Vita di città
Vico Piave, iniziata la protesta dei residenti
"Non andremo via fino a quando non avremo risposte concrete"
Matera - sabato 8 febbraio 2014
08.30
Una battaglia persa, ma tanta voglia di vincere una guerra. I residenti di vico Piave, si sentono dimenticati, ma non si arrendono alla perdita della casa, dei propri affetti e ricordi, ad una vita vissuta per costruire l'idillio crollato assieme al palazzo che ha tragicamente portato anche via una vita, quella di Antonella.
Così, insieme, uniti, cementificati nei rapporti come il tanto caro vicinato della città dei Sassi ricorda, hanno deciso di unire le forze, quelle residue, quelle che si tirano fuori nelle situazioni più difficili, ed iniziare una protesta convinta e decisa, la permanenza giorno e notte a presidio di vico Piave. Così, sono tornati nel loro caro vico Piave, o quantomeno sul ciglio dell'inaccessibile luogo della tragedia di un mese fa, sotto sequestro, ed iniziare a protestare contro le Istituzioni, che pare li abbiano abbandonati, restando li notte e giorno sino a quando non otterranno le risposte che cercano.
"Siamo rimasti soli - dicono insieme - appena si sono spenti i fari sulla tragedia, anche la considerazione nei nostri confronti è svanita. Siamo ormai da un mese costretti a vivere in maniera arrangiata, senza una sicurezza sia nel breve che nel lungo periodo. Le tante promesse ricevute dinanzi ai media sono sparite assieme alle telecamere".
Le sistemazioni di fortuna, tra istituti ecclesiastici e parenti vari, iniziano a non poter più soddisfare le esigenze delle, almeno 8 famiglie, che cercano di tornare alla normalità della vita quotidiana, quella quotidianità svanita assieme ai loro sogni, ai loro progetti e alla propria casa.
Il primo passo dell'amministrazione, quello di abolire le tasse locali alle famiglie di vico Piave è stato importante, ma non è sufficiente. Serve continuare su questa strada e non dimenticarli. Tra le promesse c'era anche quello del contributo sugli affitti, si parlava di 600 euro a famiglia, ma questa scelta è ancora latitante. Le banche, intanto, richiedono i pagamenti dei mutui e la situazione, per tutti, resta di forte disagio.
Intanto siamo al secondo giorno di protesta, e siccome risposte ancora non ne arrivano, saranno ancora altri i giorni al freddo, per combattere una battaglia che non può essere solamente quella di otto famiglie, ma deve coinvolgere davvero tutti, ognuno nella propria responsabilità e nel proprio ruolo.
Così, insieme, uniti, cementificati nei rapporti come il tanto caro vicinato della città dei Sassi ricorda, hanno deciso di unire le forze, quelle residue, quelle che si tirano fuori nelle situazioni più difficili, ed iniziare una protesta convinta e decisa, la permanenza giorno e notte a presidio di vico Piave. Così, sono tornati nel loro caro vico Piave, o quantomeno sul ciglio dell'inaccessibile luogo della tragedia di un mese fa, sotto sequestro, ed iniziare a protestare contro le Istituzioni, che pare li abbiano abbandonati, restando li notte e giorno sino a quando non otterranno le risposte che cercano.
"Siamo rimasti soli - dicono insieme - appena si sono spenti i fari sulla tragedia, anche la considerazione nei nostri confronti è svanita. Siamo ormai da un mese costretti a vivere in maniera arrangiata, senza una sicurezza sia nel breve che nel lungo periodo. Le tante promesse ricevute dinanzi ai media sono sparite assieme alle telecamere".
Le sistemazioni di fortuna, tra istituti ecclesiastici e parenti vari, iniziano a non poter più soddisfare le esigenze delle, almeno 8 famiglie, che cercano di tornare alla normalità della vita quotidiana, quella quotidianità svanita assieme ai loro sogni, ai loro progetti e alla propria casa.
Il primo passo dell'amministrazione, quello di abolire le tasse locali alle famiglie di vico Piave è stato importante, ma non è sufficiente. Serve continuare su questa strada e non dimenticarli. Tra le promesse c'era anche quello del contributo sugli affitti, si parlava di 600 euro a famiglia, ma questa scelta è ancora latitante. Le banche, intanto, richiedono i pagamenti dei mutui e la situazione, per tutti, resta di forte disagio.
Intanto siamo al secondo giorno di protesta, e siccome risposte ancora non ne arrivano, saranno ancora altri i giorni al freddo, per combattere una battaglia che non può essere solamente quella di otto famiglie, ma deve coinvolgere davvero tutti, ognuno nella propria responsabilità e nel proprio ruolo.