Cronaca
Vico Piave, analisi su campioni di tufo
Le perizie continuano con l'esame di materiale prelevato dalla palazzina crollata
Matera - martedì 3 giugno 2014
08.30
Continuano le verifiche riguardanti il crollo della palazzina di Vico Piave avvenuto quasi cinque mesi fa. Si procede ora allo studio di campioni di tufo.
Dopo la rimozione delle macerie e l'esecuzione delle perizie sul luogo del crollo da parte della Procura e dei periti di parte delle famiglie colpite, la prossima fase di studio sarà incentrata sulle analisi di laboratorio su campioni di tufo prelevati dalla struttura della palazzina di Vico Piave. Ad occuparsi di tali analisi saranno i tecnici incaricati dalla Procura della Repubblica di Matera.
Era l'11 gennaio 2014 quando alle ore 8 del mattino la città fu scossa da un terribile accaduto, il cedimento di una palazzina sita in Vico Piave. Nel crollo perse la vita la giovane Antonella Favale e a distanza di due mesi l'ingegnere comunale Nicola Oreste, inizialmente trovato vivo dopo essere sopravvissuto per ben 13 ore sotto le macerie. Mentre una terza persona, Sara Elia, fu fortunatamente salvata tra le macerie tre ore dopo il crollo.
Dopo due settimane dal crollo, la Procura della Repubblica di Matera aprì un'indagine per disastro ed omicidio colposo, coordinata dal pubblico ministero, Annunziata Cazzetta, iscrivendo nel registro degli indagati 12 persone, tra cui proprio l'ingegnere Oreste e sua moglie Ornella Cianfrone. Inoltre, i due tecnici dei vigili del fuoco Domenico Masciandaro e Maddalena Lisanti, l'ingegnere Emanuele Lamacchia Acito, tecnico del Comune di Matera e redattore del verbale dopo il sopralluogo del 23 dicembre 2013, la dirigente ai lavori pubblici del Comune, Delia Maria Tomaselli, il proprietario del locale sottostante il palazzo oggetto di riqualificazione per realizzare un ristorante-pizzeria, Nicola Andrisani, il progettista dei lavori, l'architetto Rossella Bisceglie, l'autore dei calcoli statici nel cantiere, l'ingegnere Francesco Paolo Luceri, il titolare dell'impresa esecutrice dei lavori, Rieco, Emanuele Taccardi, il direttore del cantiere Francesco Paolo Andrisani e il collaudatore dei lavori, l'ingegnere Vincenzo Andrisani.
Oltre ai 12 indagati, il provvedimento fu notificato anche ad altre 42 persone, considerate parti lese nell'inchiesta tra i parenti delle vittime del crollo, proprietari ed affittuari, oltre al Comune di Matera. E pochi giorni dopo fu anche nominato un pool di periti tecnici d'ufficio per indagare sulle cause del cedimento strutturale, tra cui il professionista barese Michele Colella e Caterina Di Maio, docente di Geotecnica presso l'Università degli Studi della Basilicata e ingegneri strutturisti e tecnici delle costruzioni.
Dopo la rimozione delle macerie e l'esecuzione delle perizie sul luogo del crollo da parte della Procura e dei periti di parte delle famiglie colpite, la prossima fase di studio sarà incentrata sulle analisi di laboratorio su campioni di tufo prelevati dalla struttura della palazzina di Vico Piave. Ad occuparsi di tali analisi saranno i tecnici incaricati dalla Procura della Repubblica di Matera.
Era l'11 gennaio 2014 quando alle ore 8 del mattino la città fu scossa da un terribile accaduto, il cedimento di una palazzina sita in Vico Piave. Nel crollo perse la vita la giovane Antonella Favale e a distanza di due mesi l'ingegnere comunale Nicola Oreste, inizialmente trovato vivo dopo essere sopravvissuto per ben 13 ore sotto le macerie. Mentre una terza persona, Sara Elia, fu fortunatamente salvata tra le macerie tre ore dopo il crollo.
Dopo due settimane dal crollo, la Procura della Repubblica di Matera aprì un'indagine per disastro ed omicidio colposo, coordinata dal pubblico ministero, Annunziata Cazzetta, iscrivendo nel registro degli indagati 12 persone, tra cui proprio l'ingegnere Oreste e sua moglie Ornella Cianfrone. Inoltre, i due tecnici dei vigili del fuoco Domenico Masciandaro e Maddalena Lisanti, l'ingegnere Emanuele Lamacchia Acito, tecnico del Comune di Matera e redattore del verbale dopo il sopralluogo del 23 dicembre 2013, la dirigente ai lavori pubblici del Comune, Delia Maria Tomaselli, il proprietario del locale sottostante il palazzo oggetto di riqualificazione per realizzare un ristorante-pizzeria, Nicola Andrisani, il progettista dei lavori, l'architetto Rossella Bisceglie, l'autore dei calcoli statici nel cantiere, l'ingegnere Francesco Paolo Luceri, il titolare dell'impresa esecutrice dei lavori, Rieco, Emanuele Taccardi, il direttore del cantiere Francesco Paolo Andrisani e il collaudatore dei lavori, l'ingegnere Vincenzo Andrisani.
Oltre ai 12 indagati, il provvedimento fu notificato anche ad altre 42 persone, considerate parti lese nell'inchiesta tra i parenti delle vittime del crollo, proprietari ed affittuari, oltre al Comune di Matera. E pochi giorni dopo fu anche nominato un pool di periti tecnici d'ufficio per indagare sulle cause del cedimento strutturale, tra cui il professionista barese Michele Colella e Caterina Di Maio, docente di Geotecnica presso l'Università degli Studi della Basilicata e ingegneri strutturisti e tecnici delle costruzioni.