Enti locali
Programma Sviluppo Rurale Basilicata 2014-2020
Innovazione, competitività, filiere, sostenibilità, governance territoriale
Matera - venerdì 29 gennaio 2016
15.10
«Dopo anni di disattenzioni e scelte non sempre corrette, dobbiamo ora investire in maniera coraggiosa, efficiente ed efficace sulle nostre risorse naturali: acqua, terra e foreste. Per fare questo dobbiamo parlare di investimenti, non di spesa, e dall'Europa ci viene dato un grande riconoscimento con il Psr: ammontano a 680 milioni di euro le risorse pubbliche stanziate per l'attuazione del programma della Basilicata (411,49 milioni di euro dal bilancio UE e 268,67 milioni di euro di cofinanziamento nazionale)», così ha esordito Luca Braia assessore regionale alle Politiche Agricole e Forestali durante l'evento di questa mattina "Seminiamo futuro".
Si parla di futuro sì, perché l'agricoltura lucana diventa oltre che una risorsa anche un'opportunità, da tradizione a innovazione, questi i concetti-chiave. Ben 51 mila aziende e una forza lavoro di 101 mila persone sono impegnate nel comparto agricolo lucano, numeri cospicui che non possono essere lasciati al caso. «L'agricoltura, come i Sassi, è stata ritenuta per tanto tempo una risorsa secondaria, ma oggi ritorna la consapevolezza del valore. Il 2019 non può essere solo un momento di spettacolo, ma deve farci recuperare anche le nostre origini, le nostre qualità», ha voluto sottolineare il sindaco di Matera. A ricoprire un ruolo fondamentale nella visione del Psr Basilicata, e quindi dell'agricoltura, è il connubio tra ruralità e sostenibilità che si traduce in qualità di vita. Per questo ha continuato Braia: «Concentreremo gli investimenti del nuovo Psr sulla formazione, innovazione, comunicazione, promozione, marketing dei prodotti premiando le aggregazione tra produttori, diversificazione del reddito e allo sviluppo delle aree interne grazie a turismo e cultura». Obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili che si ampliano con un ulteriore punto: far recuperare reddito ai produttori e agli agricoltori.
Ad intervenire è stata anche l'onorevole Maria Antezza che ha ribadito l'importanza della cooperazione tra le diverse regioni d'Italia superando i confini geografici in vista di nuove prospettive. Un'agricoltura che è cambiata nel corso dei tempi, perché a cambiare sono state le abitudine agroalimentari dei cittadini quindi «l'agricoltore non è più soltanto colui che produce cibo, ma è protagonista di identità, custode di saperi e di conoscenze specifiche. E diventa centrale anche nell'agenda politica e parlamentare come state vedendo nell'ultimo periodo». Le linee nazionali che accompagnano i 22 Psr indicano un'agricoltura che non intende più riguardare la nicchia, per questo Andrea Oliviero, viceministro Politiche Agricole e Forestali, ha parlato in termini di progettualità, anziché di assistenzialismo.
Il "made in Basilicata" sinonimo di qualità che non può restare soltanto nel locale, ma che bisogna valorizzare, farlo conoscere, a discapito dell'importazione di dubbia provenienza e qualità. Una Basilicata che non può restare immobile, ma può e deve diventare motore trainante del Mezzogiorno anche con nuove forme di attività: agricoltura sociale, fattorie didattiche, agriturismi. E l'inizio attività Psr è previsto per fine febbraio 2016 con i primi bandi.
Ma nonostante l'enorme opportunità del Psr, non sono pochi i problemi che ancora colpiscono il mondo agricolo: troppa burocrazia, difficoltà di accesso ai bandi, gli enormi costi della trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
a cura di Daniela Lella
Si parla di futuro sì, perché l'agricoltura lucana diventa oltre che una risorsa anche un'opportunità, da tradizione a innovazione, questi i concetti-chiave. Ben 51 mila aziende e una forza lavoro di 101 mila persone sono impegnate nel comparto agricolo lucano, numeri cospicui che non possono essere lasciati al caso. «L'agricoltura, come i Sassi, è stata ritenuta per tanto tempo una risorsa secondaria, ma oggi ritorna la consapevolezza del valore. Il 2019 non può essere solo un momento di spettacolo, ma deve farci recuperare anche le nostre origini, le nostre qualità», ha voluto sottolineare il sindaco di Matera. A ricoprire un ruolo fondamentale nella visione del Psr Basilicata, e quindi dell'agricoltura, è il connubio tra ruralità e sostenibilità che si traduce in qualità di vita. Per questo ha continuato Braia: «Concentreremo gli investimenti del nuovo Psr sulla formazione, innovazione, comunicazione, promozione, marketing dei prodotti premiando le aggregazione tra produttori, diversificazione del reddito e allo sviluppo delle aree interne grazie a turismo e cultura». Obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili che si ampliano con un ulteriore punto: far recuperare reddito ai produttori e agli agricoltori.
Ad intervenire è stata anche l'onorevole Maria Antezza che ha ribadito l'importanza della cooperazione tra le diverse regioni d'Italia superando i confini geografici in vista di nuove prospettive. Un'agricoltura che è cambiata nel corso dei tempi, perché a cambiare sono state le abitudine agroalimentari dei cittadini quindi «l'agricoltore non è più soltanto colui che produce cibo, ma è protagonista di identità, custode di saperi e di conoscenze specifiche. E diventa centrale anche nell'agenda politica e parlamentare come state vedendo nell'ultimo periodo». Le linee nazionali che accompagnano i 22 Psr indicano un'agricoltura che non intende più riguardare la nicchia, per questo Andrea Oliviero, viceministro Politiche Agricole e Forestali, ha parlato in termini di progettualità, anziché di assistenzialismo.
Il "made in Basilicata" sinonimo di qualità che non può restare soltanto nel locale, ma che bisogna valorizzare, farlo conoscere, a discapito dell'importazione di dubbia provenienza e qualità. Una Basilicata che non può restare immobile, ma può e deve diventare motore trainante del Mezzogiorno anche con nuove forme di attività: agricoltura sociale, fattorie didattiche, agriturismi. E l'inizio attività Psr è previsto per fine febbraio 2016 con i primi bandi.
Ma nonostante l'enorme opportunità del Psr, non sono pochi i problemi che ancora colpiscono il mondo agricolo: troppa burocrazia, difficoltà di accesso ai bandi, gli enormi costi della trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
a cura di Daniela Lella