Eventi e cultura
Matera celebra il 69° anniversario della Repubblica Italiana
Corteo istituzionale e omaggio ai caduti in piazza Vittorio Veneto
Matera - martedì 2 giugno 2015
13.15
La nascita della Repubblica Italiana giunge al suo 69° anniversario e Matera celebra l'appuntamento, come di consueto, con una manifestazione istituzionale. La storia racconta che il 2 giugno 1946 gli italiani scelsero, tramite referendum, una nuova forma di Stato: la Repubblica.
Nella città dei Sassi le celebrazioni sono iniziate di buon mattino alle ore 10,30 nei pressi della Villa dell'Unità d'Italia con l'incontro delle autorità religiose e civili, e delle associazioni combattenti d'arma, accompagnate dalla banda. Successivamente il corteo è partito alla volta di piazza Vittorio Veneto, dove le autorità hanno reso omaggio ai caduti in guerra deponendo la corona d'alloro.
Tre gli interventi da parte delle istituzioni in occasione della ricorrenza: il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, il presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo, e il prefetto di Matera, Antonella Bellomo. Assente, in rappresentanza degli studenti, il presidente della consulta provinciale, Giuseppe Casino.
Bellomo, come da protocollo, ha letto il messaggio, indirizzato ai prefetti, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, improntato sull'operare attraverso decisioni efficaci e uniformi. Il capo dello Stato ricorda che "la lotta alle inefficienze e alle disfunzioni va portata avanti con determinazione, attraverso interventi di innovazione organizzativa, gestionale e tecnologica che consentano di razionalizzare e semplificare l'azione pubblica, di facilitare l'accesso ai servizi misurandone la qualità effettiva, e di valorizzare le professionalità e le competenze. A Voi Prefetti, per il peculiare ruolo istituzionale, spetta rappresentare sul territorio un punto di equilibrio tra istanze e interessi diversi, con un'assidua azione di raccordo e di mediazione tra istituzioni e forze sociali, ancor più essenziale in situazioni di particolare complessità, come la gestione dell'accoglienza dei migranti. Vi si chiede di sollecitare ogni sforzo per superare visioni di parte, per ridurre conflittualità e divari territoriali, per tenere insieme le ragioni della sicurezza e della solidarietà, dell'autonomia e dell'unità nazionale".
Mentre il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo, non vuole perdere i valori che la manifestazione richiama: "Il significato vero della ricorrenza è riscoprire i valori delle istituzioni democratiche, ormai sopiti sin da troppo tempo". E aggiunge, citando il filosofo greco Democrito : " 'Uno Stato ben governato è il più grande baluardo perché, se esso è salvo, tutto si salva e se lo Stato perisce, tutto perisce'. Parole importanti che ci fanno riflettere sul vero senso dello Stato per un'Italia libera e democratica, come l'hanno immaginata i nostri padri costituenti".
Invece Adduce ricorda il 2 giugno 1946: "Gli italiani 69 anni fa scelsero la Repubblica all'interno di un confronto molto teso. Non fu una scelta scontata, perché permanevano ancora le rovine della seconda guerra mondiale, appoggiata dalla monarchia italiana". Dunque, gli italiani si opposero "alle derive autoritarie, antidemocratiche e antisemitiche, scegliendo una nuova forma di Stato: la Repubblica. Oggi è festa prima di tutto per la democrazia ". E in conclusione uno sguardo verso il futuro: "Dobbiamo indirizzare tutte le nostre energie per sopperire all'emergenza occupazione. Grave piaga che potrà essere affrontata solo con più investimenti e meno burocrazia".
Nella città dei Sassi le celebrazioni sono iniziate di buon mattino alle ore 10,30 nei pressi della Villa dell'Unità d'Italia con l'incontro delle autorità religiose e civili, e delle associazioni combattenti d'arma, accompagnate dalla banda. Successivamente il corteo è partito alla volta di piazza Vittorio Veneto, dove le autorità hanno reso omaggio ai caduti in guerra deponendo la corona d'alloro.
Tre gli interventi da parte delle istituzioni in occasione della ricorrenza: il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, il presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo, e il prefetto di Matera, Antonella Bellomo. Assente, in rappresentanza degli studenti, il presidente della consulta provinciale, Giuseppe Casino.
Bellomo, come da protocollo, ha letto il messaggio, indirizzato ai prefetti, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, improntato sull'operare attraverso decisioni efficaci e uniformi. Il capo dello Stato ricorda che "la lotta alle inefficienze e alle disfunzioni va portata avanti con determinazione, attraverso interventi di innovazione organizzativa, gestionale e tecnologica che consentano di razionalizzare e semplificare l'azione pubblica, di facilitare l'accesso ai servizi misurandone la qualità effettiva, e di valorizzare le professionalità e le competenze. A Voi Prefetti, per il peculiare ruolo istituzionale, spetta rappresentare sul territorio un punto di equilibrio tra istanze e interessi diversi, con un'assidua azione di raccordo e di mediazione tra istituzioni e forze sociali, ancor più essenziale in situazioni di particolare complessità, come la gestione dell'accoglienza dei migranti. Vi si chiede di sollecitare ogni sforzo per superare visioni di parte, per ridurre conflittualità e divari territoriali, per tenere insieme le ragioni della sicurezza e della solidarietà, dell'autonomia e dell'unità nazionale".
Mentre il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo, non vuole perdere i valori che la manifestazione richiama: "Il significato vero della ricorrenza è riscoprire i valori delle istituzioni democratiche, ormai sopiti sin da troppo tempo". E aggiunge, citando il filosofo greco Democrito : " 'Uno Stato ben governato è il più grande baluardo perché, se esso è salvo, tutto si salva e se lo Stato perisce, tutto perisce'. Parole importanti che ci fanno riflettere sul vero senso dello Stato per un'Italia libera e democratica, come l'hanno immaginata i nostri padri costituenti".
Invece Adduce ricorda il 2 giugno 1946: "Gli italiani 69 anni fa scelsero la Repubblica all'interno di un confronto molto teso. Non fu una scelta scontata, perché permanevano ancora le rovine della seconda guerra mondiale, appoggiata dalla monarchia italiana". Dunque, gli italiani si opposero "alle derive autoritarie, antidemocratiche e antisemitiche, scegliendo una nuova forma di Stato: la Repubblica. Oggi è festa prima di tutto per la democrazia ". E in conclusione uno sguardo verso il futuro: "Dobbiamo indirizzare tutte le nostre energie per sopperire all'emergenza occupazione. Grave piaga che potrà essere affrontata solo con più investimenti e meno burocrazia".