Scuola e Lavoro
Turismo, pienone a Matera. "Ma le paghe sono da schiavi"
La forte denuncia della Cgil
Matera - martedì 2 aprile 2019
Fa scalpore la denuncia della Cgil. A Matera, capitale europea della cultura c'è il pienone dei turisti (aprile si prospetta un mese dai grandi numeri) ma nei servizi collegati al settore dell'accoglienza c'è un fenomeno di "paghe da fame", se non proprio di "schiavismo".
''Chi vuole fare il cameriere, la commessa o l'addetta delle pulizie a Matera deve accettare compensi miserevoli con paghe da schiavi'', sostengono Nidil Cgil e Ufficio vertenze legali Cgil che dal loro osservatorio verificano che ''stanno aumentando i lavoratori che si rivolgono a noi per rassegnare le dimissioni volontarie - aggiungono - per il fatto che non riescono a sopportare i ritmi e orari di lavoro imposti con le paghe da fame e chi ha più coraggio decide di intraprendere le vertenza nei confronti del datore di lavoro sfruttatore''.
L'organizzazione denuncia ancora che ''ai numeri positivi del turismo di Matera si contrappongono i numeri vergognosi dei compensi a ora di alcune attività che propongono paghe vergognose per lavori di cui non si rispettano le retribuzioni minime stabilite dai contratti collettivi''.
Un fenomeno di ''sfruttamento lavorativo'' che stanno subendo soprattutto i giovani che vivono le loro prime esperienze lavorative (anche se qualificati perché diplomati alla scuola alberghiera). Si assiste, secondo il sindacato, anche a casi in cui si fanno 13/14 ore di lavoro giornaliere per lunghi periodi (soprattutto nei periodi delle feste religiose in cui c'è maggiore affluenza turistica) senza il riposo settimanale previsto contrattualmente. Alcuni resistono a questo stress lavorativo per necessità perché hanno bisogno di assicurare con i pochi soldi che percepiscono almeno un pasto ala propria famiglia, altri rinunciano e si dimettono.
Il sindacato auspica che Matera capitale della cultura rappresenti anche ''cultura del lavoro, dei diritti e della tutela dei lavoratori e non un nuovo esempio di schiavismo''.
''Chi vuole fare il cameriere, la commessa o l'addetta delle pulizie a Matera deve accettare compensi miserevoli con paghe da schiavi'', sostengono Nidil Cgil e Ufficio vertenze legali Cgil che dal loro osservatorio verificano che ''stanno aumentando i lavoratori che si rivolgono a noi per rassegnare le dimissioni volontarie - aggiungono - per il fatto che non riescono a sopportare i ritmi e orari di lavoro imposti con le paghe da fame e chi ha più coraggio decide di intraprendere le vertenza nei confronti del datore di lavoro sfruttatore''.
L'organizzazione denuncia ancora che ''ai numeri positivi del turismo di Matera si contrappongono i numeri vergognosi dei compensi a ora di alcune attività che propongono paghe vergognose per lavori di cui non si rispettano le retribuzioni minime stabilite dai contratti collettivi''.
Un fenomeno di ''sfruttamento lavorativo'' che stanno subendo soprattutto i giovani che vivono le loro prime esperienze lavorative (anche se qualificati perché diplomati alla scuola alberghiera). Si assiste, secondo il sindacato, anche a casi in cui si fanno 13/14 ore di lavoro giornaliere per lunghi periodi (soprattutto nei periodi delle feste religiose in cui c'è maggiore affluenza turistica) senza il riposo settimanale previsto contrattualmente. Alcuni resistono a questo stress lavorativo per necessità perché hanno bisogno di assicurare con i pochi soldi che percepiscono almeno un pasto ala propria famiglia, altri rinunciano e si dimettono.
Il sindacato auspica che Matera capitale della cultura rappresenti anche ''cultura del lavoro, dei diritti e della tutela dei lavoratori e non un nuovo esempio di schiavismo''.