Territorio
Molto spesso il prezzo basso nasconde il business delle Agromafie
In Italia un fenomeno dilagante. Ma in Basilicata e a Matera?
Matera - sabato 18 marzo 2017
Anche se in pochi ne conoscono il significato, per "Agromafia" si intendono attività illecite della criminalità organizzata che coinvolgono tutto il comparto agricolo e la filiera alimentare, dove la criminalità investe denaro sporco per controllare settori 'puliti' quali la ristorazione, la grande distribuzione e persino il turismo agricolo, accanto alle ingerenze illegali in settori già consolidati come il ciclo dei rifiuti, le coltivazioni e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli.
Dall'Agromafia quasi nessuna regione italiana può dichiararsi immune. Sono ormai all'ordine del giorno scandali, arresti, sequestri e chiusure anche di importanti centri di raccolta e di smistamento della materia prima. Tanti i consumatori finali che si sono sempre interrogati sul perché di una anomala lievitazione dei prezzi in alcuni periodo, o del perché uno scaffale fosse pieno di una materia prima insolita per la zona e non ricca dei prodotti del posto.
Associazione per delinquere di stampo mafioso e camorristico, concorso in associazione mafiosa, truffa, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, contraffazione di marchi, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori sono le tipologie di illeciti riscontrate con più frequenza da parte delle organizzazioni criminali operanti nel settore agroalimentare con il business delle Agromafie che ha superato i 16 miliardi di euro nel 2015.
E' quanto è emerso all'incontro di presentazione del quarto Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare. Per raggiungere l'obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo e abusivismo edilizio, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. Gli aspetti patologici dell'indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a 4 volte nella filiera che va dal produttore al consumatore, sono la conseguenza non solo dell'effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto, secondo l'analisi della Direzione Investigativa Antimafia.
Ma passiamo alla nostra Basilicata e a Matera per la precisione. In Basilicata c'è un livello medio basso l'intensità del fenomeno delle agromafie in Basilicata, un risultato che pone la regione tra quelle con minore incidenza del problema del Mezzogiorno. In particolare Matera il 48esimo posto della speciale classifica.
Nel 2016 si e' registrata un'impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano dove quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti (dai limoni alle nocciole, dall'olio al vino) e animali con un ritorno prepotente dell'abigeato.
Come difendersi? Iniziamo ad imparare a leggere le etichette. Ha comprare dal nostro fornitore di fiducia il prodotto a KM 0. Ad interrogarci sulla provenienza delle materie prime e a non farci più ingannare dal prezzo civetta. Molto spesso il prezzo basso nasconde il business delle agromafie.
Dall'Agromafia quasi nessuna regione italiana può dichiararsi immune. Sono ormai all'ordine del giorno scandali, arresti, sequestri e chiusure anche di importanti centri di raccolta e di smistamento della materia prima. Tanti i consumatori finali che si sono sempre interrogati sul perché di una anomala lievitazione dei prezzi in alcuni periodo, o del perché uno scaffale fosse pieno di una materia prima insolita per la zona e non ricca dei prodotti del posto.
Associazione per delinquere di stampo mafioso e camorristico, concorso in associazione mafiosa, truffa, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, contraffazione di marchi, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori sono le tipologie di illeciti riscontrate con più frequenza da parte delle organizzazioni criminali operanti nel settore agroalimentare con il business delle Agromafie che ha superato i 16 miliardi di euro nel 2015.
E' quanto è emerso all'incontro di presentazione del quarto Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare. Per raggiungere l'obiettivo i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo e abusivismo edilizio, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell'estorsione e dell'intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. Gli aspetti patologici dell'indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a 4 volte nella filiera che va dal produttore al consumatore, sono la conseguenza non solo dell'effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto, secondo l'analisi della Direzione Investigativa Antimafia.
Ma passiamo alla nostra Basilicata e a Matera per la precisione. In Basilicata c'è un livello medio basso l'intensità del fenomeno delle agromafie in Basilicata, un risultato che pone la regione tra quelle con minore incidenza del problema del Mezzogiorno. In particolare Matera il 48esimo posto della speciale classifica.
Nel 2016 si e' registrata un'impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano dove quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti (dai limoni alle nocciole, dall'olio al vino) e animali con un ritorno prepotente dell'abigeato.
Come difendersi? Iniziamo ad imparare a leggere le etichette. Ha comprare dal nostro fornitore di fiducia il prodotto a KM 0. Ad interrogarci sulla provenienza delle materie prime e a non farci più ingannare dal prezzo civetta. Molto spesso il prezzo basso nasconde il business delle agromafie.