Cronaca
Pericolo amianto, lavori poco sicuri in Via Don Luigi Sturzo
Un nastro può bastare ad isolare la zona di rimozione del pericoloso materiale?
Matera - martedì 29 aprile 2014
08.30
Destano forti perplessità i lavori di rimozione dell'amianto iniziati nella giornata di ieri, 28 Aprile, sui tetti di alcune abitazioni del rione Villalongo di Matera.
Nella tarda mattinata alcuni operai, muniti dei dispositivi di sicurezza del caso, tuta bianca e mascherina, hanno dato il via a lavori di rimozione di lastre di amianto sui tetti delle case in via Don Luigi Sturzo. Si tratta di abitazioni risalenti alla fine degli anni Settanta. L'amianto, infatti, è stato utilizzato fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, navi e treni; dunque l'utilizzo di cemento con amianto, per la realizzazione di alcuni particolari della abitazioni, appare purtroppo normale.
Ma dal 1992 in Italia ne è stata proibita la lavorazione e la produzione.
Quello che risulta maggiormente strano, però, è il metodo di isolamento della zona per effettuare le delicate operazioni di rimozione del pericoloso materiale. La delimitazione dell'area è avvenuta, infatti, esclusivamente attraverso un nastro giallo posizionato a pochi metri dalla zona in cui sono in corso i lavori, riportante la scritta "Pericolo amianto".
L'amianto diventa pericoloso nel momento in cui, a causa di un indebolimento strutturale, si frantuma perdendo polveri che, se inalate, possono determinare malattie molto gravi. A questo punto ci si interroga su come possa ritenersi sufficiente un nastro per isolare la zona e, paradossalmente, bloccare le polveri pericolose. Ulteriore preoccupazione, inoltre, desta il fatto che le abitazioni sottostanti i tetti in causa pare non siano neppure state evacuate durante i lavori.
Ci si chiede, dunque, se chi abbia commissionato tali lavori sia al corrente delle possibili ripercussioni e come mai la salute dei cittadini e dell'ambiente non vengano mai tutelati come dovrebbero.
Nella tarda mattinata alcuni operai, muniti dei dispositivi di sicurezza del caso, tuta bianca e mascherina, hanno dato il via a lavori di rimozione di lastre di amianto sui tetti delle case in via Don Luigi Sturzo. Si tratta di abitazioni risalenti alla fine degli anni Settanta. L'amianto, infatti, è stato utilizzato fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, navi e treni; dunque l'utilizzo di cemento con amianto, per la realizzazione di alcuni particolari della abitazioni, appare purtroppo normale.
Ma dal 1992 in Italia ne è stata proibita la lavorazione e la produzione.
Quello che risulta maggiormente strano, però, è il metodo di isolamento della zona per effettuare le delicate operazioni di rimozione del pericoloso materiale. La delimitazione dell'area è avvenuta, infatti, esclusivamente attraverso un nastro giallo posizionato a pochi metri dalla zona in cui sono in corso i lavori, riportante la scritta "Pericolo amianto".
L'amianto diventa pericoloso nel momento in cui, a causa di un indebolimento strutturale, si frantuma perdendo polveri che, se inalate, possono determinare malattie molto gravi. A questo punto ci si interroga su come possa ritenersi sufficiente un nastro per isolare la zona e, paradossalmente, bloccare le polveri pericolose. Ulteriore preoccupazione, inoltre, desta il fatto che le abitazioni sottostanti i tetti in causa pare non siano neppure state evacuate durante i lavori.
Ci si chiede, dunque, se chi abbia commissionato tali lavori sia al corrente delle possibili ripercussioni e come mai la salute dei cittadini e dell'ambiente non vengano mai tutelati come dovrebbero.