Politica
Sblocca Italia, tutto pronto per il consiglio regionale di domani
Previsto maxischermo in piazza. Ecco i 3 emendamenti presentati al governo
Matera - mercoledì 3 dicembre 2014
13.47
Tutto pronto per l'attesissimo Consiglio Regionale di domani, 4 Dicembre, sulla controversa questione dello Sblocca Italia e, in particolare, dell'articolo 38. Dalle ore 15, occhi e orecchie dell'intera comunità lucana puntati verso la sala consiliare di via Verrastro, a Potenza. Prevista una comunicazione del presidente della Regione, Marcello Pittella, a cui seguirà il dibattito. L'Assemblea, oltre ad essere trasmessa in streaming sul sito www.consiglio.basilicata.it, sarà visibile da un maxischermo allestito nel piazzale antistante la sede regionale per dare modo ai numerosi manifestanti di seguire in diretta i lavori. Sono tante le associazioni e i cittadini lucani che in queste ore si stanno mobilitando per essere presenti in massa domani a Potenza.
Intanto, nella giornata di ieri, il presidente Pittella, ha svelato gli emendamenti che la presidenza della Regione ha inviato alla presidenza del Consiglio a Roma e al Ministero dello Sviluppo Economico. Sono tre le proposte di modifica dell'articolo 38 della Legge di Stabilità avanzate dal presidente Pittella che, se non saranno accolte, apriranno la strada all'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale (c'è tempo fino al 10 Gennaio). L'articolo in questione è quello relativo alle autorizzazioni in materia energetica oggetto delle proteste e delle manifestazioni cittadine di questi giorni.
Attualmente l'articolo 38 consente al governo centrale di gestire autonomamente le autorizzazioni in materia di estrazioni petrolifere in Basilicata, fermo restando l'individuazione di un piano delle aree dove consentire attività di ricerca e delle procedure di impatto ambientale (VIA). Il primo emendamento presentato, dunque, è al comma 1 bis del decreto legge 12 Settembre 2014, n. 133, convertito dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, e propone al governo di individuare un piano delle aree solo tramite una preliminare "intesa con le regioni territorialmente interessate".
Gli altri due emendamenti prevedono sostanzialmente che la titolarità sulle procedure di VIA rimanga nelle mani delle Regioni. In particolare, la modifica al comma 3 specifica che solo nel caso in cui "per i progetti di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, l'autorità competente non conclude il procedimento di VIA nei 150 giorni richiamati al precedente comma 1", solo allora "la competenza è trasferita in sede statale e la Regione trasmette la relativa documentazione al Ministero dell'Ambiente"; allo stesso modo il correttivo del comma 6 definisce che "a seguito di un procedimento svolto tramite apposita Conferenza di servizi, qualora la Regione non abbia provveduto ad esprimere entro 60 giorni dall'avvio della procedura il proprio parere in ordine alla valutazione ambientale preliminare del programma dei lavori, la Conferenza di servizi svolge nei successivi 30 giorni anche la predetta valutazione acquisendo il parere tecnico di verifica dell'impatto ambientale del Ministero dell'Ambiente".
Non resta che attendere le prossime mosse del governo che dovrà dunque decidere se approvare o meno le proposte avanzate dalla Regione prima che la legge venga definitivamente approvata in Senato. Se Renzi volterà le spalle alla Basilicata, la palla passerà nelle mani dei senatori lucani. Intanto si attende il Consiglio regionale di domani che si prevede molto animato.
Intanto, nella giornata di ieri, il presidente Pittella, ha svelato gli emendamenti che la presidenza della Regione ha inviato alla presidenza del Consiglio a Roma e al Ministero dello Sviluppo Economico. Sono tre le proposte di modifica dell'articolo 38 della Legge di Stabilità avanzate dal presidente Pittella che, se non saranno accolte, apriranno la strada all'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale (c'è tempo fino al 10 Gennaio). L'articolo in questione è quello relativo alle autorizzazioni in materia energetica oggetto delle proteste e delle manifestazioni cittadine di questi giorni.
Attualmente l'articolo 38 consente al governo centrale di gestire autonomamente le autorizzazioni in materia di estrazioni petrolifere in Basilicata, fermo restando l'individuazione di un piano delle aree dove consentire attività di ricerca e delle procedure di impatto ambientale (VIA). Il primo emendamento presentato, dunque, è al comma 1 bis del decreto legge 12 Settembre 2014, n. 133, convertito dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, e propone al governo di individuare un piano delle aree solo tramite una preliminare "intesa con le regioni territorialmente interessate".
Gli altri due emendamenti prevedono sostanzialmente che la titolarità sulle procedure di VIA rimanga nelle mani delle Regioni. In particolare, la modifica al comma 3 specifica che solo nel caso in cui "per i progetti di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, l'autorità competente non conclude il procedimento di VIA nei 150 giorni richiamati al precedente comma 1", solo allora "la competenza è trasferita in sede statale e la Regione trasmette la relativa documentazione al Ministero dell'Ambiente"; allo stesso modo il correttivo del comma 6 definisce che "a seguito di un procedimento svolto tramite apposita Conferenza di servizi, qualora la Regione non abbia provveduto ad esprimere entro 60 giorni dall'avvio della procedura il proprio parere in ordine alla valutazione ambientale preliminare del programma dei lavori, la Conferenza di servizi svolge nei successivi 30 giorni anche la predetta valutazione acquisendo il parere tecnico di verifica dell'impatto ambientale del Ministero dell'Ambiente".
Non resta che attendere le prossime mosse del governo che dovrà dunque decidere se approvare o meno le proposte avanzate dalla Regione prima che la legge venga definitivamente approvata in Senato. Se Renzi volterà le spalle alla Basilicata, la palla passerà nelle mani dei senatori lucani. Intanto si attende il Consiglio regionale di domani che si prevede molto animato.