Territorio
Nucleare: la Regione prepara le carte
Per contrastare la localizzazione del deposito. Ecco la mappa di Matera
Matera - lunedì 1 febbraio 2021
La Regione esamina i territori lucani, indicati nella carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito nucleare, per preparare le osservazioni ed esprimere la propria contrarietà.
Esame già svolto per l'area bradanica fra Genzano, Acerenza, Oppido lucano e Irsina, dove la Sogin ha individuato 7 aree. Il tavolo tecnico sulla "struttura antropica", istituito dal Dipartimento ambiente della Regione Basilicata, ne ha escluso l'idoneità.
L'area è fortemente vocata all'agricoltura (con più di mille aziende impegnate soprattutto nell'attività cerealicola di altissima qualità, con produzioni come il grano Senatore Cappelli e la lenticchia Igp di Altamura), rientra nella proposta di delimitazione delle zone di interesse archeologico del piano paesaggistico regionale per la presenza di masserie, fontane, tratturi, coincide con la zona dell'antica via Appia indicata nella proposta progettuale del Ministero dei beni culturali denominata ''Appia regina viarum'' ed è indicata dal Ministero dello sviluppo economico per la realizzazione di progetti di agricoltura di precisione.
Altrettanto verrà fatto per i siti indicati nei territori di Matera, Montescaglioso, Bernalda e Montalbano Jonico.
''La nostra opposizione netta alla localizzazione del deposito in Basilicata si basa anche su solide motivazioni scientifiche - afferma il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi - che riguardano le caratteristiche e le vocazioni dei nostri territori. Ringrazio i nostri tecnici ed i rappresentanti di tutte le istituzioni, degli ordini professionali e del tessuto associativo che ci stanno supportando in queste ore. L'attività dei gruppi di lavoro prosegue in un rapporto trasparente e proficuo con i territori, e credo che saremo in grado di produrre osservazioni molto ben curate e approfondite su tutti i siti indicati dalla Sogin e sui vari aspetti tematici. Osservazioni che rafforzano il nostro no chiaro e forte a qualunque ipotesi di ubicazione in Basilicata di una simile realizzazione''.
Secondo l'assessore all'ambiente Gianni Rosa la classificazione delle aree è ''basata su informazioni vecchie e parziali e su un quadro evidentemente non aggiornato - sottolinea - che non tiene conto delle peculiarità produttive, paesaggistiche ed archeologiche di questo territorio e degli ingenti investimenti pubblici programmati dalla Regione e dallo Stato, con il coinvolgimento diretto di almeno tre Ministeri, per lo sviluppo del cosiddetto granaio della Basilicata, cioè a supporto di produzioni agricole di altissima qualità e dei beni culturali ed ambientali di grande interesse che sono presenti in quella zona''.
Esame già svolto per l'area bradanica fra Genzano, Acerenza, Oppido lucano e Irsina, dove la Sogin ha individuato 7 aree. Il tavolo tecnico sulla "struttura antropica", istituito dal Dipartimento ambiente della Regione Basilicata, ne ha escluso l'idoneità.
L'area è fortemente vocata all'agricoltura (con più di mille aziende impegnate soprattutto nell'attività cerealicola di altissima qualità, con produzioni come il grano Senatore Cappelli e la lenticchia Igp di Altamura), rientra nella proposta di delimitazione delle zone di interesse archeologico del piano paesaggistico regionale per la presenza di masserie, fontane, tratturi, coincide con la zona dell'antica via Appia indicata nella proposta progettuale del Ministero dei beni culturali denominata ''Appia regina viarum'' ed è indicata dal Ministero dello sviluppo economico per la realizzazione di progetti di agricoltura di precisione.
Altrettanto verrà fatto per i siti indicati nei territori di Matera, Montescaglioso, Bernalda e Montalbano Jonico.
''La nostra opposizione netta alla localizzazione del deposito in Basilicata si basa anche su solide motivazioni scientifiche - afferma il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi - che riguardano le caratteristiche e le vocazioni dei nostri territori. Ringrazio i nostri tecnici ed i rappresentanti di tutte le istituzioni, degli ordini professionali e del tessuto associativo che ci stanno supportando in queste ore. L'attività dei gruppi di lavoro prosegue in un rapporto trasparente e proficuo con i territori, e credo che saremo in grado di produrre osservazioni molto ben curate e approfondite su tutti i siti indicati dalla Sogin e sui vari aspetti tematici. Osservazioni che rafforzano il nostro no chiaro e forte a qualunque ipotesi di ubicazione in Basilicata di una simile realizzazione''.
Secondo l'assessore all'ambiente Gianni Rosa la classificazione delle aree è ''basata su informazioni vecchie e parziali e su un quadro evidentemente non aggiornato - sottolinea - che non tiene conto delle peculiarità produttive, paesaggistiche ed archeologiche di questo territorio e degli ingenti investimenti pubblici programmati dalla Regione e dallo Stato, con il coinvolgimento diretto di almeno tre Ministeri, per lo sviluppo del cosiddetto granaio della Basilicata, cioè a supporto di produzioni agricole di altissima qualità e dei beni culturali ed ambientali di grande interesse che sono presenti in quella zona''.