Scuola e Lavoro
Mensa scolastica, i sindacati replicano al sindaco
"Stiamo tutelando i diritti dei lavoratori nel cambio di gestione"
Matera - giovedì 12 gennaio 2023
12.50
Ancora incerta la data della ripresa del servizio di mensa scolastica. Il Comune ha fatto sapere che il nuovo gestore inizierà nella prossima settimana ma senza indicare una data. L'amministrazione comunale in una nota ieri ha sottolineato che ci sono "resistenze sindacali".
La replica non si è fatta attendere. I segretari territoriali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Marcella Conese, Emanuela Sardone e Fabio Tundo hanno risposto con un altro comunicato. "Apprendiamo con sgomento quanto dichiarato dal Comune di Matera - affermano - in merito al servizio di refezione scolastica e al relativo cambio di appalto, passaggio che vede impegnate le parti, ormai da giorni, in una lunga e difficile trattativa. Nonostante la ditta uscente Ladisa abbia fatto pervenire alle scriventi l'elenco del personal oggetto di clausola sociale in data 28 dicembre 2022, documento necessario alla discussione, già in data 5 gennaio ha avuto luogo il primo incontro con le aziende. Come ben sapete, in quanto costantemente informati seppur informalmente, il suddetto elenco aveva subito rettifiche nei giorni successivi all'apertura della trattativa e l'iniziale proposta di assunzione, avanzata dalla ditta subentrante, prevedeva un taglio delle ore contrattuali alle maestranze».
«Nonostante non fossero state fornite informazioni precise né sulla data di subentro né sull'agibilità del nuovo centro cottura – continuano Conese, Sardone e Tundo – le scriventi, al fine di scongiurare un peggioramento delle condizioni contrattuali, hanno proseguito nel confronto fino a pervenire ad un punto d'incontro – in corso di formalizzazione – con le rispettive aziende. Ciononostante, un comunicato da parte del Comune di Matera addebita ad 'una ostinata ed inspiegabile resistenza sindacale' la causa della mancata riattivazione del servizio. Come ben saprete le organizzazioni sindacali non hanno il potere di bloccare l'attivazione o la prosecuzione di un servizio pubblico essenziale, né in caso di cambio appalto né addirittura nel caso in cui i lavoratori, lesi nei propri diritti, diano mandato di sciopero ai sensi della L. 146/90».
«Le procedure dei cambi di gestione, così come rivenienti nei contratti collettivi nazionali, – spiegano i segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs – sono tese a garantire le posizioni individuali dei lavoratori aventi diritto e la verifica circa la corretta applicazione delle norme da parte delle aziende coinvolte nei cambi di appalto. Ne consegue che, anche nei casi in cui non si pervenga ad un accordo tra le parti, le procedure assumono rilevanza sotto un profilo di tutela dei diritti delle maestranze e non possono certo interferire nei rapporti contrattuali tra committente e soggetto affidatario dell'appalto. Per quanto sopra, ben consapevoli che quanto puntualizzato sia già nella piena conoscenza de soggetti deputati a garantire il corretto funzionamento dei servizi pubblici essenziali del Comune di Matera», Filcams, Fisascat e Uiltucs invitano l'amministrazione comunale a «desistere dal fare dichiarazioni non veritiere in quanto diffamatorie e non rispettose di quei lavoratori che, in questo momento, stanno combattendo per la tutela del proprio salario e del proprio posto di lavoro».
La replica non si è fatta attendere. I segretari territoriali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Marcella Conese, Emanuela Sardone e Fabio Tundo hanno risposto con un altro comunicato. "Apprendiamo con sgomento quanto dichiarato dal Comune di Matera - affermano - in merito al servizio di refezione scolastica e al relativo cambio di appalto, passaggio che vede impegnate le parti, ormai da giorni, in una lunga e difficile trattativa. Nonostante la ditta uscente Ladisa abbia fatto pervenire alle scriventi l'elenco del personal oggetto di clausola sociale in data 28 dicembre 2022, documento necessario alla discussione, già in data 5 gennaio ha avuto luogo il primo incontro con le aziende. Come ben sapete, in quanto costantemente informati seppur informalmente, il suddetto elenco aveva subito rettifiche nei giorni successivi all'apertura della trattativa e l'iniziale proposta di assunzione, avanzata dalla ditta subentrante, prevedeva un taglio delle ore contrattuali alle maestranze».
«Nonostante non fossero state fornite informazioni precise né sulla data di subentro né sull'agibilità del nuovo centro cottura – continuano Conese, Sardone e Tundo – le scriventi, al fine di scongiurare un peggioramento delle condizioni contrattuali, hanno proseguito nel confronto fino a pervenire ad un punto d'incontro – in corso di formalizzazione – con le rispettive aziende. Ciononostante, un comunicato da parte del Comune di Matera addebita ad 'una ostinata ed inspiegabile resistenza sindacale' la causa della mancata riattivazione del servizio. Come ben saprete le organizzazioni sindacali non hanno il potere di bloccare l'attivazione o la prosecuzione di un servizio pubblico essenziale, né in caso di cambio appalto né addirittura nel caso in cui i lavoratori, lesi nei propri diritti, diano mandato di sciopero ai sensi della L. 146/90».
«Le procedure dei cambi di gestione, così come rivenienti nei contratti collettivi nazionali, – spiegano i segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs – sono tese a garantire le posizioni individuali dei lavoratori aventi diritto e la verifica circa la corretta applicazione delle norme da parte delle aziende coinvolte nei cambi di appalto. Ne consegue che, anche nei casi in cui non si pervenga ad un accordo tra le parti, le procedure assumono rilevanza sotto un profilo di tutela dei diritti delle maestranze e non possono certo interferire nei rapporti contrattuali tra committente e soggetto affidatario dell'appalto. Per quanto sopra, ben consapevoli che quanto puntualizzato sia già nella piena conoscenza de soggetti deputati a garantire il corretto funzionamento dei servizi pubblici essenziali del Comune di Matera», Filcams, Fisascat e Uiltucs invitano l'amministrazione comunale a «desistere dal fare dichiarazioni non veritiere in quanto diffamatorie e non rispettose di quei lavoratori che, in questo momento, stanno combattendo per la tutela del proprio salario e del proprio posto di lavoro».