Politica
Petrolio in Basilicata, 10 permessi di ricerca e 18 nuove istanze
Berlinguer relaziona in consiglio regionale. Rinviata la decisione sul referendum abrogativo del M5S
Matera - mercoledì 22 luglio 2015
10.28
Attività estrattive nel territorio lucano. Questo uno dei punti più caldi all'ordine del giorno del consiglio regionale tenutosi ieri a Potenza. Un tema particolarmente delicato che ha portato qualche momento di tensione nel corso della riunione quando un gruppo di persone ha tentato di entrare in aula per seguire il dibattito. Al termine dell'incontro si è registrato un nulla di fatto e un rinvio della discussione alla prossima seduta del 27 Luglio.
"Si è ridotto tutto in farsa" è il commento di Gianni Leggieri, consigliere del Movimento 5 Stelle che ha visto rinviare alla prossima seduta l'esame di due proposte: la richiesta di un referendum abrogtaivo di alcuni articoli dello Sblocca Italia e l'istituzione di una commissione speciale sul tema delle estrazioni petrolifere.
"Le richieste del Movimento 5 stelle - scrive Leggieri - erano state annunciate nei giorni scorsi con vari comunicati stampa, ma probabilmente rispetto alle quali la maggioranza non era ancora preparata. Con il consigliere Perrino chiediamo al Consiglio di calendarizzare e votare a) una richiesta di referendum contro l'art. 35 del decreto sviluppo Italia e contro l'art. 38 dello Sblocca Italia, b) la istituzione di una commissione speciale al fine di verificare se, come da più parti sostenuto, vi siano state irregolarità da parte dell'Eni in Val d'Agri nell'attività estrattiva".
"Una mozione, quest'ultima – aggiunge - diretta anche a far valere, in ultima istanza, il comma 11 quater dell'art. 38 che prevede la possibilità di revoca del titolo concessorio in caso di violazioni di parte delle compagnie petrolifere. Due proposte che mettono subito in grande imbarazzo una maggioranza che sfila sulle spiagge di Policoro, ma che ha difficoltà a mettere in atto azioni concrete contro la politica energetica del Governo Renzi, contro le lobby del petrolio ed in difesa del popolo lucano e del territorio di questa Regione".
Successivamente, l'assessore regionale all'ambiente, Aldo Berlinguer, ha illustrato all'aula la situazione delle estrazioni petrolifere mostrando i dati aggiornati al 30 giugno 2015: "Per quanto riguarda i titoli minerari, risultano vigenti sul territorio regionale: 10 permessi di ricerca in terraferma (Aliano, Fosso Valdienna, Montalbano, Monte Negro, Serra San Bernardo, Teana, Tempa Moliano, Torrente Acqua Fredda, Torrente Alvo, Torrente La Vella); 20 concessioni di coltivazione (Calciano, Candela, Colabella, Fonte San Damiano, Garaguso, Gorgoglione, il Salice, masseria Monaco, masseria Viorano, monte Morrone, monte Verdese, Nova Siri scalo, Orsino, Policoro, Recoleta, San Teodoro, Scanzano, serra Pizzuta, Tempa Rossa, Val d'Agri). Non tutti i titoli minerari conferiti sono al momento operativi. Dei 10 permessi di ricerca vigenti 7 hanno una sospensione del decorso temporale in corso, mentre tra i 3 attivi (monte Negro, torrente Acqua Fredda, Torrente Alvo) ve ne è uno (torrente Acqua fredda) per il quale è stata presentata istanza di sospensione. Delle 20 concessioni di coltivazione 12 sono non produttive, per tre è stata presentata istanza di rinuncia (Colabella, Fonte San Damiano, Orsino), per tre è stata decretata la sospensione temporanea delle attività di coltivazione (San Teodoro, Scanzano, Il salice) per otto concessioni, che hanno superato la data di scadenza, è stata chiesta la proroga di vigenza.
Per quanto riguarda le richieste di nuovi permessi di ricerca, pendono in Basilicata 18 nuove istanze (Anzi, Frusci, Grotte del salice, il perito, la Bicocca, la Capriola, la Cerasa, masseria La Rocca, monte Cavallo, monte Li Foi, Muro Lucano, Oliveto Lucano, Palazzo San Gervasio, Pignola, San Fele, Satriano di Lucania, Tardiano, Tempa La Petrosa), che si trovano a differenti fasi del procedimento amministrativo di conferimento.
Infine, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha concluso il dibattito sul petrolio dichiarando: "Vogliamo cercare l'unità di fondo fra le Regioni, che viene creata dai sindaci, dai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Invece di innescare la miccia del dissenso a tutti i costi su questioni su cui possiamo divergere, come l'art. 38, proviamo a dialogare, ognuno con la propria rappresentanza, provando a dire che oltre il territorio utilizzato e oltre i 154 mila barili non si va, e per lo Jonio abbiamo altri progetti. Verificheremo insieme, nel rapporto con il Governo, e se non ci sarà il risultato, diremo alle altre Regioni 'facciamo fonte comune per la dignità del nostro popolo' e promuoveremo il referendum".
"Si è ridotto tutto in farsa" è il commento di Gianni Leggieri, consigliere del Movimento 5 Stelle che ha visto rinviare alla prossima seduta l'esame di due proposte: la richiesta di un referendum abrogtaivo di alcuni articoli dello Sblocca Italia e l'istituzione di una commissione speciale sul tema delle estrazioni petrolifere.
"Le richieste del Movimento 5 stelle - scrive Leggieri - erano state annunciate nei giorni scorsi con vari comunicati stampa, ma probabilmente rispetto alle quali la maggioranza non era ancora preparata. Con il consigliere Perrino chiediamo al Consiglio di calendarizzare e votare a) una richiesta di referendum contro l'art. 35 del decreto sviluppo Italia e contro l'art. 38 dello Sblocca Italia, b) la istituzione di una commissione speciale al fine di verificare se, come da più parti sostenuto, vi siano state irregolarità da parte dell'Eni in Val d'Agri nell'attività estrattiva".
"Una mozione, quest'ultima – aggiunge - diretta anche a far valere, in ultima istanza, il comma 11 quater dell'art. 38 che prevede la possibilità di revoca del titolo concessorio in caso di violazioni di parte delle compagnie petrolifere. Due proposte che mettono subito in grande imbarazzo una maggioranza che sfila sulle spiagge di Policoro, ma che ha difficoltà a mettere in atto azioni concrete contro la politica energetica del Governo Renzi, contro le lobby del petrolio ed in difesa del popolo lucano e del territorio di questa Regione".
Successivamente, l'assessore regionale all'ambiente, Aldo Berlinguer, ha illustrato all'aula la situazione delle estrazioni petrolifere mostrando i dati aggiornati al 30 giugno 2015: "Per quanto riguarda i titoli minerari, risultano vigenti sul territorio regionale: 10 permessi di ricerca in terraferma (Aliano, Fosso Valdienna, Montalbano, Monte Negro, Serra San Bernardo, Teana, Tempa Moliano, Torrente Acqua Fredda, Torrente Alvo, Torrente La Vella); 20 concessioni di coltivazione (Calciano, Candela, Colabella, Fonte San Damiano, Garaguso, Gorgoglione, il Salice, masseria Monaco, masseria Viorano, monte Morrone, monte Verdese, Nova Siri scalo, Orsino, Policoro, Recoleta, San Teodoro, Scanzano, serra Pizzuta, Tempa Rossa, Val d'Agri). Non tutti i titoli minerari conferiti sono al momento operativi. Dei 10 permessi di ricerca vigenti 7 hanno una sospensione del decorso temporale in corso, mentre tra i 3 attivi (monte Negro, torrente Acqua Fredda, Torrente Alvo) ve ne è uno (torrente Acqua fredda) per il quale è stata presentata istanza di sospensione. Delle 20 concessioni di coltivazione 12 sono non produttive, per tre è stata presentata istanza di rinuncia (Colabella, Fonte San Damiano, Orsino), per tre è stata decretata la sospensione temporanea delle attività di coltivazione (San Teodoro, Scanzano, Il salice) per otto concessioni, che hanno superato la data di scadenza, è stata chiesta la proroga di vigenza.
Per quanto riguarda le richieste di nuovi permessi di ricerca, pendono in Basilicata 18 nuove istanze (Anzi, Frusci, Grotte del salice, il perito, la Bicocca, la Capriola, la Cerasa, masseria La Rocca, monte Cavallo, monte Li Foi, Muro Lucano, Oliveto Lucano, Palazzo San Gervasio, Pignola, San Fele, Satriano di Lucania, Tardiano, Tempa La Petrosa), che si trovano a differenti fasi del procedimento amministrativo di conferimento.
Infine, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha concluso il dibattito sul petrolio dichiarando: "Vogliamo cercare l'unità di fondo fra le Regioni, che viene creata dai sindaci, dai consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Invece di innescare la miccia del dissenso a tutti i costi su questioni su cui possiamo divergere, come l'art. 38, proviamo a dialogare, ognuno con la propria rappresentanza, provando a dire che oltre il territorio utilizzato e oltre i 154 mila barili non si va, e per lo Jonio abbiamo altri progetti. Verificheremo insieme, nel rapporto con il Governo, e se non ci sarà il risultato, diremo alle altre Regioni 'facciamo fonte comune per la dignità del nostro popolo' e promuoveremo il referendum".