Vita di città
Urbanistica a Matera, De Ruggieri dice la sua
Ex sindaco difende scelte durante il suo mandato
Matera - martedì 26 gennaio 2021
12.00
"Su una rivista del 15 gennaio 2021 leggo: "… al centro di San Francisco c'è un nuovo parco. Ci vivono 600 alberi e 16.000 piante… questo giardino pubblico offre viali alberati, file di panchine, prati fioriti, giochi di acqua e fontane, una bella area di giochi per bambini. E' una vera oasi in mezzo alla città. E pensare che si trova sul tetto della nuova stazione di San Francisco!".
Questo l'inizio della lettera aperta scritta dall'ex sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri che intende dare il proprio contributo al dibattito sulle scelte urbanistiche a Matera. La lettera poi continua:
La esigenza del nostro tempo di reperire aree urbane da destinare a "verde pubblico" ha convinto la Sindaca di Parigi, Anne Hidalgo a trasformare gli Champs-élysées in un grande spazio verde, attualizzando lo storico luogo progettato da giganti dell'organizzazione urbana come André Le Nôtre e Gorge Eugéne Haussmann. Il progetto, del costo di 250 milioni di euro, punta a modificare l'emblematico viale parigino in una straordinaria area pedonale, ricca di giardini. Come ha dichiarato la prima cittadina della capitale francese l'intenzione è di mutare il viale in "un giardino straordinario" di cui una parte sarà pronta per le Olimpiadi del 2024, mentre il termine dei lavori è previsto per il 2030.
Non si è in presenza di improvvisazioni o di "isterie" progettuali, bensì di progetti coerenti con l'attuale cultura della città ormai orientata verso un nuovo modello basato sulla centralità dell'uomo e del suo benessere. In tale contesto la organizzazione di spazi pubblici aperti assume un valore strategico perché le piazze, i parchi, le aree verdi, sono i nuovi open space e diventano, quindi, veri e propri luoghi di aggregazione e di integrazione per una comunità chiamata a vivere e a fruire spazi aperti in modo responsabile, consapevole e sostenibile.
Il Parco intergenerazionale della Visitazione, esteso circa due ettari e posto nel cuore della città, fu intuito nel lontano 1998 e proposto come progetto nel mio programma elettorale del 2015, anticipando in tal modo l'attuale indirizzo di rigenerazione urbana volto a fissare superfici libere da destinare all'arricchimento sociale.
Per questa ragione è stato coinvolto Stefano Boeri, l'architetto "green", il quale ha accettato di attuare un simile progetto che ha escluso ogni pesantezza costruttiva e ha esaltato il collante sociale rappresentato dal verde pubblico. L'unico manufatto, rappresentato dalla ineliminabile stazione perché fulcro della programmata "metrotramvia dei Sassi", si pone come un luogo aperto colloquiante con il parco. Sarà un'altra specifica connotazione di Matera poiché non è usuale l'ubicazione di una stazione nel cuore di un parco cittadino. Non consapevoli di tali tensioni progettuali e degli attuali scenari delle città del futuro alcuni locali "ragionieri dell'urbanistica", urlando al disastro, continuano a far di conto con formule estinte e con autoreferenziali algoritmi, sindacando negativamente le attuali opere di riconnessione urbana, riproponendo sterili litanie figlie di non approfondite valutazioni.
Il Parco della Visitazione non sarà, come erroneamente si sostiene, un centro civico, ma un luogo di aggregazione e di integrazione, dove sarà possibile esprimere un nuovo stile di vita sostenibile. L'affidamento del progetto a un autorevole architetto è la continuità rispettosa della nostra tradizione laboratoriale certificata dalle opere di altri illustri progettisti. Ridurre il tutto alla contestazione di una pensilina proposta da questo noto architetto e al malinconico amarcord di lontani concorsi internazionali che prevedevano la cementificazione del luogo è fuorviante e incoerente con gli stessi valori di cui gli "apostoli" dei mutamenti a Mezzogiorno si sentono portatori.
In questa caccia agli errori costoro si rattrappiscono dentro i margini sterili della nuda declamazione, elevando soggettive, ingenerose e calunniose censure alla dignità architettonica dei manufatti. Ignorano, in maniera eclatante, che lo spostamento della "Torraca" è prioritariamente imposto dalla esigenza di aggregare in un unico comparto educativo l'intera filiera scolastica dell'area, dall'asilo nido alla scuola secondaria, in spazi ricchi di verde ove garantire il valore delle relazioni tra alunni e docenti, fuori dai recinti delle aule, cosa impossibile nell'attuale precaria e autarchica "casamatta" ospitante la "Torraca", con l'unico accesso a ridosso di un pesante snodo viario.
Quanto al manufatto proposto da Luigi Piccinato negli anni '50 come mercato rionale di Serra Venerdì è necessario ricordare che non fu mai inaugurato e mai utilizzato. La successiva destinazione a centrale del latte ne ha comportato una sostanziale alterazione, con l'apertura di ingressi per automezzi e la costruzione di ingombranti piani di carico e scarico. E' rimasto ben poco dell'originale progetto, sia dal punto di vista concettuale che da quello architettonico, ed oggi l'edificio è una disgregata e pericolosa struttura che ospita la tragica disperazione di uomini e donne diseredati. La memoria non può produrre la idolatria di incomposti feticci.
La ubicazione della Casa delle Tecnologie emergenti ha rispettato il principio del policentrismo imposto dalla nuova organizzazione urbana che invita a non accentrare tutti i servizi in un luogo. La struttura aveva anche bisogno di un terreno libero dove l'Unibas realizzerà il "Parco delle Tecnologie" e i 7000 mq liberi di proprietà comunale sono risultati essenziali per tale scelta, apprezzata dai responsabili del MISE, dell'Unibas, del CNR e del Politecnico di Bari, futuri fruitori di tale struttura avveniristica. L'Università degli Studi della Basilicata non è stata un convitato di pietra perché coinvolta in questa stimolante scelta urbanistica, che conferma l'attuale destinazione a verde dell'ampia superficie, sottraendola ad uno spaventoso carico di cubature edilizie del previsto mercato rionale.
Altro che un uomo solo al comando e altro che brutta architettura. Per singolare coincidenza sarà la via Ettore Majorana ad ospitare il centro materano della innovazione e della tecnologia, posto a ridosso di un ampio e muto quartiere residenziale. Quando, nell'intervallo lavorativo i ricercatori del CNR, del Politecnico di Bari, e dell'Unibas, nonché le giovani start-up presenti, invaderanno Piazza degli Olmi e le strade viciniori il quartiere recupererà valori sociali e valori culturali, e godrà della vittoria di tale scelta.
Sono, quindi, interventi in linea con i nuovi canoni dell'urbanistica mondiale e sono l'esempio, per quanto riguarda i nuovi nobili edifici, di opportune "agopunture urbane" da inserire nel corpo urbano come tonificante terapia. Ai solerti "torquemada" si chiede quindi anche il rispetto di proposte vissute e tradotte in progetti diretti a ricucire la città, approvati, dopo riflessioni e lunghi confronti, dal parlamento comunale, espressione dell'intera comunità e soggetto pubblico detentore istituzionale della competenza in materia di urbanistica.
Questo l'inizio della lettera aperta scritta dall'ex sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri che intende dare il proprio contributo al dibattito sulle scelte urbanistiche a Matera. La lettera poi continua:
La esigenza del nostro tempo di reperire aree urbane da destinare a "verde pubblico" ha convinto la Sindaca di Parigi, Anne Hidalgo a trasformare gli Champs-élysées in un grande spazio verde, attualizzando lo storico luogo progettato da giganti dell'organizzazione urbana come André Le Nôtre e Gorge Eugéne Haussmann. Il progetto, del costo di 250 milioni di euro, punta a modificare l'emblematico viale parigino in una straordinaria area pedonale, ricca di giardini. Come ha dichiarato la prima cittadina della capitale francese l'intenzione è di mutare il viale in "un giardino straordinario" di cui una parte sarà pronta per le Olimpiadi del 2024, mentre il termine dei lavori è previsto per il 2030.
Non si è in presenza di improvvisazioni o di "isterie" progettuali, bensì di progetti coerenti con l'attuale cultura della città ormai orientata verso un nuovo modello basato sulla centralità dell'uomo e del suo benessere. In tale contesto la organizzazione di spazi pubblici aperti assume un valore strategico perché le piazze, i parchi, le aree verdi, sono i nuovi open space e diventano, quindi, veri e propri luoghi di aggregazione e di integrazione per una comunità chiamata a vivere e a fruire spazi aperti in modo responsabile, consapevole e sostenibile.
Il Parco intergenerazionale della Visitazione, esteso circa due ettari e posto nel cuore della città, fu intuito nel lontano 1998 e proposto come progetto nel mio programma elettorale del 2015, anticipando in tal modo l'attuale indirizzo di rigenerazione urbana volto a fissare superfici libere da destinare all'arricchimento sociale.
Per questa ragione è stato coinvolto Stefano Boeri, l'architetto "green", il quale ha accettato di attuare un simile progetto che ha escluso ogni pesantezza costruttiva e ha esaltato il collante sociale rappresentato dal verde pubblico. L'unico manufatto, rappresentato dalla ineliminabile stazione perché fulcro della programmata "metrotramvia dei Sassi", si pone come un luogo aperto colloquiante con il parco. Sarà un'altra specifica connotazione di Matera poiché non è usuale l'ubicazione di una stazione nel cuore di un parco cittadino. Non consapevoli di tali tensioni progettuali e degli attuali scenari delle città del futuro alcuni locali "ragionieri dell'urbanistica", urlando al disastro, continuano a far di conto con formule estinte e con autoreferenziali algoritmi, sindacando negativamente le attuali opere di riconnessione urbana, riproponendo sterili litanie figlie di non approfondite valutazioni.
Il Parco della Visitazione non sarà, come erroneamente si sostiene, un centro civico, ma un luogo di aggregazione e di integrazione, dove sarà possibile esprimere un nuovo stile di vita sostenibile. L'affidamento del progetto a un autorevole architetto è la continuità rispettosa della nostra tradizione laboratoriale certificata dalle opere di altri illustri progettisti. Ridurre il tutto alla contestazione di una pensilina proposta da questo noto architetto e al malinconico amarcord di lontani concorsi internazionali che prevedevano la cementificazione del luogo è fuorviante e incoerente con gli stessi valori di cui gli "apostoli" dei mutamenti a Mezzogiorno si sentono portatori.
In questa caccia agli errori costoro si rattrappiscono dentro i margini sterili della nuda declamazione, elevando soggettive, ingenerose e calunniose censure alla dignità architettonica dei manufatti. Ignorano, in maniera eclatante, che lo spostamento della "Torraca" è prioritariamente imposto dalla esigenza di aggregare in un unico comparto educativo l'intera filiera scolastica dell'area, dall'asilo nido alla scuola secondaria, in spazi ricchi di verde ove garantire il valore delle relazioni tra alunni e docenti, fuori dai recinti delle aule, cosa impossibile nell'attuale precaria e autarchica "casamatta" ospitante la "Torraca", con l'unico accesso a ridosso di un pesante snodo viario.
Quanto al manufatto proposto da Luigi Piccinato negli anni '50 come mercato rionale di Serra Venerdì è necessario ricordare che non fu mai inaugurato e mai utilizzato. La successiva destinazione a centrale del latte ne ha comportato una sostanziale alterazione, con l'apertura di ingressi per automezzi e la costruzione di ingombranti piani di carico e scarico. E' rimasto ben poco dell'originale progetto, sia dal punto di vista concettuale che da quello architettonico, ed oggi l'edificio è una disgregata e pericolosa struttura che ospita la tragica disperazione di uomini e donne diseredati. La memoria non può produrre la idolatria di incomposti feticci.
La ubicazione della Casa delle Tecnologie emergenti ha rispettato il principio del policentrismo imposto dalla nuova organizzazione urbana che invita a non accentrare tutti i servizi in un luogo. La struttura aveva anche bisogno di un terreno libero dove l'Unibas realizzerà il "Parco delle Tecnologie" e i 7000 mq liberi di proprietà comunale sono risultati essenziali per tale scelta, apprezzata dai responsabili del MISE, dell'Unibas, del CNR e del Politecnico di Bari, futuri fruitori di tale struttura avveniristica. L'Università degli Studi della Basilicata non è stata un convitato di pietra perché coinvolta in questa stimolante scelta urbanistica, che conferma l'attuale destinazione a verde dell'ampia superficie, sottraendola ad uno spaventoso carico di cubature edilizie del previsto mercato rionale.
Altro che un uomo solo al comando e altro che brutta architettura. Per singolare coincidenza sarà la via Ettore Majorana ad ospitare il centro materano della innovazione e della tecnologia, posto a ridosso di un ampio e muto quartiere residenziale. Quando, nell'intervallo lavorativo i ricercatori del CNR, del Politecnico di Bari, e dell'Unibas, nonché le giovani start-up presenti, invaderanno Piazza degli Olmi e le strade viciniori il quartiere recupererà valori sociali e valori culturali, e godrà della vittoria di tale scelta.
Sono, quindi, interventi in linea con i nuovi canoni dell'urbanistica mondiale e sono l'esempio, per quanto riguarda i nuovi nobili edifici, di opportune "agopunture urbane" da inserire nel corpo urbano come tonificante terapia. Ai solerti "torquemada" si chiede quindi anche il rispetto di proposte vissute e tradotte in progetti diretti a ricucire la città, approvati, dopo riflessioni e lunghi confronti, dal parlamento comunale, espressione dell'intera comunità e soggetto pubblico detentore istituzionale della competenza in materia di urbanistica.