Territorio
Sempre pet coke e sempre paura per il nostro ambiente
Ecco la nota ufficiale di ARPA Puglia Taranto
Matera - venerdì 1 settembre 2017
Ne avevamo dato notizia qualche giorno fa. Parliamo del famigerato pet coke e della cementeria di Matera, che si vedrà consegnare gran parte del carico di 53mila tonnellate di pet coke proveniente dagli Stati Uniti e sbarcato l'8 agosto al porto di Taranto. Avevamo parlato anche della nota dell'Arpa di Taranto. Ed è proprio da lì che arriva in risposta alla nota del consigliere regionale Liviano, in cui quest'ultimo chiedeva di "verificare a che scopo e a chi è destinato" il carico di pet coke arrivato nel porto di Taranto lo scorso 8 agosto, ed alla nota della Regione Puglia, Dipartimento MUOPP in cui, in riferimento "all'arrivo di un ingente carico di pet coke presso il porto di Taranto, si richiede a codesta Agenzia di verificarne il destino e di accertare se, con riferimento alle attività di scarico, trasbordo, movimentazione, trasporto, deposito e utilizzo finale, del medesimo materiale siano state e siano adottate tutte le misure per norma previste in ragione della pericolosità per la salute umana e per l'ambiente di tale prodotto".
La nave GH Rich Wall, con un carico di 53mila tonnellate di pet coke e proveniente da Houston (USA) ormeggiò presso la banchina del Molo Polisettoriale di Taranto. Tre giorni dopo, l'11 agosto 2017, il dipartimento ARPA di Taranto indirizza una mail alla Italcave S.p.A., in cui chiede "dettagliate informazioni sul carico della nave M/N GH RICH WALL (operazioni di sbarco del pet coke, movimentazione, destino)", rammentando l'osservanza delle disposizione di legge in termini di tutela ambientale. Nella stessa giornata, attraverso una nota ufficiale, la società Italcave S.p.A. informa l'ARPA "che la nave in oggetto ha ormeggiato nel porto di Taranto per sbarcare 52.783,150 tonnellate di coke di petrolio. Il ricevitore della merce è la Italcementi S.p.A., che utilizza tale prodotto per il riscaldamento dei forni nella produzione di cemento, come da dichiarazione allegata presentata alla Agenzia delle Dogane di Taranto".
In quest'ultima dichiarazione, rende noto il dipartimento di Taranto di ARPA Puglia, Italcementi S.p.A. dichiara altresì che il carico in questione non è un rifiuto, in quanto "non è soggetto alle disposizioni del regolamento CE N. 1013/2006" e che "eventuali eccedenze di prodotto potranno essere vendute a grossisti". Inoltre, nella "Scheda dati di sicurezza COKE DI PETROLIO" allegata alla nota della Italcave S.p.A. è specificato che il "preparato non rientra in alcuna classe di pericolo per il trasporto di merci pericolose e non è, quindi, sottoposto ai relativi regolamenti modali" (IMDG via mare, ADR su strada, RID per ferrovia, ICAO/IATA via aria). Italcave S.p.A., sempre nella nota di risposta ad ARPA Puglia, ricorda di occuparsi dello sbarco del prodotto presso il Molo Polisettoriale di Taranto, del trasporto fino al proprio deposito intermedio, della custodia della merce in deposito e della successiva ricarica per il trasporto alla cementeria di destino, "al momento, prevalentemente, quella di Matera".
Infine, in riferimento all'osservanza di quanto prescritto dalle disposizioni di legge in ambito di tutela ambientale, Italcave S.p.A. rinvia l'ARPA al contenuto della nota prot. n. 181/DIR/2017 del 18.07.2017, in cui la ditta di Statte esplicita l'osservanza delle prescrizioni adottate in adesione alle procedure ambientali individuate per l'ottenimento ed il mantenimento della registrazione EMAS: "utilizzo di tramogge aspirate e depolverate; l'allocazione di scivoli metallici per evitare la caduta accidentale in mare delle merci alla rinfusa; l'utilizzo di una macchina spazzatrice per la costante pulizia delle aree di lavoro; il monitoraggio in autocontrollo durante le attività di movimentazione di materiali alla rinfusa".
La nave GH Rich Wall, con un carico di 53mila tonnellate di pet coke e proveniente da Houston (USA) ormeggiò presso la banchina del Molo Polisettoriale di Taranto. Tre giorni dopo, l'11 agosto 2017, il dipartimento ARPA di Taranto indirizza una mail alla Italcave S.p.A., in cui chiede "dettagliate informazioni sul carico della nave M/N GH RICH WALL (operazioni di sbarco del pet coke, movimentazione, destino)", rammentando l'osservanza delle disposizione di legge in termini di tutela ambientale. Nella stessa giornata, attraverso una nota ufficiale, la società Italcave S.p.A. informa l'ARPA "che la nave in oggetto ha ormeggiato nel porto di Taranto per sbarcare 52.783,150 tonnellate di coke di petrolio. Il ricevitore della merce è la Italcementi S.p.A., che utilizza tale prodotto per il riscaldamento dei forni nella produzione di cemento, come da dichiarazione allegata presentata alla Agenzia delle Dogane di Taranto".
In quest'ultima dichiarazione, rende noto il dipartimento di Taranto di ARPA Puglia, Italcementi S.p.A. dichiara altresì che il carico in questione non è un rifiuto, in quanto "non è soggetto alle disposizioni del regolamento CE N. 1013/2006" e che "eventuali eccedenze di prodotto potranno essere vendute a grossisti". Inoltre, nella "Scheda dati di sicurezza COKE DI PETROLIO" allegata alla nota della Italcave S.p.A. è specificato che il "preparato non rientra in alcuna classe di pericolo per il trasporto di merci pericolose e non è, quindi, sottoposto ai relativi regolamenti modali" (IMDG via mare, ADR su strada, RID per ferrovia, ICAO/IATA via aria). Italcave S.p.A., sempre nella nota di risposta ad ARPA Puglia, ricorda di occuparsi dello sbarco del prodotto presso il Molo Polisettoriale di Taranto, del trasporto fino al proprio deposito intermedio, della custodia della merce in deposito e della successiva ricarica per il trasporto alla cementeria di destino, "al momento, prevalentemente, quella di Matera".
Infine, in riferimento all'osservanza di quanto prescritto dalle disposizioni di legge in ambito di tutela ambientale, Italcave S.p.A. rinvia l'ARPA al contenuto della nota prot. n. 181/DIR/2017 del 18.07.2017, in cui la ditta di Statte esplicita l'osservanza delle prescrizioni adottate in adesione alle procedure ambientali individuate per l'ottenimento ed il mantenimento della registrazione EMAS: "utilizzo di tramogge aspirate e depolverate; l'allocazione di scivoli metallici per evitare la caduta accidentale in mare delle merci alla rinfusa; l'utilizzo di una macchina spazzatrice per la costante pulizia delle aree di lavoro; il monitoraggio in autocontrollo durante le attività di movimentazione di materiali alla rinfusa".