Politica
Referendum Costituzionale: si vota il 4 dicembre.
Ma sappiamo cosa andiamo a votare?
Matera - domenica 27 novembre 2016
Ora che è stata decisa la data ufficiale, il 4 dicembre, del referendum costituzionale sul disegno di legge Renzi-Boschi sorge spontanea la domanda. Ma sappiamo cosa andiamo a votare? Dallo scoramento delle persone e dalle facce dubbiose quando poniamo questa domanda siamo quasi certi che in pochi hanno veramente compreso cosa cambierà con questo importante voto a cui sono chiamati gli aventi diritto.
I cittadini italiani, voteranno se modificare la Costituzione e così ridimensionare le funzioni del Senato.
Partiamo dalla cosa più semplice. La scheda elettorale.
La scheda elettorale del referendum contiene un testo sotto forma di domanda che cita così: "Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente 'disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione' approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?".
Sotto al testo, vi sono 2 caselle da barrare per il "sì" e per il "no".
Ma come funziona un Referendum costituzionale?
Si tratta di un referendum confermativo, per cui il cittadino che vota "sì" vota a favore della riforma, mentre chi vota "no" si esprime in senso contrario ad essa.
Inoltre, in maniera analoga a tutti i referendum costituzionali, non è necessario il raggiungimento del quorum: la riforma passerà semplicemente se i voti a favore saranno più di quelli contrari.
1) Bicameralismo perfetto addio
La riforma costituzionale, quale principale modifica, introduce il superamento del bicameralismo paritario (o "perfetto") che vige oggi in Italia. In altre parole, Camera dei deputati e Senato hanno gli stessi compiti e gli stessi poteri; con l'approvazione della riforma, invece, le funzioni del Senato verrebbero fortemente ridotte e la sola Camera dovrebbe votare le leggi.
All'azione legislativa della Camera, quale unico limite, verrebbe posta la possibilità da parte del Senato di chiedere modifiche alla nuova legge con una votazione a maggioranza assoluta.
Potrebbe interessarti anche: Referendum costituzionale, approvata la data, si passi ai contenuti
2) Come cambia il Senato
Qualora vincesse il "sì" al referendum costituzione e venisse approvato il disegno di legge, il numero dei senatori sarebbe fortemente ridimensionato: si passerebbe dagli attuali 315 a 100, 74 dei quali sarebbero consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 di nomina del Presidente della Repubblica.
I senatori sarebbero chiamati a votare soltanto in casi peculiari, come ad esempio per le leggi che regolano i rapporti dello Stato con gli enti territoriali. Di fatto il Senato diverrebbe un rappresentante delle istituzioni territoriali ed eserciterebbe funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra lo Stato e l'Unione Europea.
3) Le altre riforme previste
Oltre a questi due punti, la legge costituzionale prevede la definitiva abolizione delle province (fatta eccezione per quelle autonome di Trento e Bolzano), che scompariranno come enti territoriali e verranno sostituite, almeno in parte, dalle città metropolitane.
Sarà abolito anche il CNEL, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, sempre rispecchiando un intento di semplificazione e snellimento delle istituzioni, il quale, ad oggi, ricopre funzioni di consulenza e iniziativa legislativa in supporto del Governo e delle Regioni.
Tutto chiaro? Noi crediamo ancora di no.
I cittadini italiani, voteranno se modificare la Costituzione e così ridimensionare le funzioni del Senato.
Partiamo dalla cosa più semplice. La scheda elettorale.
La scheda elettorale del referendum contiene un testo sotto forma di domanda che cita così: "Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente 'disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione' approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?".
Sotto al testo, vi sono 2 caselle da barrare per il "sì" e per il "no".
Ma come funziona un Referendum costituzionale?
Si tratta di un referendum confermativo, per cui il cittadino che vota "sì" vota a favore della riforma, mentre chi vota "no" si esprime in senso contrario ad essa.
Inoltre, in maniera analoga a tutti i referendum costituzionali, non è necessario il raggiungimento del quorum: la riforma passerà semplicemente se i voti a favore saranno più di quelli contrari.
1) Bicameralismo perfetto addio
La riforma costituzionale, quale principale modifica, introduce il superamento del bicameralismo paritario (o "perfetto") che vige oggi in Italia. In altre parole, Camera dei deputati e Senato hanno gli stessi compiti e gli stessi poteri; con l'approvazione della riforma, invece, le funzioni del Senato verrebbero fortemente ridotte e la sola Camera dovrebbe votare le leggi.
All'azione legislativa della Camera, quale unico limite, verrebbe posta la possibilità da parte del Senato di chiedere modifiche alla nuova legge con una votazione a maggioranza assoluta.
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2) Come cambia il Senato
Qualora vincesse il "sì" al referendum costituzione e venisse approvato il disegno di legge, il numero dei senatori sarebbe fortemente ridimensionato: si passerebbe dagli attuali 315 a 100, 74 dei quali sarebbero consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 di nomina del Presidente della Repubblica.
I senatori sarebbero chiamati a votare soltanto in casi peculiari, come ad esempio per le leggi che regolano i rapporti dello Stato con gli enti territoriali. Di fatto il Senato diverrebbe un rappresentante delle istituzioni territoriali ed eserciterebbe funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra lo Stato e l'Unione Europea.
3) Le altre riforme previste
Oltre a questi due punti, la legge costituzionale prevede la definitiva abolizione delle province (fatta eccezione per quelle autonome di Trento e Bolzano), che scompariranno come enti territoriali e verranno sostituite, almeno in parte, dalle città metropolitane.
Sarà abolito anche il CNEL, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, sempre rispecchiando un intento di semplificazione e snellimento delle istituzioni, il quale, ad oggi, ricopre funzioni di consulenza e iniziativa legislativa in supporto del Governo e delle Regioni.
Tutto chiaro? Noi crediamo ancora di no.