Postazioni per gli ambulanti nei Sassi

Una situazione che va regolamentata, per evitare una "invasione" di bancarelle che deturpi i luoghi e che penalizzi gli esercenti. Bisogna intervenire con urgenza. Certo, ci vogliono delle regole. C'è bisogno, quanto prima, di mettere mani ad un regolamento che disciplini la vendita di prodotti da parte degli ambulanti nei Sassi.
Per il momento la soluzione più immediata, per regolarizzare la situazione e per tranquillizzare anche gli esercenti che hanno le proprie attività commerciali nei rioni antichi, è quella di creare delle postazioni temporanee.
A questo stanno lavorando a Palazzo di Città, dove si è all'opera per individuare degli stalli temporanei, nel cuore dei Sassi Baresano e Caveoso, per ospitare l'attività commerciali di venditori ambulanti provvisti di licenza per il commercio su aree pubbliche.
Una soluzione tampone, spiegano gli assessori comunali al Turismo, Mariangela Liantonio, e ai Sassi, Angela Fiore, in un incontro con le associazioni di categoria di commercianti, artigiani e piccola impresa.
Dal Comune verranno assegnati posti, in maniera transitoria, in attesa che venga stilato un regolamento che disciplini la vendita di prodotti non alimentari nel centro storico e nei Sassi.
"Il nostro intento – ha sottolineato l'assessore Liantonio – non è quello di approvare una sanatoria per gli abusivi, ma di rendere più ordinata, in via sperimentale, l'attività degli operatori che posseggono l'autorizzazione alla vendita su aree pubbliche, evitando l'effetto suk negli Antichi Rioni".
Senza, però, fare dei Sassi un grosso ipermercato a cielo aperto. Infatti, ha tenuto a precisare l'assessore ai Sassi Fiore, bisognerà tener conto della salvaguardia e del decoro del patrimonio paesaggistico, naturalistico ed architettonico, così da non snaturare le peculiarità del luogo, preservandone l'identità.
In pratica- dice Fiore- "l'idea è di dislocare gli stalli lungo un percorso che possa venire incontro alle esigenze dei turisti e degli operatori".
I rappresentanti delle associazioni di categoria e l'amministrazione comunale sono addivenuti ad un accordo sui requisiti e le modalità di assegnazione dei posti e sui principi che dovranno guidare la sperimentazione.