Eventi e cultura
Presentazione del libro 'La ragazza sull'aquilone'
Un dibattito per andare oltre la disabilità
Matera - lunedì 9 novembre 2015
10.48 Comunicato Stampa
Sincerità, autenticità e passione. Questi i valori che hanno caratterizzato la serata organizzata da Altrimedia Edizioni per presentare il terzo libro di Carmen Pafundi "La ragazza sull'aquilone". Dopo un omaggio a Pino Mango, l'autrice lo ricorda all'inizio del suo libro citando la splendida canzone "La Terra degli Aquiloni", il giornalista Vito Bubbico ha avviato l'incontro.
Al centro, dell'iniziativa e del libro, la delicata questione del vivere come disabili e della necessità di avere cura gli uni degli altri senza distinzioni di sorta. L'assessore alle Politiche sociali del Comune di Matera, Marilena Antonicelli, ha insistito sulla necessità di "ripartire dalla scuola, perché la disabilità è negli occhi di chi guarda e i luoghi comuni si smontano a partire dalla educazione".
Anche Patrizia Orofino, in rappresentanza di Cittàchelegge, ha ricordato come "l'associazione nasce dalla consapevolezza che abbiamo bisogno di leggere, perché la lettura sostiene la lotta ai pregiudizi e la costruzione di una dimensione sociale più equa."
Carmen Pafundi ha parlato del suo libro tratteggiando anche il suo percorso di vita, quei silenzi e quel sentirsi mettere, spesso, da parte, che l'hanno costretta ad aggrapparsi ai propri quadri e alla propria scrittura per superare limiti oggettivi e solitudini. Una grandissima energia e una rara determinazione l'hanno condotta a liberare la fantasia, e il suo aquilone, nell'isola di Segezia. "Questo luogo, detto anche "l'isola degli aquiloni", è lo sfondo della storia che racconto, ma è anche lo scrigno di miei ricordi personali, difficili ma bellissimi che si riferiscono a Borgo Segezia, nei pressi di Foggia, dove ho trascorso alcuni anni della mia vita. Questo libro, come i miei altri due romanzi (Un albero di cachi sono stata e Le donne della merceria Alfani , editi per i tipi di Altrimedia Edizioni), narrano in particolare di donne, spesso lucane e con qualche difficoltà fisica (come me), che devono scegliere tra cosa avrebbero voluto essere e cosa possono fare."
Intense le suggestioni che hanno liberato dalla loro lettura, di alcuni estratti del libro, le lettrici Agata Altavilla e Maria Rosaria Viggiano; entrambe affascinate dalla narrazioni e scrupolose osservatrici del mondo descritto da Carmen. "Leggendo si aveva spesso l'impressione di trovarsi difronte a meravigliosi dipinti - ha sottolineato Agata Altavilla - che rendevano la scrittura ancora più ricca e vibrante; per non parlare dei tanti profumi che si sprigionano nel romanzo. Un viaggio straordinario perché a essere coinvolti sono tutti e cinque i sensi."
"Questo libro - ha aggiunto Maria Rosaria Viggiano - è importante per la bellezza della storia d'amore che viene narrata, per la certosina cura dei particolari, ma anche perché ti obbliga a fermarti e a ripensare il tuo essere persona qui e adesso."
Ulteriori spunti hanno arricchito il dibattito, la presidente dell'associazione Matera project, Giusi Montesano, ha riaffermato "l'urgenza di trovare soluzioni pratiche alla disabilità. Qualunque tipo di disabilità, perché non parliamo solo di disabilità fisica. Fare rete, discuterne, non rimanere soli ognuno nelle proprie difficoltà, cercare assieme delle risposte potrebbe essere l'antidoto all'isolamento e all'esclusione."
A chiudere la serata il saluto dell'editore Vito Epifania: "Ancora una volta la passione e la partecipazione del pubblico costituiscono la cifra del nostro impegno. In questi vent'anni abbiamo continuato a lavorare convinti che unire le persone, metterle insieme intorno ai grandi temi rappresenti l'occasione di diventare tutti protagonisti più responsabili del nostro tempo."
Al centro, dell'iniziativa e del libro, la delicata questione del vivere come disabili e della necessità di avere cura gli uni degli altri senza distinzioni di sorta. L'assessore alle Politiche sociali del Comune di Matera, Marilena Antonicelli, ha insistito sulla necessità di "ripartire dalla scuola, perché la disabilità è negli occhi di chi guarda e i luoghi comuni si smontano a partire dalla educazione".
Anche Patrizia Orofino, in rappresentanza di Cittàchelegge, ha ricordato come "l'associazione nasce dalla consapevolezza che abbiamo bisogno di leggere, perché la lettura sostiene la lotta ai pregiudizi e la costruzione di una dimensione sociale più equa."
Carmen Pafundi ha parlato del suo libro tratteggiando anche il suo percorso di vita, quei silenzi e quel sentirsi mettere, spesso, da parte, che l'hanno costretta ad aggrapparsi ai propri quadri e alla propria scrittura per superare limiti oggettivi e solitudini. Una grandissima energia e una rara determinazione l'hanno condotta a liberare la fantasia, e il suo aquilone, nell'isola di Segezia. "Questo luogo, detto anche "l'isola degli aquiloni", è lo sfondo della storia che racconto, ma è anche lo scrigno di miei ricordi personali, difficili ma bellissimi che si riferiscono a Borgo Segezia, nei pressi di Foggia, dove ho trascorso alcuni anni della mia vita. Questo libro, come i miei altri due romanzi (Un albero di cachi sono stata e Le donne della merceria Alfani , editi per i tipi di Altrimedia Edizioni), narrano in particolare di donne, spesso lucane e con qualche difficoltà fisica (come me), che devono scegliere tra cosa avrebbero voluto essere e cosa possono fare."
Intense le suggestioni che hanno liberato dalla loro lettura, di alcuni estratti del libro, le lettrici Agata Altavilla e Maria Rosaria Viggiano; entrambe affascinate dalla narrazioni e scrupolose osservatrici del mondo descritto da Carmen. "Leggendo si aveva spesso l'impressione di trovarsi difronte a meravigliosi dipinti - ha sottolineato Agata Altavilla - che rendevano la scrittura ancora più ricca e vibrante; per non parlare dei tanti profumi che si sprigionano nel romanzo. Un viaggio straordinario perché a essere coinvolti sono tutti e cinque i sensi."
"Questo libro - ha aggiunto Maria Rosaria Viggiano - è importante per la bellezza della storia d'amore che viene narrata, per la certosina cura dei particolari, ma anche perché ti obbliga a fermarti e a ripensare il tuo essere persona qui e adesso."
Ulteriori spunti hanno arricchito il dibattito, la presidente dell'associazione Matera project, Giusi Montesano, ha riaffermato "l'urgenza di trovare soluzioni pratiche alla disabilità. Qualunque tipo di disabilità, perché non parliamo solo di disabilità fisica. Fare rete, discuterne, non rimanere soli ognuno nelle proprie difficoltà, cercare assieme delle risposte potrebbe essere l'antidoto all'isolamento e all'esclusione."
A chiudere la serata il saluto dell'editore Vito Epifania: "Ancora una volta la passione e la partecipazione del pubblico costituiscono la cifra del nostro impegno. In questi vent'anni abbiamo continuato a lavorare convinti che unire le persone, metterle insieme intorno ai grandi temi rappresenti l'occasione di diventare tutti protagonisti più responsabili del nostro tempo."