Scuola e Lavoro
Scuola via Bramante, c'è stata negligenza
I sindacati della scuola attaccano il Comune
Matera - sabato 4 gennaio 2014
9.03
Vanno giù duri i sindacati della scuola con l'Amministrazione comunale. La vicenda della scuola di via Bramante si arricchisce di nuovi dettagli.
"Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals, a distanza di 18 mesi dall'assurda vicenda della chiusura del plesso di Via Bramante, con l'inizio del 2014, avrebbero voluto che l'Amministrazione comunale uscisse dal perpetuato silenzio per rendere conto all'opinione pubblica, ai genitori, a tutto il personale scolastico ed alle forze sociali sulla tempistica relativa alla ricostruzione del plesso scolastico e quali le motivazioni che ne stanno rallentando la demolizione/ricostruzione" si legge nella nota congiunta a firma di Eustachio Nicoletti della Flc Cgil, Mario Colangelo per Cisl Scuola, Michelangelo Ferrara della Uil Scuola e Lucia Fiore per la Snals.
Ma tutto questo non è avvenuto, e la chiusura della scuola non ha portato a nuovi riscontri. Infatti, continua la nota "tocca prendere atto che l'atteggiamento unilaterale e superficiale, di mancato rispetto espressa dall'amministrazione comunale nei confronti della scuola materana è arrivata al punto tale da non tutelare neanche gli strumenti tecnologici (computer e stampanti) e telefonici, sanitari e tapparelle, impianto elettrico, termosifoni e un impianto antincendio, oltre che i fascicoli scolastici tra cui anche quelli contenenti dati sensibili. Tutto ciò trova fondamento anche dalla mancata risposta alla richiesta di urgente messa in sicurezza e trasferimento archivio, mobili e suppellettili avanzata dal dirigente scolastico Vincenzo Duni".
Una mancanza grave, da parte del Comune, che ha causato ulteriori problematiche con l'intromissione, anche vandalica, di nuovi, inattesi e indesiderati inquilini all'interno del plesso. Ma che si vanno solamente ad aggiungere alle richieste, partite dalle assemblee del 24 e 29 agosto 2012, inerenti i disagi per gli studenti e le loro famiglie. "Già dai primi incontri assembleari si manifestarono preoccupazioni sulle ripercussioni didattiche, organizzative e dei servizi che la chiusura del Plesso di Via Bramante avrebbe comportato. Si aggiunga anche la perdita di documenti e strumenti in dotazione della scuola. Sembra un accanimento nei confronti di un istituto che, soltanto tre anni fa, era la più numerosa istituzione scolastica della Basilicata la quale per effetto delle assurde ed incomprensibili politiche di razionalizzazione unitamente agli inadeguati interventi organizzativi e logistici successivi al provvedimento di chiusura del plesso di Via Bramante, hanno provocato ripercussioni e difficoltà sull'azione didattica".
Problematiche quali: l'impossibilità di garantire l'azione didattica dei singoli insegnanti perché impegnati su più classi dei tre plessi; l'impossibilità di organizzare l'orario di funzionamento della scuola per l'eccessivo frazionamento degli interventi didattici che ignora i tempi e i ritmi di apprendimento del bambino in questo segmento dell'età evolutiva; la difficoltà per i genitori di accompagnare e prelevare i propri figli dislocati in diversi plessi distanti tra loro e dalle proprie abitazioni; l'impossibilità della scuola di conservare la propria identità storica e culturale e l'indisponibilità ad oggi di tutte le aule assegnate.
Dunque, la richiesta ufficiale da parte dei sindacati, agli organi preposti, è chiara: "Ognuno per le proprie competenze, deve fare chiarezza circa l'eventuale sussistenza di responsabilità omissive circa la mancata messa in sicurezza e trasferimento archivio, mobili e suppellettili e invitano l'amministrazione comunale a convocare le forze sociali, i genitori e gli organi di governo della scuola di via Bramante per informare sullo stato dell'arte della demolizione e ricostruzione del Plesso Scolastico".
"Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals, a distanza di 18 mesi dall'assurda vicenda della chiusura del plesso di Via Bramante, con l'inizio del 2014, avrebbero voluto che l'Amministrazione comunale uscisse dal perpetuato silenzio per rendere conto all'opinione pubblica, ai genitori, a tutto il personale scolastico ed alle forze sociali sulla tempistica relativa alla ricostruzione del plesso scolastico e quali le motivazioni che ne stanno rallentando la demolizione/ricostruzione" si legge nella nota congiunta a firma di Eustachio Nicoletti della Flc Cgil, Mario Colangelo per Cisl Scuola, Michelangelo Ferrara della Uil Scuola e Lucia Fiore per la Snals.
Ma tutto questo non è avvenuto, e la chiusura della scuola non ha portato a nuovi riscontri. Infatti, continua la nota "tocca prendere atto che l'atteggiamento unilaterale e superficiale, di mancato rispetto espressa dall'amministrazione comunale nei confronti della scuola materana è arrivata al punto tale da non tutelare neanche gli strumenti tecnologici (computer e stampanti) e telefonici, sanitari e tapparelle, impianto elettrico, termosifoni e un impianto antincendio, oltre che i fascicoli scolastici tra cui anche quelli contenenti dati sensibili. Tutto ciò trova fondamento anche dalla mancata risposta alla richiesta di urgente messa in sicurezza e trasferimento archivio, mobili e suppellettili avanzata dal dirigente scolastico Vincenzo Duni".
Una mancanza grave, da parte del Comune, che ha causato ulteriori problematiche con l'intromissione, anche vandalica, di nuovi, inattesi e indesiderati inquilini all'interno del plesso. Ma che si vanno solamente ad aggiungere alle richieste, partite dalle assemblee del 24 e 29 agosto 2012, inerenti i disagi per gli studenti e le loro famiglie. "Già dai primi incontri assembleari si manifestarono preoccupazioni sulle ripercussioni didattiche, organizzative e dei servizi che la chiusura del Plesso di Via Bramante avrebbe comportato. Si aggiunga anche la perdita di documenti e strumenti in dotazione della scuola. Sembra un accanimento nei confronti di un istituto che, soltanto tre anni fa, era la più numerosa istituzione scolastica della Basilicata la quale per effetto delle assurde ed incomprensibili politiche di razionalizzazione unitamente agli inadeguati interventi organizzativi e logistici successivi al provvedimento di chiusura del plesso di Via Bramante, hanno provocato ripercussioni e difficoltà sull'azione didattica".
Problematiche quali: l'impossibilità di garantire l'azione didattica dei singoli insegnanti perché impegnati su più classi dei tre plessi; l'impossibilità di organizzare l'orario di funzionamento della scuola per l'eccessivo frazionamento degli interventi didattici che ignora i tempi e i ritmi di apprendimento del bambino in questo segmento dell'età evolutiva; la difficoltà per i genitori di accompagnare e prelevare i propri figli dislocati in diversi plessi distanti tra loro e dalle proprie abitazioni; l'impossibilità della scuola di conservare la propria identità storica e culturale e l'indisponibilità ad oggi di tutte le aule assegnate.
Dunque, la richiesta ufficiale da parte dei sindacati, agli organi preposti, è chiara: "Ognuno per le proprie competenze, deve fare chiarezza circa l'eventuale sussistenza di responsabilità omissive circa la mancata messa in sicurezza e trasferimento archivio, mobili e suppellettili e invitano l'amministrazione comunale a convocare le forze sociali, i genitori e gli organi di governo della scuola di via Bramante per informare sullo stato dell'arte della demolizione e ricostruzione del Plesso Scolastico".