Politica
Quale futuro per il centro socio-educativo in via Fortunato?
Preoccupazione di nove consiglieri comunali
Matera - martedì 30 novembre 2021
Nove consiglieri comunali (Pasquale Doria, Cinzia Scarciolla, Milena Tosti, Marina Susi, Giovanni Schiuma, Augusto Toto, Mario Morelli, Nicola Casino e Adriana Violetto) puntano l'indice contro l'amministrazione comunale, ritenuta "cieca e sorda" sul quartiere noto come Giustino Fortunato. Secondo i nove consiglieri, il Comune "ignora la reale volontà dei cittadini".
Preoccupa l'obiettivo di "riqualificazione e parziale cambio di destinazione d'uso di un immobile sito alla Via Giustino Fortunato", perseguito dall'Ater, perché coinvolge soprattutto il futuro del Centro socio educativo presente nel quartiere fin dal 1993 che si occupa a livello di puro volontariato di minori indigenti svantaggiati, segnalati dal Servizio socio assistenziale del Comune, facendo leva sull'importanza dello studio e della formazione quale via di affrancamento dell'emarginazione di un numero di materani sempre più grande.
"Non c'è nessun rudere (quante falsità) ma persone che lavorano con amore per il prossimo - affermano i consiglieri comunali - e appare strano che il Comune ceda alle pressioni di un altro ente rinunciando alle sue prerogative nei confronti di cittadini svantaggiati e più deboli, invece di individuare una via alternativa, un altro suolo da assegnare all'Ater, proprietario dell'immobile di via Giustino Fortunato. Le soluzioni non mancano, basti pensare al patrimonio dell'Ater sparso sul territorio comunale. Va ricordato che in violazione di quanto espressamente previsto dallo strumento urbanistico e dei principi di democrazia partecipata, in fase di progettazione, non vi è stata la preventiva consultazione degli abitanti del quartiere al fine di valutare ed eventualmente assecondare le loro reali esigenze. Il tutto è strato presentato come già deciso con un manifestino attaccato ai muri del quartiere e, solo dopo, molto ipocritamente, si è cercato un minimo di confronto".
"Ma la nuova opera immaginata - dicono ancora i nove consiglieri - stride fortemente con la qualità architettonica dell'intero quartiere, il quale è costituito prevalentemente da ex case popolari le cui tecniche costruttive e standard architettonici sono completamente differenti da quanto si vorrebbe realizzare. Le opere di cui al progetto non tengono conto men che meno della densità abitativa già sovradimensionata del quartiere e neppure di un preliminare studio idrogeologico dell'area che, più di altro, avrebbe bisogno di una generale rigenerazione urbana volta a riqualificare realmente la qualità della vita degli abitanti. Non è mai stata dimostrata da parte dell'Ater e dell'Amministrazione comunale l'impossibilità di realizzare il medesimo intervento in altra, meglio ribadirlo, e il promesso confronto espresso nella scorsa estate con i residenti si è rivelato solamente una desolante presa in giro, quasi fossero figli di nessuno, benché regolarmente costituiti come associazione di quartiere a tutti gli effetti".
Preoccupa l'obiettivo di "riqualificazione e parziale cambio di destinazione d'uso di un immobile sito alla Via Giustino Fortunato", perseguito dall'Ater, perché coinvolge soprattutto il futuro del Centro socio educativo presente nel quartiere fin dal 1993 che si occupa a livello di puro volontariato di minori indigenti svantaggiati, segnalati dal Servizio socio assistenziale del Comune, facendo leva sull'importanza dello studio e della formazione quale via di affrancamento dell'emarginazione di un numero di materani sempre più grande.
"Non c'è nessun rudere (quante falsità) ma persone che lavorano con amore per il prossimo - affermano i consiglieri comunali - e appare strano che il Comune ceda alle pressioni di un altro ente rinunciando alle sue prerogative nei confronti di cittadini svantaggiati e più deboli, invece di individuare una via alternativa, un altro suolo da assegnare all'Ater, proprietario dell'immobile di via Giustino Fortunato. Le soluzioni non mancano, basti pensare al patrimonio dell'Ater sparso sul territorio comunale. Va ricordato che in violazione di quanto espressamente previsto dallo strumento urbanistico e dei principi di democrazia partecipata, in fase di progettazione, non vi è stata la preventiva consultazione degli abitanti del quartiere al fine di valutare ed eventualmente assecondare le loro reali esigenze. Il tutto è strato presentato come già deciso con un manifestino attaccato ai muri del quartiere e, solo dopo, molto ipocritamente, si è cercato un minimo di confronto".
"Ma la nuova opera immaginata - dicono ancora i nove consiglieri - stride fortemente con la qualità architettonica dell'intero quartiere, il quale è costituito prevalentemente da ex case popolari le cui tecniche costruttive e standard architettonici sono completamente differenti da quanto si vorrebbe realizzare. Le opere di cui al progetto non tengono conto men che meno della densità abitativa già sovradimensionata del quartiere e neppure di un preliminare studio idrogeologico dell'area che, più di altro, avrebbe bisogno di una generale rigenerazione urbana volta a riqualificare realmente la qualità della vita degli abitanti. Non è mai stata dimostrata da parte dell'Ater e dell'Amministrazione comunale l'impossibilità di realizzare il medesimo intervento in altra, meglio ribadirlo, e il promesso confronto espresso nella scorsa estate con i residenti si è rivelato solamente una desolante presa in giro, quasi fossero figli di nessuno, benché regolarmente costituiti come associazione di quartiere a tutti gli effetti".