Residence Città del Catalano
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Territorio

Villaggio turistico Città del Catalano: fine di un incubo

Nessuna lottizzazione abusiva da parte della società. La struttura restituita ai proprietari

A quasi dieci anni dall'apposizione dei sigilli sul colosso immobiliare di Castellaneta Marina e a quattro anni dalla confisca disposta dal Tribunale di Taranto, si è conclusa la vicenda del complesso turistico Città del Catalano.
La corte di appello di Taranto, ha ribaltato la storia giudiziaria disponendo la restituzione della struttura che si articola su circa 100.000 metri quadrati di terreno e 300 ville, di cui 250 costruite dalla società Turismo Ionico Europa srl (TIE srl), l'impresa proprietaria del complesso.

"La Corte di Appello di Taranto, accogliendo l'appello della TIE - spiega l'avvocato Nicola Clemente del foro di Bari, difensore della società - con sentenza del 5 aprile 2017 ha derubricato il contestato reato di lottizzazione in semplice inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive (reato punibile con una pena pecuniaria) per il quale non è prevista la confisca e dichiarando lo stesso reato prescritto".
La Corte di Appello, quindi, ha eliminato la confisca disposta in primo grado a carico della T.I.E. S.r.l., che finalmente può riappropriarsi in toto del proprio complesso nella certezza acclarata che non vi è stata lottizzazione abusiva.
Si conclude così una vicenda iniziata nel 2007, con il sequestro del complesso turistico per presunti reati contro il paesaggio e l'ambiente. Nel 2013 con la prima sentenza del Tribunale di Taranto fu disposta la condanna della società e la relativa confisca dei beni, con l'accoglimento delle domande formulate dalle parti civili nei confronti della TIE srl.

Infine la sentenza della Corte di Appello di Taranto dello scorso 5 aprile ha disposto la rimozione della contestazione di lottizzazione abusiva e il ritiro della confisca.
Con la sentenza citata, la Corte ha risolto anche la vicenda giudiziaria personale degli imputati Liborio Dibattista, amministratore della TIE all'epoca dei fatti, e Pasquale D'Alò funzionario dell'Ufficio tecnico del Comune di Castellaneta, difesi rispettivamente dagli avvocati Franz Pesare e dagli avvocati Giuseppe Chielli e Antonio Raffo del foto di Taranto, che hanno ricevuto giustizia in particolare con l'assoluzione dal reato di abuso d'ufficio.

La società TIE srl Gruppo Dibattista ringrazia "con infinita stima gli avvocati Nicola Clemente e Franz Pesare che hanno magistralmente seguito la vicenda".
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