Cronaca
'Mio ex compagno ha tentato di uccidermi'. Ma è tutto falso
Una donna di Matera denunciata per calunnia
Matera - venerdì 24 luglio 2020
13.17
Una donna materana di 38 anni è stata denunciata per calunnia dalla polizia per aver falsamente incolpato il suo ex compagno ed ex convivente, 29enne del posto, di averla aggredita e di aver tentato di ucciderla. L'indagine, condotta dalla squadra mobile e coordinata dalla Procura, ha portato all'archiviazione della posizione dell'uomo che era indagato, come atto dovuto.
La donna aveva denunciato di essere stata vittima di un tentato omicidio da parte del proprio ex convivente. Riferiva di essere stata aggredita dall'ex subito dopo essere rientrata in casa, in cui l'uomo si era introdotto di nascosto; lui l'avrebbe colpita alle spalle, spinta di testa contro il muro strappandole dei capelli, e le avrebbe coperto il capo con una busta di plastica, col chiaro intento di soffocarla; avrebbe poi stretto la busta intorno alla gola, stringendola con un laccio. La donna sarebbe caduta a terra e, poco prima di perdere i sensi, sarebbe stata colpita con calci e pugni dal proprio aggressore. Sarebbe rimasta quindi in quella condizione per circa tre ore, fino a quando il proprio padre, insospettitosi per la sua assenza, non la trovava riversa a terra esanime e la salvava, poco prima che sul posto giungesse personale del 118.
L'uomo si è sempre dichiarato estraneo alle accuse di tentato omicidio, violenza privata, minacce e lesioni, fornendo la ricostruzione dei suoi spostamenti nella serata del presunto tentato omicidio.
L'alibi è stato riscontrato da testimoni, inoltre la visione dell'impianto di videosorveglianza ha consentito agli investigatori di capire che nel lasso di tempo in cui sarebbe avvenuta la presunta aggressione nessuno era entrato o uscito dal condominio della donna.
Ulteriori indagini sono state effettuate sul traffico telefonico, sugli smartphone dei due ex conviventi, sulla dinamica del tentato omicidio apparsa inverosimile soprattutto per le tre ore rimaste con il capo chiuso nella busta di plastica. Inoltre i capelli, che a suo dire erano stati strappati dall'uomo, risultano tagliati con le forbici perché presentano un taglio netto.
Pure la maglia non era stata strappata, come dichiarato, ma erano stati fatti dei fori con uno spillone. Per la polizia e la Procura è stata una messinscena e il movente di questo assurdo gesto andrebbe ricercato nei rancori che la donna nutriva nei confronti del proprio ex compagno, dovuti alla burrascosa conclusione della loro relazione, che aveva comportato dissidi anche per motivi economici.
La donna, che viene accusata di calunnia per aver falsamente incolpato il suo ex convivente pur sapendolo innocente, ha presentato richiesta di patteggiamento. Solo grazie alle accurate indagini è stato evitato che un innocente potesse essere condannato a vari anni di reclusione per tentato omicidio.
La donna aveva denunciato di essere stata vittima di un tentato omicidio da parte del proprio ex convivente. Riferiva di essere stata aggredita dall'ex subito dopo essere rientrata in casa, in cui l'uomo si era introdotto di nascosto; lui l'avrebbe colpita alle spalle, spinta di testa contro il muro strappandole dei capelli, e le avrebbe coperto il capo con una busta di plastica, col chiaro intento di soffocarla; avrebbe poi stretto la busta intorno alla gola, stringendola con un laccio. La donna sarebbe caduta a terra e, poco prima di perdere i sensi, sarebbe stata colpita con calci e pugni dal proprio aggressore. Sarebbe rimasta quindi in quella condizione per circa tre ore, fino a quando il proprio padre, insospettitosi per la sua assenza, non la trovava riversa a terra esanime e la salvava, poco prima che sul posto giungesse personale del 118.
L'uomo si è sempre dichiarato estraneo alle accuse di tentato omicidio, violenza privata, minacce e lesioni, fornendo la ricostruzione dei suoi spostamenti nella serata del presunto tentato omicidio.
L'alibi è stato riscontrato da testimoni, inoltre la visione dell'impianto di videosorveglianza ha consentito agli investigatori di capire che nel lasso di tempo in cui sarebbe avvenuta la presunta aggressione nessuno era entrato o uscito dal condominio della donna.
Ulteriori indagini sono state effettuate sul traffico telefonico, sugli smartphone dei due ex conviventi, sulla dinamica del tentato omicidio apparsa inverosimile soprattutto per le tre ore rimaste con il capo chiuso nella busta di plastica. Inoltre i capelli, che a suo dire erano stati strappati dall'uomo, risultano tagliati con le forbici perché presentano un taglio netto.
Pure la maglia non era stata strappata, come dichiarato, ma erano stati fatti dei fori con uno spillone. Per la polizia e la Procura è stata una messinscena e il movente di questo assurdo gesto andrebbe ricercato nei rancori che la donna nutriva nei confronti del proprio ex compagno, dovuti alla burrascosa conclusione della loro relazione, che aveva comportato dissidi anche per motivi economici.
La donna, che viene accusata di calunnia per aver falsamente incolpato il suo ex convivente pur sapendolo innocente, ha presentato richiesta di patteggiamento. Solo grazie alle accurate indagini è stato evitato che un innocente potesse essere condannato a vari anni di reclusione per tentato omicidio.