di finanziamento delle loro aree franche grazie allo stanziamento previsto nel D.L.66/2014. Fu premiato un duro lavoro svolto nel corso nel 2014 che trovò , nella legge di Stabilità 2016, accolta l'ulteriore richiesta delle risorse necessarie. Infatti con il comma 603 dell'art.1 della legge n.208 del 28 dicembre 2015 (stabilità 2016) che riporto integralmente Matera fu ammessa alle agevolazioni: - 603. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 12 e 13-bis del decreto-legge 19 giugno 2015; - n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, le risorse disponibili sull'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 22-bis del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, sono destinate al finanziamento delle agevolazioni nelle sole zone franche urbane individuate dalla delibera CIPE n. 14/2009 dell'8 maggio 2009 ricadenti nelle regioni non comprese nell'obiettivo «Convergenza».
Nell'allegata tabella E della stessa stabilità 2016 erano disponibili per il 2016, per le 10 città escluse dal bando 2014 , 30 milioni e quindi 3.000.000 di euro per la sola città di Matera. La città di Matera aspettava quindi l'avviso ministeriale nel 2016. Di questo in commissione consiliare durante il 2016 avevo sollecitato l'assessore alle attività produttive e in Consiglio piu volte il Sindaco ad adoperarsi. Chiedo – conclude Scarola - all'on. Latronico, che comunque ringrazio per la sensibilità dimostrata verso il Comune di Matera, di interrogare il governo affinchè spieghi perché il direttore generale del Ministero delle Attività Produttive, il dott. Sappino (mi piace essere preciso), non ha assunto il decreto direttoriale per l'utilizzo delle risorse per Matera di cui alla legge di stabilità 2016. Esultare oggi per la Zes mi pare solo l'ennesima beffa. Anche perché c'è l'emendamento e le risorse? Defiscalizzare significa che lo Stato deve mettere sul campo le risorse delle minori entrare che comunque l'Agenzia delle Entrate prima ed Equitalia dopo chiederanno alle imprese. Mi pare che il disco gira ripartendo dall'inizio per arrivare di nuovo al nulla".