Territorio
Lotta al caporalato, Basilicata firmerà protocollo nazionale a Roma
La firma dell’accordo attesa per il 27 maggio
Matera - mercoledì 25 maggio 2016
8.43
Il 27 maggio a Roma, presso il ministero dell'interno, la Basilicata firmerà un protocollo d'intesa con il governo nazionale per cercare di dare una risposta alla piaga del caporalato.
Ministeri dell'interno e del lavoro, Regioni e parti sociali si impegneranno nell'adottare misure specifiche – non ancora rese note - e risorse per l'applicazione dei contratti di lavoro, l'accoglienza, le assunzioni regolari, il trasporto,la formazione professionale, l'assistenza sanitaria e l'eliminazione dei centri abusivi, controllati dai caporali in particolare nelle aree del Mezzogiorno.
La stipula dell'accordo è stata annunciata da Pietro Simonetti, del coordinamento delle politiche per i migranti della Regione Basilicata. "Il Protocollo è il risultato della iniziativa della Regione Basilicata, tramite il Coordinamento politiche per i migranti, la Caritas e le parti sociali che hanno elaborato nei mesi scorsi precise proposte e richieste al Governo nazionale, stante anche la lentezza parlamentare per l'approvazione del DDL su misure per utilizzare le norme antimafia alla intermediazione illegale ed al controllo del caporalato di vaste zone del Paese".
Il 27 maggio saranno presenti i ministri del lavoro e dell'interno oltre ai rappresentati delle Regioni e delle parti sociali. "Si tratta – commenta Simonetti - di una tappa importante che vede accolte le proposte della Basilicata. Esprimiamo quindi la soddisfazione di tutte quelle parti del sistema istituzionale, sociale, economico e politico che hanno sostenuto e incoraggiato la nostra iniziativa per una nuova fase della lotta per la legalità,la dignità del lavoro, anche per i migranti, la valorizzazione della produzione agroalimentare. Si tratta di un altro passo in avanti del progetto lucano voluto dal Presidente della Giunta e dal Consiglio regionale".
Le ultime stime riguardo al fenomeno illegale in Basilicata non sono di certo confortanti. A settembre 2015, nell'ambito della lotta al caporalato in agricoltura, erano state controllate 168 aziende, 61 delle quali sono risultate irregolari: su 920 lavoratori controllati, 282 erano irregolari e 103 "in nero". Lo aveva reso noto lo stesso Simonetti, precisando che le aree "maggiormente interessate ai controlli" erano il Metapontino e il Bradano.
Ministeri dell'interno e del lavoro, Regioni e parti sociali si impegneranno nell'adottare misure specifiche – non ancora rese note - e risorse per l'applicazione dei contratti di lavoro, l'accoglienza, le assunzioni regolari, il trasporto,la formazione professionale, l'assistenza sanitaria e l'eliminazione dei centri abusivi, controllati dai caporali in particolare nelle aree del Mezzogiorno.
La stipula dell'accordo è stata annunciata da Pietro Simonetti, del coordinamento delle politiche per i migranti della Regione Basilicata. "Il Protocollo è il risultato della iniziativa della Regione Basilicata, tramite il Coordinamento politiche per i migranti, la Caritas e le parti sociali che hanno elaborato nei mesi scorsi precise proposte e richieste al Governo nazionale, stante anche la lentezza parlamentare per l'approvazione del DDL su misure per utilizzare le norme antimafia alla intermediazione illegale ed al controllo del caporalato di vaste zone del Paese".
Il 27 maggio saranno presenti i ministri del lavoro e dell'interno oltre ai rappresentati delle Regioni e delle parti sociali. "Si tratta – commenta Simonetti - di una tappa importante che vede accolte le proposte della Basilicata. Esprimiamo quindi la soddisfazione di tutte quelle parti del sistema istituzionale, sociale, economico e politico che hanno sostenuto e incoraggiato la nostra iniziativa per una nuova fase della lotta per la legalità,la dignità del lavoro, anche per i migranti, la valorizzazione della produzione agroalimentare. Si tratta di un altro passo in avanti del progetto lucano voluto dal Presidente della Giunta e dal Consiglio regionale".
Le ultime stime riguardo al fenomeno illegale in Basilicata non sono di certo confortanti. A settembre 2015, nell'ambito della lotta al caporalato in agricoltura, erano state controllate 168 aziende, 61 delle quali sono risultate irregolari: su 920 lavoratori controllati, 282 erano irregolari e 103 "in nero". Lo aveva reso noto lo stesso Simonetti, precisando che le aree "maggiormente interessate ai controlli" erano il Metapontino e il Bradano.