Territorio
Nasce l'area marina provinciale "Mare della Magna Grecia"
Via libera dalla Regione Basilicata per difendere lo Jonio dalle mire petrolifere
Matera - martedì 15 gennaio 2019
La giunta regionale della Basilicata ha istituito un nuovo sito della rete ''Natura 2000'' denominato ''Mare della Magna Grecia'' e ne proporrà il formale riconoscimento alla Commissione europea.
Si tratta della prima area protetta marina nello Jonio. Il sito è costituito da una porzione di mare antistante la costa lucana caratterizzata dalla presenza di numerose specie di mammiferi marini: frequentissimi sono gli avvistamenti di delfini, megattere e capodogli ed è stata rilevata anche la presenza della tartaruga marina nidificante sulla costa. Tutta la fascia marino-costiera riveste inoltre una indubbia importanza anche come corridoio di migrazione di un ricco contingente di specie ornitiche.
Le due specie di maggior rilievo dal punto di vista ecologico sono il Tursiope (Tursiops truncatus) e la Tartaruga marina (Caretta caretta), oggetto entrambe di un caso ''EU Pilot'' a livello europeo. Il fragile sistema terra-mare che caratterizza tutto l'ambito marino - costiero jonico è soggetto ad una serie di pressioni e di minacce che rischiano di compromettere la tenuta complessiva dei territori caratterizzati da agricoltura di qualità, turismo, pesca tradizionale e da emergenze storico-culturali nonché naturalistiche di rilievo.
L'iter per giungere a tale risultato è partito nel 2014 con un protocollo d'intesa tra la Regione e i Comuni della fascia costiera. L'area marina risponde anche ad un'esigenza di tutela poiché il mare Jonio fa gola alle compagnia energetiche e petrolifere per la ricerca di idrocarburi. Tre istanze di permesso di ricerca con la tecnica dell'air gun (il forte getto d'aria verso i fondali) hanno ricevuto l'assenso il 7 dicembre dal Ministero dello sviluppo economico, in prosecuzione di iter già avviati.
''Con la proposta di questo primo sito nello Jonio non solo si prova a tutelare direttamente la fascia individuata - sottolinea a tal proposito l'assessore regionale all'ambiente Francesco Pietrantuono - ma si dimostra in maniera più ampia la delicatezza di quel mare e l'incompatibilità totale con ogni forma di sfruttamento petrolifero''.
Si tratta della prima area protetta marina nello Jonio. Il sito è costituito da una porzione di mare antistante la costa lucana caratterizzata dalla presenza di numerose specie di mammiferi marini: frequentissimi sono gli avvistamenti di delfini, megattere e capodogli ed è stata rilevata anche la presenza della tartaruga marina nidificante sulla costa. Tutta la fascia marino-costiera riveste inoltre una indubbia importanza anche come corridoio di migrazione di un ricco contingente di specie ornitiche.
Le due specie di maggior rilievo dal punto di vista ecologico sono il Tursiope (Tursiops truncatus) e la Tartaruga marina (Caretta caretta), oggetto entrambe di un caso ''EU Pilot'' a livello europeo. Il fragile sistema terra-mare che caratterizza tutto l'ambito marino - costiero jonico è soggetto ad una serie di pressioni e di minacce che rischiano di compromettere la tenuta complessiva dei territori caratterizzati da agricoltura di qualità, turismo, pesca tradizionale e da emergenze storico-culturali nonché naturalistiche di rilievo.
L'iter per giungere a tale risultato è partito nel 2014 con un protocollo d'intesa tra la Regione e i Comuni della fascia costiera. L'area marina risponde anche ad un'esigenza di tutela poiché il mare Jonio fa gola alle compagnia energetiche e petrolifere per la ricerca di idrocarburi. Tre istanze di permesso di ricerca con la tecnica dell'air gun (il forte getto d'aria verso i fondali) hanno ricevuto l'assenso il 7 dicembre dal Ministero dello sviluppo economico, in prosecuzione di iter già avviati.
''Con la proposta di questo primo sito nello Jonio non solo si prova a tutelare direttamente la fascia individuata - sottolinea a tal proposito l'assessore regionale all'ambiente Francesco Pietrantuono - ma si dimostra in maniera più ampia la delicatezza di quel mare e l'incompatibilità totale con ogni forma di sfruttamento petrolifero''.