Territorio
Sblocca Italia, il M5S accusa l'amministrazione comunale
"Cosa aspetta il Comune ad opporsi al decreto?"
Matera - sabato 8 novembre 2014
10.09
Il decreto "Sblocca Italia" è ormai diventato l'argomento principale con cui la classe politica lucana continua a fare i conti. Da ultimo, in ordine cronologico, continua la protesta insistente del Movimento 5 Stelle che accusa l'amministrazione comunale di non opporsi al decreto "Sblocca trivelle", così denominato dai pentastellati.
Infatti gli attivisti del Movimento 5 Stelle ricordano che hanno già depositato, da tempo, presso il Comune di Matera, una mozione indirizzata al sindaco Salvatore Adduce, al presidente del consiglio comunale, e a tutta la giunta, con la quale si chiede di impegnare il presidente della Regione, Marcello Pittella, a impugnare il decreto davanti alla Corte Costituzionale. L'incostituzionalità, per il M5S, è data "dall'aver tolto alla Regione il ruolo di difesa e controllo dei territori, e dal superamento degli enti locali".
Il loro disappunto sul decreto è evidente: "Un tempo la Basilicata era una regione incontaminata, con paesaggi mozzafiato e bellezze naturali e culturali che potevano, solo col turismo, offrire opportunità reali di sviluppo per i residenti. Quelle risorse sarebbero dovute diventare i nostri giacimenti. Da oltre vent'anni, in terra lucana i politici che ci hanno governato, hanno invece permesso di tutto. Approfittando della bassa densità di popolazione, la Basilicata è diventata meta di discariche e scorie nucleari. Quando però è comparso anche il petrolio, gli interessi sono diventati molti importanti, tanto da scavalcare lo stesso governo regionale".
Il decreto non è stato ancora convertito in legge, ma "presto lo sarà e avremo una Basilicata in cui le multinazionali del petrolio la faranno da padrone e potranno trivellare la Regione senza alcun freno, godendo di procedure accelerate e semplificate perché gestite direttamente e centralmente dal Ministero".
La denuncia del Movimento 5 Stelle però prosegue sui binari dell'inattività dell'amministrazione comunale a riguardo: "Un'amministrazione comunale che non si oppone in modo netto e chiaro a questo Decreto incostituzionale, diventa inequivocabilmente complice del Governo nel consegnare la Regione ai petrolieri, abbandonando definitivamente le sorti del nostro territorio".
Invece in merito al dossier di Matera 2019, la parlamentare grillina, Mirella Liuzzi, aveva già da tempo contestato l'assenza di condivisione "che non è mancata in altre città candidate, come Lecce o Ravenna, dove ogni forza politica è stata coinvolta e invitata in consiglio comunale.
La città di Matera, Capitale europea della cultura, si sente "una bellezza imbavagliata – concludono gli attivisti del M5S materano - e ora più che mai accerchiata da più che probabili pozzi petroliferi".
Infatti gli attivisti del Movimento 5 Stelle ricordano che hanno già depositato, da tempo, presso il Comune di Matera, una mozione indirizzata al sindaco Salvatore Adduce, al presidente del consiglio comunale, e a tutta la giunta, con la quale si chiede di impegnare il presidente della Regione, Marcello Pittella, a impugnare il decreto davanti alla Corte Costituzionale. L'incostituzionalità, per il M5S, è data "dall'aver tolto alla Regione il ruolo di difesa e controllo dei territori, e dal superamento degli enti locali".
Il loro disappunto sul decreto è evidente: "Un tempo la Basilicata era una regione incontaminata, con paesaggi mozzafiato e bellezze naturali e culturali che potevano, solo col turismo, offrire opportunità reali di sviluppo per i residenti. Quelle risorse sarebbero dovute diventare i nostri giacimenti. Da oltre vent'anni, in terra lucana i politici che ci hanno governato, hanno invece permesso di tutto. Approfittando della bassa densità di popolazione, la Basilicata è diventata meta di discariche e scorie nucleari. Quando però è comparso anche il petrolio, gli interessi sono diventati molti importanti, tanto da scavalcare lo stesso governo regionale".
Il decreto non è stato ancora convertito in legge, ma "presto lo sarà e avremo una Basilicata in cui le multinazionali del petrolio la faranno da padrone e potranno trivellare la Regione senza alcun freno, godendo di procedure accelerate e semplificate perché gestite direttamente e centralmente dal Ministero".
La denuncia del Movimento 5 Stelle però prosegue sui binari dell'inattività dell'amministrazione comunale a riguardo: "Un'amministrazione comunale che non si oppone in modo netto e chiaro a questo Decreto incostituzionale, diventa inequivocabilmente complice del Governo nel consegnare la Regione ai petrolieri, abbandonando definitivamente le sorti del nostro territorio".
Invece in merito al dossier di Matera 2019, la parlamentare grillina, Mirella Liuzzi, aveva già da tempo contestato l'assenza di condivisione "che non è mancata in altre città candidate, come Lecce o Ravenna, dove ogni forza politica è stata coinvolta e invitata in consiglio comunale.
La città di Matera, Capitale europea della cultura, si sente "una bellezza imbavagliata – concludono gli attivisti del M5S materano - e ora più che mai accerchiata da più che probabili pozzi petroliferi".