Politica
Sblocca Italia, la Basilicata non può perdere
Ma se gli interessi del Pd lucano fossero troppo forti?
Matera - mercoledì 3 settembre 2014
13.56
Resta alta l'attenzione della regione Basilicata sul decreto "Sblocca Italia" del governo Renzi.
Se il coro unanime delle istituzioni locali è quello di non accettare le condizioni poste dal governo nazionale in materia energetica in quanto fortemente penalizzanti per la nostra regione, diverse sono le richieste e le osservazioni delle parti politiche.
Dichiarano sostegno al Presidente Pittella gli esponenti della maggioranza. "Mai come in questo momento la nostra Regione ha bisogno di unità di intenti", è il commento di Massimo Macchia (Centro Democratico). In questo quadro – prosegue – occorre, come rilevato dal Presidente, grande calma e rispetto dei ruoli, anche istituzionali, in uno scenario che si preannuncia arduo: una vera e propria "partita" che la Basilicata non può perdere".
Gli fa Eco Giovanni Angelino, capogruppo del Gruppo Misto al Comune di Matera: "È arrivato il momento di reagire e ringrazio Pittella per il lavoro che ha svolto sinora e per quello che potrà fare ancora per la Basilicata, fermo restando che dal Governo centrale ci aspettiamo un atteggiamento diametralmente opposto rispetto a quelle che sono le indicazioni contenute in questo Decreto "Sblocca Energia".
Il segretario generale della DC-Libertas, Giuseppe Potenza, invita a tentare la mediazione prima della protesta: "il Governo mira a estrarre 24 milioni di barili di greggio all'anno entro il 2020, il doppio degli idrocarburi estratti oggi in Italia. Non si sottovaluti che le nuove norme contenute nel decreto sblocca Italia dovrebbero attirare investimenti per 15 miliardi di euro e, come sostengono diversi esponenti del mondo della finanza, non investire nell'industria degli idrocarburi porterà l'Italia, e l'intera Europa, a pagare molto di più l'energia elettrica, frenando lo sviluppo industriale e aggravando la crisi economica". Potenza dunque ritiene antistorico ipotizzare il blocco delle attuali estrazioni e che "prima di dichiarare la sconfitta nell'interlocuzione con il Governo, si debba tentare ogni strada di alta mediazione nell'interesse delle nostre comunità e dei nostri territori".
Totalmente opposta la posizione di Pace (Gm): "La fase è decisiva e delicata per la stessa sopravvivenza della Basilicata. Chi presiede le istituzioni interpreti la volontà di un popolo e la incarni. Non accetti nessun compromesso o mediazione che possa far passare la dignità di questo popolo e la permanenza dei suoi presidi Istituzionali (N.B. Corte d'Appello) come una concessione a chi offre risorse determinanti al sistema Paese ed alla sua competitività energetica. Non ci saranno altre trivellazioni. Questa Regione non se lo può permettere. Il centralismo, inoltre, è un dannoso ritorno al passato e noi abbiamo la volontà di costruire il futuro".
Più dura la linea seguita dai rappresentati della destra regionale che denunciano la mala-politica della regione. "La Lucania – ha dichiarato il capogruppo alla camera dei deputati di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli - produce l'80% del petrolio italiano, realizzando 100mila barili al giorno. Ma i benefici sono solo per pochi noti. A fronte di quasi tre miliardi di fatturato nel 2013, le royalties versate alla Regione Basilicata sono state di 158milioni di euro annui nel 2013, corrispondenti a circa il sette per cento a barile, pur a fronte dei notevoli guadagni realizzati dalle società petrolifere. Una situazione non convincente, soprattutto se si considera che queste scarse risorse non sono state utilizzate per creare sviluppo e lavoro ma marchette e clientele".
Ferma la proposta del capogruppo di Centro democratico in Consiglio regionale, Benedetto, "E' un provvedimento che, non può in alcun modo soddisfarci e va rispedito al mittente. Al governatore Pittella non resta che prendere atto della profonda frattura consumata dal Governo Renzi nei confronti della Regione e delle comunità regionali e concordare con il presidente Lacorazza la convocazione urgente di una seduta straordinaria del Consiglio Regionale per decidere la controffensiva politico-istituzionale".
E intanto il capogruppo consiliare di Lb-Fdi ha presentato un'interrogazione per conoscere "le intenzioni del Governatore lucano sulle azioni da intraprendere nel caso dovessero essere confermate le indiscrezioni sul decreto" alludendo, neanche troppo velatamente, agli interessi che il Pd lucano potrebbe avere nell'accettare le condizioni imposte alla Basilicata dal premier Renzi. "Non è peregrino il pensiero secondo il quale il Pd lucano ha troppo da perdere per alzare la voce e per difendere i lucani. Il Presidente troppo schiacciato dalla posizione del fratello europarlamentare, Speranza imbrigliato nella sua postazione di capogruppo, che è dura da lasciare andare, Bubbico legato alla minoranza bersaniana, De Filippo avvinghiato ad una poltrona che lo vede nominato senza essere stato eletto (quindi a rischio revoca. E poi a casa). Aspettare in questa situazione sarebbe grave. Il futuro della Basilicata – conclude Rosa - dipende anche dal sapere da che parte stanno gli esponenti lucani del Pd. Noi siamo per i lucani, con i lucani. Noi siamo innanzitutto lucani".
Se il coro unanime delle istituzioni locali è quello di non accettare le condizioni poste dal governo nazionale in materia energetica in quanto fortemente penalizzanti per la nostra regione, diverse sono le richieste e le osservazioni delle parti politiche.
Dichiarano sostegno al Presidente Pittella gli esponenti della maggioranza. "Mai come in questo momento la nostra Regione ha bisogno di unità di intenti", è il commento di Massimo Macchia (Centro Democratico). In questo quadro – prosegue – occorre, come rilevato dal Presidente, grande calma e rispetto dei ruoli, anche istituzionali, in uno scenario che si preannuncia arduo: una vera e propria "partita" che la Basilicata non può perdere".
Gli fa Eco Giovanni Angelino, capogruppo del Gruppo Misto al Comune di Matera: "È arrivato il momento di reagire e ringrazio Pittella per il lavoro che ha svolto sinora e per quello che potrà fare ancora per la Basilicata, fermo restando che dal Governo centrale ci aspettiamo un atteggiamento diametralmente opposto rispetto a quelle che sono le indicazioni contenute in questo Decreto "Sblocca Energia".
Il segretario generale della DC-Libertas, Giuseppe Potenza, invita a tentare la mediazione prima della protesta: "il Governo mira a estrarre 24 milioni di barili di greggio all'anno entro il 2020, il doppio degli idrocarburi estratti oggi in Italia. Non si sottovaluti che le nuove norme contenute nel decreto sblocca Italia dovrebbero attirare investimenti per 15 miliardi di euro e, come sostengono diversi esponenti del mondo della finanza, non investire nell'industria degli idrocarburi porterà l'Italia, e l'intera Europa, a pagare molto di più l'energia elettrica, frenando lo sviluppo industriale e aggravando la crisi economica". Potenza dunque ritiene antistorico ipotizzare il blocco delle attuali estrazioni e che "prima di dichiarare la sconfitta nell'interlocuzione con il Governo, si debba tentare ogni strada di alta mediazione nell'interesse delle nostre comunità e dei nostri territori".
Totalmente opposta la posizione di Pace (Gm): "La fase è decisiva e delicata per la stessa sopravvivenza della Basilicata. Chi presiede le istituzioni interpreti la volontà di un popolo e la incarni. Non accetti nessun compromesso o mediazione che possa far passare la dignità di questo popolo e la permanenza dei suoi presidi Istituzionali (N.B. Corte d'Appello) come una concessione a chi offre risorse determinanti al sistema Paese ed alla sua competitività energetica. Non ci saranno altre trivellazioni. Questa Regione non se lo può permettere. Il centralismo, inoltre, è un dannoso ritorno al passato e noi abbiamo la volontà di costruire il futuro".
Più dura la linea seguita dai rappresentati della destra regionale che denunciano la mala-politica della regione. "La Lucania – ha dichiarato il capogruppo alla camera dei deputati di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli - produce l'80% del petrolio italiano, realizzando 100mila barili al giorno. Ma i benefici sono solo per pochi noti. A fronte di quasi tre miliardi di fatturato nel 2013, le royalties versate alla Regione Basilicata sono state di 158milioni di euro annui nel 2013, corrispondenti a circa il sette per cento a barile, pur a fronte dei notevoli guadagni realizzati dalle società petrolifere. Una situazione non convincente, soprattutto se si considera che queste scarse risorse non sono state utilizzate per creare sviluppo e lavoro ma marchette e clientele".
Ferma la proposta del capogruppo di Centro democratico in Consiglio regionale, Benedetto, "E' un provvedimento che, non può in alcun modo soddisfarci e va rispedito al mittente. Al governatore Pittella non resta che prendere atto della profonda frattura consumata dal Governo Renzi nei confronti della Regione e delle comunità regionali e concordare con il presidente Lacorazza la convocazione urgente di una seduta straordinaria del Consiglio Regionale per decidere la controffensiva politico-istituzionale".
E intanto il capogruppo consiliare di Lb-Fdi ha presentato un'interrogazione per conoscere "le intenzioni del Governatore lucano sulle azioni da intraprendere nel caso dovessero essere confermate le indiscrezioni sul decreto" alludendo, neanche troppo velatamente, agli interessi che il Pd lucano potrebbe avere nell'accettare le condizioni imposte alla Basilicata dal premier Renzi. "Non è peregrino il pensiero secondo il quale il Pd lucano ha troppo da perdere per alzare la voce e per difendere i lucani. Il Presidente troppo schiacciato dalla posizione del fratello europarlamentare, Speranza imbrigliato nella sua postazione di capogruppo, che è dura da lasciare andare, Bubbico legato alla minoranza bersaniana, De Filippo avvinghiato ad una poltrona che lo vede nominato senza essere stato eletto (quindi a rischio revoca. E poi a casa). Aspettare in questa situazione sarebbe grave. Il futuro della Basilicata – conclude Rosa - dipende anche dal sapere da che parte stanno gli esponenti lucani del Pd. Noi siamo per i lucani, con i lucani. Noi siamo innanzitutto lucani".