Cronaca
Mulino Alvino, il Tar ferma tutti. Permesso a costruire annullato
Accolto il ricorso di alcuni cittadini, la modalità di approvazione risulta illegittima
Matera - martedì 22 aprile 2014
11.06
Enorme bega sulla vicenda Mulino Alvino. Il permesso a costruire, che l'amministrazione comunale aveva rilasciato alla Co.Ge.M. srl, è stato, per sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, annullato.
Alcuni cittadini, nello specifico: Marino Trizio, Michele Morelli, Angela Raffaella Dragone, Eustachio Rondinone e Maria Teresa Valentino, avevano impugnato il permesso rilasciato da dirigente del Servizio Urbanistica del Comune di Matera, poi approvato in Giunta per riqualificare l'area del Mulino Alvino e poter costruire abitazioni in via Dante, (all'angolo con via dei Bizantini) una perequazione tra la possibilità di costruire alloggi per la vendita, ed un servizio alla città della Co.Ge.M., grazie al ritorno in vita della fatiscente struttura alle porte di Matera.
Ma, era stata proprio la modalità di approvazione la parte incriminata. Infatti, solitamente un'azione di questo tipo deve obbligatoriamente passare per l'assenso con votazione da parte del Consiglio comunale, tenuto invece fuori.
Analizzati tutti i dettagli, la commissione del Tar di Basilicata, composta dal presidente Giancarlo Pennetti, dal consigliere Pasquale Mastrantuono e dal Primo referendario, nonchè estensore Paola Anna Gemma Di Cesare, ha stabilito l'illegittimità del provvedimento, revocando il permesso.
Nel frattempo, in via Dante la società ha già provveduto a dare il via alla costruzione del previsto immobile, per uso abitativo e commerciale, mentre la zona del Mulino Alvino, dove sono stati abbattuti i silos, è rimasta ferma. Diversi erano stati gli interventi per la richiesta di chiarimenti, anche da parte di consiglieri comunali, come Angelo Cotugno, ma nessuna risposta era arrivata.
Intanto, la Co.Ge.M. ha ceduto i diritti sul Mulino Alvino all'imprenditore Nicola Benedetto, che aveva preannunciato di vole dare nuova vita al Mulino riprendendo la produzione di grano e pasta. Anche in questo caso c'erano state dure discussioni sul tema, perchè la destinazione d'uso (per la città) intesa nell'accordo iniziale, veniva a perdersi per l'idea imprenditoriale, ma c'erano dubbi anche sullo possibilità di effettuare o meno la cessione dell'area ad un terzo da parte della Co.Ge.M.
A questo punto tutto resta in bilico, e bisognerà attendere a questo punto le decisioni dell'amministrazione.
Alcuni cittadini, nello specifico: Marino Trizio, Michele Morelli, Angela Raffaella Dragone, Eustachio Rondinone e Maria Teresa Valentino, avevano impugnato il permesso rilasciato da dirigente del Servizio Urbanistica del Comune di Matera, poi approvato in Giunta per riqualificare l'area del Mulino Alvino e poter costruire abitazioni in via Dante, (all'angolo con via dei Bizantini) una perequazione tra la possibilità di costruire alloggi per la vendita, ed un servizio alla città della Co.Ge.M., grazie al ritorno in vita della fatiscente struttura alle porte di Matera.
Ma, era stata proprio la modalità di approvazione la parte incriminata. Infatti, solitamente un'azione di questo tipo deve obbligatoriamente passare per l'assenso con votazione da parte del Consiglio comunale, tenuto invece fuori.
Analizzati tutti i dettagli, la commissione del Tar di Basilicata, composta dal presidente Giancarlo Pennetti, dal consigliere Pasquale Mastrantuono e dal Primo referendario, nonchè estensore Paola Anna Gemma Di Cesare, ha stabilito l'illegittimità del provvedimento, revocando il permesso.
Nel frattempo, in via Dante la società ha già provveduto a dare il via alla costruzione del previsto immobile, per uso abitativo e commerciale, mentre la zona del Mulino Alvino, dove sono stati abbattuti i silos, è rimasta ferma. Diversi erano stati gli interventi per la richiesta di chiarimenti, anche da parte di consiglieri comunali, come Angelo Cotugno, ma nessuna risposta era arrivata.
Intanto, la Co.Ge.M. ha ceduto i diritti sul Mulino Alvino all'imprenditore Nicola Benedetto, che aveva preannunciato di vole dare nuova vita al Mulino riprendendo la produzione di grano e pasta. Anche in questo caso c'erano state dure discussioni sul tema, perchè la destinazione d'uso (per la città) intesa nell'accordo iniziale, veniva a perdersi per l'idea imprenditoriale, ma c'erano dubbi anche sullo possibilità di effettuare o meno la cessione dell'area ad un terzo da parte della Co.Ge.M.
A questo punto tutto resta in bilico, e bisognerà attendere a questo punto le decisioni dell'amministrazione.