Territorio
Siccità: "Programmare adesso gli interventi in previsione dell'emergenza"
La nota del vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio
Matera - martedì 20 febbraio 2018
16.23 Comunicato Stampa
"Non saranno certamente quattro gocce d'acqua di questi ultimi giorni a risolvere l'emergenza siccità in Basilicata che è una realtà per affrontare la quale l'assessore regionale Luca Braia sospenda la campagna elettorale e si dedichi con tutto il tempo e l'impegno necessari". A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio riferendo che l'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione del territorio e delle acque irrigue (Anbi) ha evidenziato nei giorni scorsi che, in questo avvio di 2018, è soprattutto il Sud a preoccupare con una progressiva diminuzione delle riserve idriche dal 2010, oggi più che dimezzate. L'Anbi, va ricordato all'assessore Braia e al commissario dei Consorzi di Bonifica, sostiene che la situazione peggiore è in Basilicata "con una disponibilità idrica a fine Dicembre 2017 di circa 143 milioni di metri cubi; 2016: circa 329 milioni di metri cubi; 2010: circa 649 milioni di metri cubi".
Per Castelluccio "come è già accaduto negli ultimi anni a rischiare di più è la produzione agricola di maggiore pregio e qualità, quale l'ortofrutta e le colture arboree in genere, per l'84% dipendente dalla possibilità di irrigare i campi. E' evidente che se lo scorso anno, con maggiori disponibilità d'acqua ad inizio anno, si sono verificati limiti nella distribuzione irrigua, la prossima stagione agricola già si prospetta difficile. Per questo è necessario programmare da adesso interventi perché in piena stagione estiva sarà troppo tardi. E tra questi – propone il vice presidente del C.R. – c'è bisogno di una mappa aggiornata sui pozzi. Come suggeriscono i nostri geologi nel nostro Paese ci saranno all'incirca una decina di migliaia di pozzi autorizzati per il prelievo di acqua potabile, ma sono dati assolutamente incerti e ormai è ineludibile un censimento aggiornato per controllare e tutelare le nostre riserve idriche sotterranee da cui si preleva acqua di buona qualità. Le maggiori riserve di acqua sono quelle sotterranee, si può prelevare acqua da pozzi profondi anche 100 metri e spingersi fino a 300 metri se c'è necessità di risorsa idrica, tenuto conto che come assicurano i geologi, generalmente, escluse le aree ad alta densità industriale, la qualità dell'acqua in Italia è generalmente buona. Per tutelare questo bene naturale, messo a rischio dalla siccità e dall'azione antropica, tutti i Comuni dovrebbero conoscere i pozzi autorizzati sul loro territorio e gestirli al meglio. Invece i censimenti sono vecchi ed a questo quadro si accompagna anche un elevato prelievo di acqua da pozzi abusivi. Ebbene, diventa indispensabile avere un quadro conoscitivo completo e chiaro delle nostre riserve di acqua: quanta ne abbiamo, quanta ne preleviamo e da dove. A fronte proprio di questa situazione è necessario mettere in campo una progettualità per la regimazione delle acque con la dislocazione di bacini di raccolta e di trattenimento, anche di dimensioni medio-piccole, ma distribuiti in modo capillare sul territorio lucano che possano avere funzioni multiple. E sul lungo periodo, col riscaldamento globale che avanza, è necessario aumentare il numero degli invasi: l'Anbi ha contato 31 grandi opere idrauliche incompiute in Italia e ha proposto un piano di investimenti da 20 miliardi di euro in 20 anni, per 2.000 interventi".
Per Castelluccio "come è già accaduto negli ultimi anni a rischiare di più è la produzione agricola di maggiore pregio e qualità, quale l'ortofrutta e le colture arboree in genere, per l'84% dipendente dalla possibilità di irrigare i campi. E' evidente che se lo scorso anno, con maggiori disponibilità d'acqua ad inizio anno, si sono verificati limiti nella distribuzione irrigua, la prossima stagione agricola già si prospetta difficile. Per questo è necessario programmare da adesso interventi perché in piena stagione estiva sarà troppo tardi. E tra questi – propone il vice presidente del C.R. – c'è bisogno di una mappa aggiornata sui pozzi. Come suggeriscono i nostri geologi nel nostro Paese ci saranno all'incirca una decina di migliaia di pozzi autorizzati per il prelievo di acqua potabile, ma sono dati assolutamente incerti e ormai è ineludibile un censimento aggiornato per controllare e tutelare le nostre riserve idriche sotterranee da cui si preleva acqua di buona qualità. Le maggiori riserve di acqua sono quelle sotterranee, si può prelevare acqua da pozzi profondi anche 100 metri e spingersi fino a 300 metri se c'è necessità di risorsa idrica, tenuto conto che come assicurano i geologi, generalmente, escluse le aree ad alta densità industriale, la qualità dell'acqua in Italia è generalmente buona. Per tutelare questo bene naturale, messo a rischio dalla siccità e dall'azione antropica, tutti i Comuni dovrebbero conoscere i pozzi autorizzati sul loro territorio e gestirli al meglio. Invece i censimenti sono vecchi ed a questo quadro si accompagna anche un elevato prelievo di acqua da pozzi abusivi. Ebbene, diventa indispensabile avere un quadro conoscitivo completo e chiaro delle nostre riserve di acqua: quanta ne abbiamo, quanta ne preleviamo e da dove. A fronte proprio di questa situazione è necessario mettere in campo una progettualità per la regimazione delle acque con la dislocazione di bacini di raccolta e di trattenimento, anche di dimensioni medio-piccole, ma distribuiti in modo capillare sul territorio lucano che possano avere funzioni multiple. E sul lungo periodo, col riscaldamento globale che avanza, è necessario aumentare il numero degli invasi: l'Anbi ha contato 31 grandi opere idrauliche incompiute in Italia e ha proposto un piano di investimenti da 20 miliardi di euro in 20 anni, per 2.000 interventi".