Vita di città
Peep San Giacomo, oggi l’udienza in Tribunale
Adiconsum: “Il Comune perde tempo e fa finta di trovare soluzioni”
Matera - venerdì 26 settembre 2014
10.21
Peep San Giacomo: in programma questa mattina l'udienza in Tribunale.
Continua l'odissea dei cittadini materani residenti nella zona Peep di San Giacomo 2. Pur sembrando ancora lontana una risoluzione del contenzioso con il Comune di Matera sul tema degli oneri da pagare per il costo del suolo e le opere di urbanizzazione, si giunge oggi ad un nuovo capitolo della vicenda. Dopo l'udienza dinanzi al TAR, avvenuta lo scorso 24 Settembre, è prevista nella mattinata di oggi la seduta presso il Tribunale di Matera.
La vicenda va avanti dal 2007, quando il Comune di Matera, condannato a pagare un esproprio mai eseguito, ha deciso di rifarsi sulle famiglie. Ripercorrendo brevemente le tappe, negli anni '80 oltre 1.500 famiglie, a seguito di un provvedimento di occupazione d'urgenza, hanno costruito le loro abitazioni su aree edificabili private individuate dal Comune di Matera. Nella convenzione sottoscritta, all'epoca dei fatti, tra i Presidenti delle Cooperative e l'Amministrazione comunale, veniva riportato il decreto di occupazione d'urgenza e l'impegno del Comune a procedere con l'esproprio definitivo dei suoli. Poiché l'amministrazione non ha provveduto a ciò nel termine massimo dei 5 anni previsti dalla legge, è stata condannata a pagare ai proprietari dei suoli il valore di mercato dei terreni, più gli interessi, più le spese legali, rivalutazione, etc. che hanno fatto lievitare i costi dei suoli di oltre il 400 per cento. La scelta fatta è stata, dunque, quella di rivalersi sui cittadini.
I soci delle cooperative edilizie interessate non hanno ritenuto opportuno pagare una cifra esorbitante a causa di un errore del Comune e così, guidati dall'associazione Adiconsum, hanno impugnato la richiesta di pagamento delle somme sia dinanzi al TAR di Basilicata sia dinanzi al Giudice Ordinario di Matera.
Nel corso degli anni si sono tenuti diversi incontri tra i contendenti per giungere ad una soluzione stragiudiziale ma l'unico risultato ottenuto è stata una diminuzione degli importi richiesti ai cittadini. Un esito non ritenuto soddisfacente dalle famiglie. Il presidente dell'Adiconsum sottolinea di aver richiesto al sindaco Adduce, in data 21 Settembre 2014, un ulteriore riunione al fine di giungere, in extremis, ad un possibile appianamento, ma tale domanda non ha mai ricevuto una risposta.
In vista dell'udienza presso il Tar, la Giunta Comunale si è limitata ad approvare, in data 23 Settembre 2014, una delibera con la quale viene definito che i cittadini debbano pagare le somme così come ridimensionate nel 2012 (tramite delibera num. 168 del 09.05.12), concedendo esclusivamente che tali importi siano comprensivi del corrispettivo da pagare al Comune per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà dei suoli concessi e l'eliminazione dei vincoli convenzionali.
"Ma non era questo l'oggetto del contenzioso – denuncia Angelo Festa, presidente dell'Adiconsum – e i nostri avvocati lo hanno fatto presente anche ieri (24 Settembre, n.d.r.) dinanzi al Tar il quale si è riservato di decidere in merito. Tanto più che soltanto una delle cooperative interessate ha il diritto di superficie e quasi nessuno dei soci ha intenzione di vendere l'abitazione".
"La verità è che il Comune continua a confondere le acque e a perdere tempo senza voler giungere ad una risoluzione definitiva del problema poiché si tratta di una situazione troppo spinosa – continua Festa – ma non è ammissibile che debbano essere i cittadini a pagare gli errori dell'amministrazione".
Continua l'odissea dei cittadini materani residenti nella zona Peep di San Giacomo 2. Pur sembrando ancora lontana una risoluzione del contenzioso con il Comune di Matera sul tema degli oneri da pagare per il costo del suolo e le opere di urbanizzazione, si giunge oggi ad un nuovo capitolo della vicenda. Dopo l'udienza dinanzi al TAR, avvenuta lo scorso 24 Settembre, è prevista nella mattinata di oggi la seduta presso il Tribunale di Matera.
La vicenda va avanti dal 2007, quando il Comune di Matera, condannato a pagare un esproprio mai eseguito, ha deciso di rifarsi sulle famiglie. Ripercorrendo brevemente le tappe, negli anni '80 oltre 1.500 famiglie, a seguito di un provvedimento di occupazione d'urgenza, hanno costruito le loro abitazioni su aree edificabili private individuate dal Comune di Matera. Nella convenzione sottoscritta, all'epoca dei fatti, tra i Presidenti delle Cooperative e l'Amministrazione comunale, veniva riportato il decreto di occupazione d'urgenza e l'impegno del Comune a procedere con l'esproprio definitivo dei suoli. Poiché l'amministrazione non ha provveduto a ciò nel termine massimo dei 5 anni previsti dalla legge, è stata condannata a pagare ai proprietari dei suoli il valore di mercato dei terreni, più gli interessi, più le spese legali, rivalutazione, etc. che hanno fatto lievitare i costi dei suoli di oltre il 400 per cento. La scelta fatta è stata, dunque, quella di rivalersi sui cittadini.
I soci delle cooperative edilizie interessate non hanno ritenuto opportuno pagare una cifra esorbitante a causa di un errore del Comune e così, guidati dall'associazione Adiconsum, hanno impugnato la richiesta di pagamento delle somme sia dinanzi al TAR di Basilicata sia dinanzi al Giudice Ordinario di Matera.
Nel corso degli anni si sono tenuti diversi incontri tra i contendenti per giungere ad una soluzione stragiudiziale ma l'unico risultato ottenuto è stata una diminuzione degli importi richiesti ai cittadini. Un esito non ritenuto soddisfacente dalle famiglie. Il presidente dell'Adiconsum sottolinea di aver richiesto al sindaco Adduce, in data 21 Settembre 2014, un ulteriore riunione al fine di giungere, in extremis, ad un possibile appianamento, ma tale domanda non ha mai ricevuto una risposta.
In vista dell'udienza presso il Tar, la Giunta Comunale si è limitata ad approvare, in data 23 Settembre 2014, una delibera con la quale viene definito che i cittadini debbano pagare le somme così come ridimensionate nel 2012 (tramite delibera num. 168 del 09.05.12), concedendo esclusivamente che tali importi siano comprensivi del corrispettivo da pagare al Comune per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà dei suoli concessi e l'eliminazione dei vincoli convenzionali.
"Ma non era questo l'oggetto del contenzioso – denuncia Angelo Festa, presidente dell'Adiconsum – e i nostri avvocati lo hanno fatto presente anche ieri (24 Settembre, n.d.r.) dinanzi al Tar il quale si è riservato di decidere in merito. Tanto più che soltanto una delle cooperative interessate ha il diritto di superficie e quasi nessuno dei soci ha intenzione di vendere l'abitazione".
"La verità è che il Comune continua a confondere le acque e a perdere tempo senza voler giungere ad una risoluzione definitiva del problema poiché si tratta di una situazione troppo spinosa – continua Festa – ma non è ammissibile che debbano essere i cittadini a pagare gli errori dell'amministrazione".