Voglio la mamma, presentato il libro di Mario Adinolfi

Aborto, eutanasia, omogenitorialità, uteri in affitto, sono i temi caldi che ha affrontato Mario Adinolfi, giornalista e conduttore radiotelevisivo, nel corso della presentazione del suo libro "Voglio la mamma, da sinistra contro i falsi miti di progresso".

Mirko De Carli, presidente nazionale di Innovatori democratici, e Nunzio Lionetti, responsabile di Innovatori democratici di Matera, hanno introdotto l'incontro con la proiezione di un video intitolato "Secondo me la donna", un discorso di Giorgio Gaber, che ha risaltato l'importanza della presenza sulla terra dell'uomo e della donna: "L'universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c'è futuro".

Contro la sinistra tradizionale che afferma "la libertà di abortire e la dolce morte" si schiera lo scrittore, ex parlamentare del partito democratico, che racconta: "La verità è che siamo tutti nati da incontri di uomini e donne, ma nella società odierna non lo si può più affermare. Cosa avviene oggi? La trasformazione delle persone in prodotti, come merce di scambio. Gli esempi sono molteplici: il caso degli uteri in affitto, aborto, eutanasia infantile". Tutte queste pratiche portano ad una riflessione consequenziale: "Se le persone sono cose, si risponde alla logica terribile della loro soppressione".

Adinolfi coglie l'occasione di rispondere agli attacchi delle persone che lo definiscono 'omofobo' per un capitolo del suo libro contro il matrimonio omosessuale: "Sui social network vengo accusato di odio omofobo, ma non è così. Per me il matrimonio è tra un uomo ed una donna, questo è stato per millenni. Non discrimino nessuno".

Poi passa a numeri non indifferenti: "Nell'anno 2012 sono stati stimati 106.000 aborti, grazie alla legge 194 che con la 'bacchetta magica' pone una linea di demarcazione, tra chi è persona e chi non lo è. Riguardo l'eutanasia legale presente in Belgio, Olanda e Lussemburgo, sono avvenute 20.000 soppressioni l'anno, di cui 10.000 non hanno firmato il documento di richiesta per staccare la spina".

E conclude in modo assertivo: "I figli non si pagano. Se noi creiamo una crepa su questo concetto, mettiamo a rischio il mondo che affidiamo ai nostri figli. Noi diciamo con grande fermezza: le persone non sono cose, i figli non si pagano, gli uteri non si affittano, i malati non si annullano. Dobbiamo accogliere i più deboli con amore e cura".