Vita di città
Niente grandi eventi, a Matera si sceglie la qualità
In città aumentano mugugni e malumori tra i commercianti
Matera - giovedì 3 novembre 2016
10.39
Paura di diventare grandi?
Sembra questa la patologia di cui sembra soffrire la città di Matera. Da un lato un riconoscimento di importanza europea, l'essere Capitale della Cultura nel 2019, dall'altro il rifuggire i grandi eventi che sono panacea per il tessuto economico della comunità ospitante. Prima fu il "Presepe vivente nei Sassi'' che nel 2015 si celebrò non senza una coda infinita di polemiche. L'anno seguente toccò alla 2° edizione dello "gnamfest" saltato per le insofferenze politiche ad ospitare eventi di massa, nonostante lo stesso avesse fatto registrare l'anno precedente il tutto esaurito.
Oggi è toccato alla Rai che ha deciso di portare il Capodanno a Potenza. C'è chi parla di uno scippo, chi della cieca contropartita del potere politico del Capoluogo di Regione, chi invece spulcia la delibera di Giunta regionale, scoprendo che quel trasferimento non sarebbe stato inizialmente neppure concepito.
Resta però la convinzione che al grande evento si preferisca una programmazione "slow" della cultura, traguardata sempre come qualità e non come quantità. Qualità che non sempre fa rima con redditività in Città. Si osserva all'assenza di sinergie tra pubblico e privato che portino ad una ottimizzazione dei servizi e alla creazione dei sottoservizi essenziali per ospitare eventi di massa.
Infrastrutture incisive di trasformazioni di lungo periodo che caratterizzano una città ospitante la culla della cultura, come la costruzione o la ristrutturazione/riqualificazione di impianti e arene multifunzionali, di sistemi di trasporto e altre infrastrutture ad essi collegate. In questi casi sono coinvolte non solo le infrastrutture necessarie all'evento, ma anche quelle di uso pubblico "corrente". Senza dimenticare che la cittadinanza che ospita un grande evento, si trova ad affrontare nuove conoscenze e ad accogliere specifiche competenze: organizzatori, dipendenti e volontari portano nuove competenze nella fase organizzativa, nella gestione delle risorse umane, della gestione della sicurezza, nell'ospitalità e nella pianificazione generale dei servizi. Il tutto si traduce in "benefici sociali". In quali acque la Città di Matera ha deciso navigare per arrivare al 2019?
Nell'attesa che l'arcano trovi risposta in Città aumentano i mal di pancia tra gli addetti ai lavori.
Sembra questa la patologia di cui sembra soffrire la città di Matera. Da un lato un riconoscimento di importanza europea, l'essere Capitale della Cultura nel 2019, dall'altro il rifuggire i grandi eventi che sono panacea per il tessuto economico della comunità ospitante. Prima fu il "Presepe vivente nei Sassi'' che nel 2015 si celebrò non senza una coda infinita di polemiche. L'anno seguente toccò alla 2° edizione dello "gnamfest" saltato per le insofferenze politiche ad ospitare eventi di massa, nonostante lo stesso avesse fatto registrare l'anno precedente il tutto esaurito.
Oggi è toccato alla Rai che ha deciso di portare il Capodanno a Potenza. C'è chi parla di uno scippo, chi della cieca contropartita del potere politico del Capoluogo di Regione, chi invece spulcia la delibera di Giunta regionale, scoprendo che quel trasferimento non sarebbe stato inizialmente neppure concepito.
Resta però la convinzione che al grande evento si preferisca una programmazione "slow" della cultura, traguardata sempre come qualità e non come quantità. Qualità che non sempre fa rima con redditività in Città. Si osserva all'assenza di sinergie tra pubblico e privato che portino ad una ottimizzazione dei servizi e alla creazione dei sottoservizi essenziali per ospitare eventi di massa.
Infrastrutture incisive di trasformazioni di lungo periodo che caratterizzano una città ospitante la culla della cultura, come la costruzione o la ristrutturazione/riqualificazione di impianti e arene multifunzionali, di sistemi di trasporto e altre infrastrutture ad essi collegate. In questi casi sono coinvolte non solo le infrastrutture necessarie all'evento, ma anche quelle di uso pubblico "corrente". Senza dimenticare che la cittadinanza che ospita un grande evento, si trova ad affrontare nuove conoscenze e ad accogliere specifiche competenze: organizzatori, dipendenti e volontari portano nuove competenze nella fase organizzativa, nella gestione delle risorse umane, della gestione della sicurezza, nell'ospitalità e nella pianificazione generale dei servizi. Il tutto si traduce in "benefici sociali". In quali acque la Città di Matera ha deciso navigare per arrivare al 2019?
Nell'attesa che l'arcano trovi risposta in Città aumentano i mal di pancia tra gli addetti ai lavori.