Vita di città
Uomini e donne in marcia a piedi scalzi
Anche Matera tende la mano ai profughi
Matera - venerdì 11 settembre 2015
20.27
Anche a Matera uomini e donne a piedi nudi in marcia verso un mondo più accogliente ed aperto ad ogni tipo di diversità. Razziale, religiosa e sessuale.
La marcia degli scalzi è la manifestazione di solidarietà in favore dei rifugiati politici organizzata oggi in tutta Italia. Più di 60 le città che hanno aderito all'iniziativa da nord a sud, tra queste Milano, Roma, Napoli, Bologna, Palermo, Bari. Una lunga lista cui non poteva mancare il nome della Capitale Europea della Cultura 2019.
A Matera il corteo è partito alle ore 18.30 da piazza Vittorio Veneto dove si sono radunate le numerose associazioni che hanno aderito all'iniziativa insieme ad esponenti politici del territorio, sindacati e semplici cittadini. In prima fila gli immigrati ospiti del C.A.R.A. (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Matera e dei paesi limitrofi con lo striscione che riporta i colori della pace e candele bianche in mano simbolo di fratellanza. Insieme a loro centinaia di cittadini e più di 50 associazioni a cui si sono uniti Filippo Bubbico, viceministro dell'interno, Roberto Cifarelli, capogruppo PD in consiglio regionale, Marta Ragozzino, soprintendente per i beni storico, artistici e etnoantropologici della Basilicata, Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, e poi ancora tantissimi esponenti della vita culturale cittadina.
Presente anche Salvatore Adduce, capogruppo del PD cittadino, che ha dichiarato: "Partecipo sia come cittadino che come rappresentante del Partito democratico in Consiglio comunale di Matera. E nella prima seduta del Consiglio comunale proporrò un ordine del giorno con cui si impegna il Comune di Matera a creare le condizioni per offrire la migliore accoglienza possibile a chi scappa dalle guerre".
Tutti rigorosamente senza scarpe per lanciare un messaggio di pace e fratellanza, per dire no "ai muri della "Fortezza Europa" e chiedere la certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature, accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa, superando il regolamento di Dublino.
La manifestazione ha proseguito il percorso verso via del Corso e via Ridola per concludersi in piazzetta Pascoli con un dibattito aperto a tutti i partecipanti e coordinato da Maria Murante, coordinatrice SEL Basilicata, e Maria Antonietta Maggio, responsabile Immigrazione ARCI Basilicata.
"Viviamo in un mondo e in un tempo attraversati da cambiamenti di carattere epocale. Cambiamenti che richiedono scelte difficili ma chiare, come quelle che ti permettono di sapere da quale parte stare. Noi abbiamo deciso di stare dalla parte di quelle donne e quegli uomini che, spesso a piedi nudi, attraversano mari, oceani, nazioni e paesi - questo l'appello lanciato dagli organizzatori lucani della manifestazione - E abbiamo deciso di farlo simbolicamente nella Capitale Europea della Cultura perché per noi, cultura, è innanzitutto il ritrovamento di un nuovo senso di umanità; è accoglimento della sofferenza; è ospitalità; è scambio; è solidarietà. Chiediamo di dare asilo politico a chi scappa dalle guerre; di dare rifugio a chi scappa da tutte le forme di discriminazione; di dare accoglienza a chi scappa da una povertà e da una disuguaglianza figlie di una sempre più spinta concentrazione della ricchezza".
Anche il presidente della Regione Basilicata ha manifestato la propria vicinanza all'iniziativa. ""Non è il momento della paura, ma quello di agire insieme". Oggi le parole severe di Juncker al Parlamento di Strasburgo, qualche giorno fa l'appello del Papa affinché ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi. Ci sono muri che crollano e solidarietà che si rafforzano. La Basilicata ha aperto le sue porte ancora prima che altri si decidessero a farlo. Ha mostrato di essere più europea di quanto altri dichiarano di essere, nelle parole e non nelle azioni. E' anche per questo che ho sottoscritto l'appello alla marcia delle donne e degli uomini scalzi".
La marcia degli scalzi è la manifestazione di solidarietà in favore dei rifugiati politici organizzata oggi in tutta Italia. Più di 60 le città che hanno aderito all'iniziativa da nord a sud, tra queste Milano, Roma, Napoli, Bologna, Palermo, Bari. Una lunga lista cui non poteva mancare il nome della Capitale Europea della Cultura 2019.
A Matera il corteo è partito alle ore 18.30 da piazza Vittorio Veneto dove si sono radunate le numerose associazioni che hanno aderito all'iniziativa insieme ad esponenti politici del territorio, sindacati e semplici cittadini. In prima fila gli immigrati ospiti del C.A.R.A. (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Matera e dei paesi limitrofi con lo striscione che riporta i colori della pace e candele bianche in mano simbolo di fratellanza. Insieme a loro centinaia di cittadini e più di 50 associazioni a cui si sono uniti Filippo Bubbico, viceministro dell'interno, Roberto Cifarelli, capogruppo PD in consiglio regionale, Marta Ragozzino, soprintendente per i beni storico, artistici e etnoantropologici della Basilicata, Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, e poi ancora tantissimi esponenti della vita culturale cittadina.
Presente anche Salvatore Adduce, capogruppo del PD cittadino, che ha dichiarato: "Partecipo sia come cittadino che come rappresentante del Partito democratico in Consiglio comunale di Matera. E nella prima seduta del Consiglio comunale proporrò un ordine del giorno con cui si impegna il Comune di Matera a creare le condizioni per offrire la migliore accoglienza possibile a chi scappa dalle guerre".
Tutti rigorosamente senza scarpe per lanciare un messaggio di pace e fratellanza, per dire no "ai muri della "Fortezza Europa" e chiedere la certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature, accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa, superando il regolamento di Dublino.
La manifestazione ha proseguito il percorso verso via del Corso e via Ridola per concludersi in piazzetta Pascoli con un dibattito aperto a tutti i partecipanti e coordinato da Maria Murante, coordinatrice SEL Basilicata, e Maria Antonietta Maggio, responsabile Immigrazione ARCI Basilicata.
"Viviamo in un mondo e in un tempo attraversati da cambiamenti di carattere epocale. Cambiamenti che richiedono scelte difficili ma chiare, come quelle che ti permettono di sapere da quale parte stare. Noi abbiamo deciso di stare dalla parte di quelle donne e quegli uomini che, spesso a piedi nudi, attraversano mari, oceani, nazioni e paesi - questo l'appello lanciato dagli organizzatori lucani della manifestazione - E abbiamo deciso di farlo simbolicamente nella Capitale Europea della Cultura perché per noi, cultura, è innanzitutto il ritrovamento di un nuovo senso di umanità; è accoglimento della sofferenza; è ospitalità; è scambio; è solidarietà. Chiediamo di dare asilo politico a chi scappa dalle guerre; di dare rifugio a chi scappa da tutte le forme di discriminazione; di dare accoglienza a chi scappa da una povertà e da una disuguaglianza figlie di una sempre più spinta concentrazione della ricchezza".
Anche il presidente della Regione Basilicata ha manifestato la propria vicinanza all'iniziativa. ""Non è il momento della paura, ma quello di agire insieme". Oggi le parole severe di Juncker al Parlamento di Strasburgo, qualche giorno fa l'appello del Papa affinché ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi. Ci sono muri che crollano e solidarietà che si rafforzano. La Basilicata ha aperto le sue porte ancora prima che altri si decidessero a farlo. Ha mostrato di essere più europea di quanto altri dichiarano di essere, nelle parole e non nelle azioni. E' anche per questo che ho sottoscritto l'appello alla marcia delle donne e degli uomini scalzi".