Politica
Mulino Cerere-Tandoi, Pedicini (M5S) interroga la commissione europea
Chiesti chiarimenti in merito a malversazione di fondi pubblici
Matera - sabato 10 settembre 2016
9.33
Malversazione di fondi pubblici da parte della Tandoi Spa che operava in un mulino-pastificio nella città di Matera. E' il motivo per il quale l'imprenditore della società è stato condannato da parte della Corte di Cassazione nella sentenza numero 346 del 2016, ma rappresenta anche l'oggetto dell'interrogazione - a firma dell'euro-parlamentare del Movimento 5 Stelle, Piernicola Pedicini - rivolta alla commissione europea e finalizzata a richiedere quali provvedimenti sono stati adottati da parte dell'Unione europea nel merito.
Riavvolgendo il nastro della vicenda, per la realizzazione ed avvio del mulino – inizialmente di proprietà della Cerere srl - fu stanziato un finanziamento europeo a fondo perduto di circa sei milioni di euro approvato dal ministero del Tesoro nel 1999 e concesso nell'ambito della misura "Patto della Provincia di Matera". E tra l'altro l'Ue, in deroga ad una norma comunitaria, aveva concesso che il mulino della Cerere Srl operasse solo per fornire la semola di grano duro al pastificio della stessa società e non in conto terzi e/o per commercializzare detta semola sul libero mercato.
In seguito, racconta Pedicini, "la società Cerere fu ceduta, per due milioni e seicentomila euro, alla Tandoi SpA di Corato in Puglia che non ha più rispettato quanto previsto dall'Unione europea. La nuova società pugliese dirottava oltre i due terzi della semola prodotta, presso altri suoi impianti sparsi sul territorio a fini commerciali, e questo in violazione del vincolo di destinazione imposto all'atto dell'erogazione dei fondi europei. Quanto detto è stato confermato dai giudici della Corte di Cassazione con la sentenza di condanna".
"Da ricordare – continua l'europarlamentare pentastellato - che la società Cerere Srl di Matera era stata costituita da agricoltori con l'intento di produrre del grano di qualità della pregiata varietà denominata 'Senatore Cappelli' e che la complessa vicenda è stata oggetto per vari anni di una serie di procedure e inchieste giudiziarie che hanno investito soggetti pubblici e privati".
La questione sarà chiarita dall'Olaf, l'ufficio europeo per la lotta antifrode che svolge indagini sulla corruzione e su gravi irregolarità all'interno delle istituzioni dell'Unione europea.
Riavvolgendo il nastro della vicenda, per la realizzazione ed avvio del mulino – inizialmente di proprietà della Cerere srl - fu stanziato un finanziamento europeo a fondo perduto di circa sei milioni di euro approvato dal ministero del Tesoro nel 1999 e concesso nell'ambito della misura "Patto della Provincia di Matera". E tra l'altro l'Ue, in deroga ad una norma comunitaria, aveva concesso che il mulino della Cerere Srl operasse solo per fornire la semola di grano duro al pastificio della stessa società e non in conto terzi e/o per commercializzare detta semola sul libero mercato.
In seguito, racconta Pedicini, "la società Cerere fu ceduta, per due milioni e seicentomila euro, alla Tandoi SpA di Corato in Puglia che non ha più rispettato quanto previsto dall'Unione europea. La nuova società pugliese dirottava oltre i due terzi della semola prodotta, presso altri suoi impianti sparsi sul territorio a fini commerciali, e questo in violazione del vincolo di destinazione imposto all'atto dell'erogazione dei fondi europei. Quanto detto è stato confermato dai giudici della Corte di Cassazione con la sentenza di condanna".
"Da ricordare – continua l'europarlamentare pentastellato - che la società Cerere Srl di Matera era stata costituita da agricoltori con l'intento di produrre del grano di qualità della pregiata varietà denominata 'Senatore Cappelli' e che la complessa vicenda è stata oggetto per vari anni di una serie di procedure e inchieste giudiziarie che hanno investito soggetti pubblici e privati".
La questione sarà chiarita dall'Olaf, l'ufficio europeo per la lotta antifrode che svolge indagini sulla corruzione e su gravi irregolarità all'interno delle istituzioni dell'Unione europea.