Associazioni
Poteri invisibili, presentato il libro di Don Cozzi
Nasce il presidio "Libera" a Matera
Matera - venerdì 11 luglio 2014
12.55
Nella mediateca provinciale di Matera, ieri sera, 10 luglio, si è tenuta la presentazione del libro "Poteri invisibili" di Don Marcello Cozzi, vice-presidente nazionale dell'associazione Libera. Hanno partecipato all'evento Anna Maria Palermo, referente regionale di Libera Basilicata, Pasquale Doria, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e Don Marcello Cozzi, autore del libro.
L'incontro pubblico è cominciato con il ricordo di Francesco Tammone, rappresentante lucano delle forze dell'ordine ucciso dalla mafia 18 anni fa. Dopo di che si è ufficializzato il nuovo presidio di Libera a Matera con la coordinatrice, Margherita D'Anzi, che si è soffermata sulla trasparenza per sconfiggere l'invisibilità delle mafie. "La democrazia consiste anche nel pretendere informazione. Nando Dalla Chiesa ci suggeriva che per affrontare la guerra, nel nostro caso contro la mafia, dobbiamo combattere e conoscere il nemico". D'Anzi ha annunciato, inoltre, che il presidio collaborerà nelle attività a livello provinciale, regionale e nazionale di Libera.
Anna Maria Palermo ha tratto delle considerazioni sul nuovo libro di Cozzi e sulla differenza con il precedente "che è stato fondamentale per prendere coscienza di quello che accade attorno a noi". "Siamo più consapevoli della realtà che ci circonda. Ci sono delle commistioni tra i diversi poteri nel Paese, che permeano la società e provocano scoraggiamento. Ma credo ed invito ad utilizzare il libro come memoria e strumento per analizzare ciò che ci circonda e a reagire. Il popolo deve finire di essere suddito e deve pensare al diritto di essere rispettato".
Pasquale Doria ha dichiarato: "Cozzi interroga le coscienze. E' importante rendere ancora viva l'educazione civica. Il libro è un viaggio particolare nella criminalità in Basilicata. Ci sono state una serie di archiviazioni, prescrizioni e l'autore del libro pone una serie di interrogativi che danno luogo ad un labirinto dal quale non se ne esce. Il valore del libro è documentale: testimonia ciò che accade. La democrazia deve spazzare l'opacità della criminalità, garantendo trasparenza. Il potere invisibile è quello che nega la democrazia".
Assertivo l'intervento di Don Cozzi: "Reduci dall'episodio di Oppido Marmetina, l'impegno e il dovere della comunità è di non inchinarsi davanti a nessuno. Non possiamo inchinarci. Ci hanno raccontato storie di mafia a metà. La mafia è quella che cambia il corso della democrazia. La corruzione è terreno fertile. Per avere libertà, dignità e giustizia dobbiamo conoscere le persone a cui diamo fiducia. Bisogna restituire la dignità a chi non ha avuto giustizia. In questo libro ho prestato la penna a diverse vittime di mafia che hanno sete di giustizia e verità. Sono tornato sulle storie dopo che si erano spenti i riflettori delle telecamere, andando alla fonte primaria: le sentenze giudiziarie. Questo è quello che è accaduto, ora, in coscienza nostra, dobbiamo trarne le conseguenze ed agire di conseguenza".
Di seguito Don Cozzi, ha parlato, nello specifico della criminalità organizzata in Basilicata: "Non va sottovalutata l'aggressione criminale in Basilicata. Grazie alle forze dell'ordine e alla magistratura siamo riusciti ad arginare la criminalità, ma non abbiamo fatto abbastanza. Le ultime inchieste hanno rimarcato un avvicinamento tra manovalanza e personaggi politici. Dobbiamo pretendere una verità giudiziaria e storica". Prosegue sulla rappresentanza lucana: "E' facile inserire in un territorio sfilacciato, come il nostro, legami parentali. Lo spopolamento indebolisce i territori. La rappresentanza politica, ma anche dell'associazionismo, si è indebolita. Abbiamo perso credibilità, dobbiamo riacquisirla. Il problema culturale della Basilicata è il clientelismo, dobbiamo sconfiggerlo".
A conclusione dell'incontro Don Cozzi, ha rivolto un appello al pubblico: "Questo libro è stato scritto perché ognuno si faccia un'idea entrando nelle storie di criminalità lucana. Il libro è solo un veicolo. Non possiamo mai voltare la testa. Occhi aperti!".
L'incontro pubblico è cominciato con il ricordo di Francesco Tammone, rappresentante lucano delle forze dell'ordine ucciso dalla mafia 18 anni fa. Dopo di che si è ufficializzato il nuovo presidio di Libera a Matera con la coordinatrice, Margherita D'Anzi, che si è soffermata sulla trasparenza per sconfiggere l'invisibilità delle mafie. "La democrazia consiste anche nel pretendere informazione. Nando Dalla Chiesa ci suggeriva che per affrontare la guerra, nel nostro caso contro la mafia, dobbiamo combattere e conoscere il nemico". D'Anzi ha annunciato, inoltre, che il presidio collaborerà nelle attività a livello provinciale, regionale e nazionale di Libera.
Anna Maria Palermo ha tratto delle considerazioni sul nuovo libro di Cozzi e sulla differenza con il precedente "che è stato fondamentale per prendere coscienza di quello che accade attorno a noi". "Siamo più consapevoli della realtà che ci circonda. Ci sono delle commistioni tra i diversi poteri nel Paese, che permeano la società e provocano scoraggiamento. Ma credo ed invito ad utilizzare il libro come memoria e strumento per analizzare ciò che ci circonda e a reagire. Il popolo deve finire di essere suddito e deve pensare al diritto di essere rispettato".
Pasquale Doria ha dichiarato: "Cozzi interroga le coscienze. E' importante rendere ancora viva l'educazione civica. Il libro è un viaggio particolare nella criminalità in Basilicata. Ci sono state una serie di archiviazioni, prescrizioni e l'autore del libro pone una serie di interrogativi che danno luogo ad un labirinto dal quale non se ne esce. Il valore del libro è documentale: testimonia ciò che accade. La democrazia deve spazzare l'opacità della criminalità, garantendo trasparenza. Il potere invisibile è quello che nega la democrazia".
Assertivo l'intervento di Don Cozzi: "Reduci dall'episodio di Oppido Marmetina, l'impegno e il dovere della comunità è di non inchinarsi davanti a nessuno. Non possiamo inchinarci. Ci hanno raccontato storie di mafia a metà. La mafia è quella che cambia il corso della democrazia. La corruzione è terreno fertile. Per avere libertà, dignità e giustizia dobbiamo conoscere le persone a cui diamo fiducia. Bisogna restituire la dignità a chi non ha avuto giustizia. In questo libro ho prestato la penna a diverse vittime di mafia che hanno sete di giustizia e verità. Sono tornato sulle storie dopo che si erano spenti i riflettori delle telecamere, andando alla fonte primaria: le sentenze giudiziarie. Questo è quello che è accaduto, ora, in coscienza nostra, dobbiamo trarne le conseguenze ed agire di conseguenza".
Di seguito Don Cozzi, ha parlato, nello specifico della criminalità organizzata in Basilicata: "Non va sottovalutata l'aggressione criminale in Basilicata. Grazie alle forze dell'ordine e alla magistratura siamo riusciti ad arginare la criminalità, ma non abbiamo fatto abbastanza. Le ultime inchieste hanno rimarcato un avvicinamento tra manovalanza e personaggi politici. Dobbiamo pretendere una verità giudiziaria e storica". Prosegue sulla rappresentanza lucana: "E' facile inserire in un territorio sfilacciato, come il nostro, legami parentali. Lo spopolamento indebolisce i territori. La rappresentanza politica, ma anche dell'associazionismo, si è indebolita. Abbiamo perso credibilità, dobbiamo riacquisirla. Il problema culturale della Basilicata è il clientelismo, dobbiamo sconfiggerlo".
A conclusione dell'incontro Don Cozzi, ha rivolto un appello al pubblico: "Questo libro è stato scritto perché ognuno si faccia un'idea entrando nelle storie di criminalità lucana. Il libro è solo un veicolo. Non possiamo mai voltare la testa. Occhi aperti!".