Territorio
Regione, i 5 ‘no’ a nuove estrazioni petrolifere
Berlinguer: “La Regione ha una linea ben precisa: no a nuove estrazioni”.
Matera - lunedì 30 marzo 2015
10.12
Sono cinque i permessi di ricerca di idrocarburi bocciati, in sede di giunta regionale.
Le richieste delle società, raccolte dagli uffici del dipartimento ambiente, riguardavano cinque aree della Basilicata: tre sul versante jonico fino a Sant'Arcangelo e Senise; uno nell'area del parco di Gallipoli Cognato e dintorni; una, infine, nel comune di Tolve. Tutte e cinque le richieste sono state sottoposte al procedimento di Via, tutte con parere negativo del Comitato Tecnico Regionale per l'Ambiente. Dopo di che la giunta ha fatto proprio il giudizio di quest'ultimo.
Il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato "Tempa La Petrosa" e che riguardava i comuni di Colobraro, Montalbano Jonico, Nova Siri, Rotondella, San Giorgio Lucano, Tursi e Valsinni e Sant'Arcangelo e Senise, era stato richiesto dalla Total E&P Italia S.p.A..
Dopo le analisi sismiche del territorio, che si trova nel cuore dell'appennino meridionale, la società prevedeva la perforazione di un pozzo esplorativo di 3.500 metri di profondità, per la ricerca di idrocarburi. Il permesso è stato valutato dai tecnici della Regione in contrasto con l'art. 3 della L. 47/1998 che prevede l'impossibilità di agire all'interno di aree naturali protette e nei territori sottoposti a tutela paesistica. Infatti, quest'area comprende territori che fanno parte del Parco Nazionale del Pollino e interessati da Piani Paesaggistici di Area Vasta "Pollino" e "Metapontino". Di indubbie peculiarità naturalistiche-ambientali anche le aree classificate come: Important Bird Area (IBA), "Calanchi della Basilicata" e "Pollino e Orsomarso", ZPS, "Massiccio del Pollino e Monte Alpi", con particolari habitat e specie di flora e fauna.
"È un no ben ponderato, non aprioristico – ha affermato l'assessore Berlinguer. Vogliamo puntare anche su altre produzioni; altri beni comuni di cui la Basilicata è ricca". E ha aggiunto: "Paesaggio, natura, turismo, agricoltura, costituiscono un patrimonio inestimabile della Basilicata e su esso dobbiamo puntare".
Giudizio negativo anche per il permesso di ricerca denominato "Oliveto Lucano" di Total E&P Italia S.p.A. per i territori dei comuni di Accettura, Calciano, Cirigliano, Garaguso, San Mauro Forte, Stigliano, Oliveto Lucano e Tricarico e Albano di Lucania, Campomaggiore, Castelmezzano e Pietrapertosa. Le motivazioni del diniego riguardano il pregio naturalistico del territorio, incompatibile con ulteriori attività di ricerca e di coltivazione di idrocarburi. Inoltre, il permesso di ricerca interessa aree comprese nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e nella Rete Natura 2000, quindi in contrasto con la loro politica protezionistica.
Il parere negativo ha riguardato, altresì, il permesso di ricerca denominato "Torrente Alvo" nel comune di Tolve, per la perforazione del pozzo esplorativo "San Simeone1″ proposto dalla società Appennine Oil & Gas S.p.A. e, ancora, negata la concessione idrocarburi denominata "Policoro" per cui era stato presentato il progetto per la perforazione del pozzo esplorativo "Molino Vecchio 1" da parte della società Gas Plus Italiana S.r.l.. Qui la perforazione risultava a soli 2 km dal SIC "Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica del Fiume Sinni". Ed, infine, permesso di ricerca respinto anche per la società Canoel Italia S.r.l. e per il suo progetto denominato "Fiume Cavone 1″ nel Comune di Pisticci. Qui la società aveva richiesto di rilevare accumuli di gas. Il C.T.R.A. ha ritenuto incompatibile l'attività estrattiva in un'area a principale vocazione agricola, per di più protetta da tutela paesaggistica e inserita nel Piano Territoriale del Metapontino, istituito nel febbraio del 1990, che interessa un'ampia fascia di territorio jonico.
"La Regione – conclude l'assessore - ha una linea ben precisa: no a nuove estrazioni. Le concessioni attuali sono una realtà che viene da lontano. Prendiamone atto. Ma il futuro è nelle nostre mani e dobbiamo saperlo gestire".
Le richieste delle società, raccolte dagli uffici del dipartimento ambiente, riguardavano cinque aree della Basilicata: tre sul versante jonico fino a Sant'Arcangelo e Senise; uno nell'area del parco di Gallipoli Cognato e dintorni; una, infine, nel comune di Tolve. Tutte e cinque le richieste sono state sottoposte al procedimento di Via, tutte con parere negativo del Comitato Tecnico Regionale per l'Ambiente. Dopo di che la giunta ha fatto proprio il giudizio di quest'ultimo.
Il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato "Tempa La Petrosa" e che riguardava i comuni di Colobraro, Montalbano Jonico, Nova Siri, Rotondella, San Giorgio Lucano, Tursi e Valsinni e Sant'Arcangelo e Senise, era stato richiesto dalla Total E&P Italia S.p.A..
Dopo le analisi sismiche del territorio, che si trova nel cuore dell'appennino meridionale, la società prevedeva la perforazione di un pozzo esplorativo di 3.500 metri di profondità, per la ricerca di idrocarburi. Il permesso è stato valutato dai tecnici della Regione in contrasto con l'art. 3 della L. 47/1998 che prevede l'impossibilità di agire all'interno di aree naturali protette e nei territori sottoposti a tutela paesistica. Infatti, quest'area comprende territori che fanno parte del Parco Nazionale del Pollino e interessati da Piani Paesaggistici di Area Vasta "Pollino" e "Metapontino". Di indubbie peculiarità naturalistiche-ambientali anche le aree classificate come: Important Bird Area (IBA), "Calanchi della Basilicata" e "Pollino e Orsomarso", ZPS, "Massiccio del Pollino e Monte Alpi", con particolari habitat e specie di flora e fauna.
"È un no ben ponderato, non aprioristico – ha affermato l'assessore Berlinguer. Vogliamo puntare anche su altre produzioni; altri beni comuni di cui la Basilicata è ricca". E ha aggiunto: "Paesaggio, natura, turismo, agricoltura, costituiscono un patrimonio inestimabile della Basilicata e su esso dobbiamo puntare".
Giudizio negativo anche per il permesso di ricerca denominato "Oliveto Lucano" di Total E&P Italia S.p.A. per i territori dei comuni di Accettura, Calciano, Cirigliano, Garaguso, San Mauro Forte, Stigliano, Oliveto Lucano e Tricarico e Albano di Lucania, Campomaggiore, Castelmezzano e Pietrapertosa. Le motivazioni del diniego riguardano il pregio naturalistico del territorio, incompatibile con ulteriori attività di ricerca e di coltivazione di idrocarburi. Inoltre, il permesso di ricerca interessa aree comprese nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato e nella Rete Natura 2000, quindi in contrasto con la loro politica protezionistica.
Il parere negativo ha riguardato, altresì, il permesso di ricerca denominato "Torrente Alvo" nel comune di Tolve, per la perforazione del pozzo esplorativo "San Simeone1″ proposto dalla società Appennine Oil & Gas S.p.A. e, ancora, negata la concessione idrocarburi denominata "Policoro" per cui era stato presentato il progetto per la perforazione del pozzo esplorativo "Molino Vecchio 1" da parte della società Gas Plus Italiana S.r.l.. Qui la perforazione risultava a soli 2 km dal SIC "Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica del Fiume Sinni". Ed, infine, permesso di ricerca respinto anche per la società Canoel Italia S.r.l. e per il suo progetto denominato "Fiume Cavone 1″ nel Comune di Pisticci. Qui la società aveva richiesto di rilevare accumuli di gas. Il C.T.R.A. ha ritenuto incompatibile l'attività estrattiva in un'area a principale vocazione agricola, per di più protetta da tutela paesaggistica e inserita nel Piano Territoriale del Metapontino, istituito nel febbraio del 1990, che interessa un'ampia fascia di territorio jonico.
"La Regione – conclude l'assessore - ha una linea ben precisa: no a nuove estrazioni. Le concessioni attuali sono una realtà che viene da lontano. Prendiamone atto. Ma il futuro è nelle nostre mani e dobbiamo saperlo gestire".