Ospedale e sanità
Ordine infermieri, appello alla Regione: coinvolgerci nel piano sanitario
L'organizzazione : "bene proroga delle strutture complesse"
Matera - mercoledì 9 dicembre 2020
Comunicato Stampa
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Matera, in cui si torna a chiedere l'attuazione della legge regionale n° 13 del 2010 per l'istituzione del Servizio delle professioni sanitarie e del relativo Osservatorio, a seguito delle recenti dichiarazioni dell'assessore lucano alla Sanità, Leone, in merito all'urgenza di una riorganizzazione del sistema.
"Accogliamo con favore le dichiarazioni dell'assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Leone, in merito all'adozione di una delibera di Giunta che scongiura la chiusura di alcune strutture complesse negli ospedali lucani, tra cui quello di Matera, che assicura: "non si tocca e continueremo a lavorare per potenziarlo".
Ci fa piacere, inoltre, apprendere dallo stesso Leone – nella stessa nota - "l'emergenza che stiamo vivendo ha messo in evidenza l'urgenza di riorganizzare i sistemi sanitari per rispondere in maniera più adeguata ai bisogni di salute dei cittadini".
Speriamo vivamente, a questo punto, che l'assessore lucano alla Sanità la smetta di glissare sulla nostra richiesta di attuare una legge regionale in materia, in vigore dal febbraio del 2010, per riconoscere anche agli infermieri un ruolo importante di partecipazione alla programmazione strategica che, ad oggi, continua ad essergli negato tanto nella redazione del Piano sanitario regionale quanto nella composizione della task-force per l'emergenza Covid.
Stiamo parlando della L.R. n°13 del 5 febbraio 2010, con la quale si istituì anche in Basilicata il Servizio delle Professioni sanitarie, tra cui quelle infermieristiche, in ogni azienda sanitaria, con "l'obiettivo di assicurare una adeguata risposta ai bisogni di salute dei singoli e della collettività, mediante l'ottimizzazione, il coordinamento ed il controllo di qualità delle prestazioni".
La stessa legge, all'articolo 2, prevede anche l'istituzione "presso la Regione dell'Osservatorio delle Professioni Sanitarie e Sociali, col compito di coadiuvare l'assessore alla Sanità e le aziende Sanitarie nella definizione delle modalità organizzative ed attuative delle norme" che regolano le nostre professioni.
Questa legge, di fatto, riconosce il valore formativo e professionale dell'infermiere dando alla categoria un ruolo di rappresentanza in seno agli organi decisionali delle strategie e della gestione dei servizi sanitari territoriali, oltre a quella medica e politica.
Riteniamo che questo periodo di emergenza stia facendo comprendere alla comunità il ruolo-cardine dell'infermiere nel rapporto medico-paziente, ammesso che ancora ce ne fosse bisogno. Ecco perché un'amministrazione che professa a più riprese di voler potenziare l'ospedale di Matera, pur rispettando le leggi del Governo centrale, dovrebbe non solo garantire elementi certi che vadano in questa direzione ma rispettare anche le regole che essa stessa si è imposta.
Siamo certi che l'attuazione di questa legge porterebbe a modelli di gestione più efficaci per l'utenza, capaci di invertire anche la tendenza alla migrazione sanitaria verso la Puglia o altre regioni limitrofe e di garantire assunzioni di personale (oggi carente) mirate a sanare ormai ataviche lacune, nelle giuste modalità.
Di qui l'ennesimo appello all'assessore regionale alla Sanità, Leone, che – ci auguriamo – stavolta non resti inascoltato, poiché le leggi vanno rispettate, tutte ed indistintamente".
"Accogliamo con favore le dichiarazioni dell'assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Leone, in merito all'adozione di una delibera di Giunta che scongiura la chiusura di alcune strutture complesse negli ospedali lucani, tra cui quello di Matera, che assicura: "non si tocca e continueremo a lavorare per potenziarlo".
Ci fa piacere, inoltre, apprendere dallo stesso Leone – nella stessa nota - "l'emergenza che stiamo vivendo ha messo in evidenza l'urgenza di riorganizzare i sistemi sanitari per rispondere in maniera più adeguata ai bisogni di salute dei cittadini".
Speriamo vivamente, a questo punto, che l'assessore lucano alla Sanità la smetta di glissare sulla nostra richiesta di attuare una legge regionale in materia, in vigore dal febbraio del 2010, per riconoscere anche agli infermieri un ruolo importante di partecipazione alla programmazione strategica che, ad oggi, continua ad essergli negato tanto nella redazione del Piano sanitario regionale quanto nella composizione della task-force per l'emergenza Covid.
Stiamo parlando della L.R. n°13 del 5 febbraio 2010, con la quale si istituì anche in Basilicata il Servizio delle Professioni sanitarie, tra cui quelle infermieristiche, in ogni azienda sanitaria, con "l'obiettivo di assicurare una adeguata risposta ai bisogni di salute dei singoli e della collettività, mediante l'ottimizzazione, il coordinamento ed il controllo di qualità delle prestazioni".
La stessa legge, all'articolo 2, prevede anche l'istituzione "presso la Regione dell'Osservatorio delle Professioni Sanitarie e Sociali, col compito di coadiuvare l'assessore alla Sanità e le aziende Sanitarie nella definizione delle modalità organizzative ed attuative delle norme" che regolano le nostre professioni.
Questa legge, di fatto, riconosce il valore formativo e professionale dell'infermiere dando alla categoria un ruolo di rappresentanza in seno agli organi decisionali delle strategie e della gestione dei servizi sanitari territoriali, oltre a quella medica e politica.
Riteniamo che questo periodo di emergenza stia facendo comprendere alla comunità il ruolo-cardine dell'infermiere nel rapporto medico-paziente, ammesso che ancora ce ne fosse bisogno. Ecco perché un'amministrazione che professa a più riprese di voler potenziare l'ospedale di Matera, pur rispettando le leggi del Governo centrale, dovrebbe non solo garantire elementi certi che vadano in questa direzione ma rispettare anche le regole che essa stessa si è imposta.
Siamo certi che l'attuazione di questa legge porterebbe a modelli di gestione più efficaci per l'utenza, capaci di invertire anche la tendenza alla migrazione sanitaria verso la Puglia o altre regioni limitrofe e di garantire assunzioni di personale (oggi carente) mirate a sanare ormai ataviche lacune, nelle giuste modalità.
Di qui l'ennesimo appello all'assessore regionale alla Sanità, Leone, che – ci auguriamo – stavolta non resti inascoltato, poiché le leggi vanno rispettate, tutte ed indistintamente".