Vita di città
Nessun risarcimento a chi assalta il carro della Bruna e si fa male
Il Tribunale dà ragione al comitato
Matera - venerdì 15 febbraio 2019
10.03
Chi assale il carro trionfale della Madonna della Bruna, nel giorno della festa patronale, lo fa a proprio rischio e pericolo. Ad affermare questo principio non sono bastati gli avvertimenti del comitato organizzatore della festa patronale e le raccomandazioni espresse dall'ordinanza del sindaco De Ruggieri, è stata necessaria una sentenza di un giudice.
Il tribunale civile di Matera, infatti, ha sancito in maniera definitiva il principio che, chi si fa male durante il tradizionale assalto al carro trionfale della Bruna, non ha diritto a risarcimento da parte degli organizzatori della Festa.
Una sentenza resasi necessaria dopo che un cittadino nel corso dell'assalto al carro avvenuto il 2 luglio 2012, ha fatto causa contro l'Associazione Maria SS. della Bruna e il Comune di Matera, pretendendo il risarcimento dei danni subiti in seguito ad un infortunio occorsogli nella concitazione della distruzione del carro. Una richiesta ritenuta non legittima dal Tribunale, con la condanna dello stesso a pagare le spese processuali.
A dare notizia della sentenza è stato il presidente del comitato, Mimì Andrisani che ha spiegato come il Tribunale, facendo proprie le argomentazioni difensive dell'associazione, dopo una puntuale ricostruzione delle dinamiche della Festa, ha stabilito che "l' assalto per tradizione deve avvenire nel centro della piazza e gli assalitori del carro, generalmente, scavalcando le transenne poste a protezione del percorso e della incolumità degli altri spettatori, oppure forzando il cordone delle Forze dell'Ordine cercano di salire sul carro mentre è ancora in movimento per strappare, appunto, i pezzi più significativi dello stesso".
Insomma, la situazione di pericolo nasce da una mancanza di osservazione delle regole che chi assale il carro deliberatamente vìola, consapevole del rischio a cui va incontro, in quelle fasi notoriamente concitate della festa.
Come accertato dal giudice che nella sentenza spiega come sia "indubitabile che l'infortunio occorso al ricorrente sia addebitabile alla sua stessa scelta, avventata e contraria a qualsiasi comportamento precauzionale".
Quindi, una sentenza per certi versi storica secondo il comitato organizzatore della festa che ribadisce come non ci sono pretese legittime da parte degli assalitori, e dunque -commenta sardonico Andrisani- "chi è causa del suo mal, pianga sé stesso".
Il tribunale civile di Matera, infatti, ha sancito in maniera definitiva il principio che, chi si fa male durante il tradizionale assalto al carro trionfale della Bruna, non ha diritto a risarcimento da parte degli organizzatori della Festa.
Una sentenza resasi necessaria dopo che un cittadino nel corso dell'assalto al carro avvenuto il 2 luglio 2012, ha fatto causa contro l'Associazione Maria SS. della Bruna e il Comune di Matera, pretendendo il risarcimento dei danni subiti in seguito ad un infortunio occorsogli nella concitazione della distruzione del carro. Una richiesta ritenuta non legittima dal Tribunale, con la condanna dello stesso a pagare le spese processuali.
A dare notizia della sentenza è stato il presidente del comitato, Mimì Andrisani che ha spiegato come il Tribunale, facendo proprie le argomentazioni difensive dell'associazione, dopo una puntuale ricostruzione delle dinamiche della Festa, ha stabilito che "l' assalto per tradizione deve avvenire nel centro della piazza e gli assalitori del carro, generalmente, scavalcando le transenne poste a protezione del percorso e della incolumità degli altri spettatori, oppure forzando il cordone delle Forze dell'Ordine cercano di salire sul carro mentre è ancora in movimento per strappare, appunto, i pezzi più significativi dello stesso".
Insomma, la situazione di pericolo nasce da una mancanza di osservazione delle regole che chi assale il carro deliberatamente vìola, consapevole del rischio a cui va incontro, in quelle fasi notoriamente concitate della festa.
Come accertato dal giudice che nella sentenza spiega come sia "indubitabile che l'infortunio occorso al ricorrente sia addebitabile alla sua stessa scelta, avventata e contraria a qualsiasi comportamento precauzionale".
Quindi, una sentenza per certi versi storica secondo il comitato organizzatore della festa che ribadisce come non ci sono pretese legittime da parte degli assalitori, e dunque -commenta sardonico Andrisani- "chi è causa del suo mal, pianga sé stesso".