Politica
Legge di stabilità verso l'ok definitivo della Camera
Il Senato modifica l'art. 38 ma "il petrolio rimane competenza dello Stato"
Matera - lunedì 22 dicembre 2014
9.18
La Regione Basilicata ha salutato con soddisfazione l'approvazione, avvenuta sabato in Senato, dell'emendamento all'articolo 38 dello Sblocca Italia relativo alla gestione del petrolio, non senza polemiche e voci fuori dal coro a livello regionale e nazionale. Intanto ieri il testo della legge di stabilità è approdato per il terzo e ultimo passaggio alla Camera. L'ok finale potrebbe arrivare già questa sera, o slittare a martedì.
La votazione in Senato, che si è tenuta all'alba di sabato 20 settembre, ha avuto esito positivo secondo le aspettative delle istituzioni locali: l'emendamento proposto dalla giunta regionale lucana è stato infatti approvato a maggioranza nonostante i voti contrari di Sel e Forza Italia e l'abbandono dell'aula da parte dei grillini.
La modifica, che si trova al numero 553 del maxiemendamento, riguarda l'articolo 1 dello Sblocca Italia e ripristina sostanzialmente l'intesa con la Regione, ma anche con le province e i comuni interessati, in materia di individuazione delle aree in cui estrarre petrolio. "Il Ministero dello Sviluppo economico, sentito il Ministro dell'Ambiente – recita il testo dell'emendamento - predispone un piano delle aree in cui sono consentite le attività di trivellazione. Il piano è adottato previa intesa con la conferenza unificata delle regioni. In caso di mancato accordo il governo richiama le parti invitandole a provvedere nei 150 giorni trascorsi i quali interviene Palazzo Chigi per mediare nei 30 giorni successivi".
La novità legislativa prevede, inoltre, che qualora non venga trovato l'accordo nella conferenza unificata, rimane tutto come previsto dalla legge del 2004. La palla passa ora alla Camera per l'approvazione definitiva della legge di stabilità, prevista entro oggi, mentre il consiglio regionale dovrà ora valutare le novità introdotte e decidere se ricorrere o meno alla Corte Costituzionale.
Se il governo regionale ha accolto la notizia come una vittoria, meno entusiasti risultano gli esponenti locali di Forza Italia. Tra questi vi è l'onorevole Cosimo Latronico, componente della Commissione Bilancio della Camera, il quale sottolinea che le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi rimangono nella competenza prevalente dello Stato pocihè "ove non vi fosse l'intesa sul piano di sviluppo minerario, in sede di conferenza unificata, decide la presidenza del Consiglio dei Ministri. Intanto si affievolisce il ruolo della Regione nella conferenza unificata, e comunque resta la competenza prevalente dello stato in mancanza di accordo".
Sulle stesse posizioni anche il consigliere regionale Gianni Rosa che commenta così l'approvazione dell'emendamento: "Con quest'ultimo atto notturno senatoriale dall'intesa con le Regioni si passa all'intesa con la Conferenza Unificata, ovvero vengono inclusi anche gli Enti locali. Cosa sacrosanta, per carità, imposta da Direttive comunitarie cui neanche Renzi può sottrarsi. Ma nulla cambia per l'istruttoria delle pratiche di concessione e per la predisposizione del piano che definisce i territori sui quali saranno possibili le estrazioni, atti che rimangono in capo al Governo che deciderà autonomamente anche in caso di mancato accordo".
La votazione in Senato, che si è tenuta all'alba di sabato 20 settembre, ha avuto esito positivo secondo le aspettative delle istituzioni locali: l'emendamento proposto dalla giunta regionale lucana è stato infatti approvato a maggioranza nonostante i voti contrari di Sel e Forza Italia e l'abbandono dell'aula da parte dei grillini.
La modifica, che si trova al numero 553 del maxiemendamento, riguarda l'articolo 1 dello Sblocca Italia e ripristina sostanzialmente l'intesa con la Regione, ma anche con le province e i comuni interessati, in materia di individuazione delle aree in cui estrarre petrolio. "Il Ministero dello Sviluppo economico, sentito il Ministro dell'Ambiente – recita il testo dell'emendamento - predispone un piano delle aree in cui sono consentite le attività di trivellazione. Il piano è adottato previa intesa con la conferenza unificata delle regioni. In caso di mancato accordo il governo richiama le parti invitandole a provvedere nei 150 giorni trascorsi i quali interviene Palazzo Chigi per mediare nei 30 giorni successivi".
La novità legislativa prevede, inoltre, che qualora non venga trovato l'accordo nella conferenza unificata, rimane tutto come previsto dalla legge del 2004. La palla passa ora alla Camera per l'approvazione definitiva della legge di stabilità, prevista entro oggi, mentre il consiglio regionale dovrà ora valutare le novità introdotte e decidere se ricorrere o meno alla Corte Costituzionale.
Se il governo regionale ha accolto la notizia come una vittoria, meno entusiasti risultano gli esponenti locali di Forza Italia. Tra questi vi è l'onorevole Cosimo Latronico, componente della Commissione Bilancio della Camera, il quale sottolinea che le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi rimangono nella competenza prevalente dello Stato pocihè "ove non vi fosse l'intesa sul piano di sviluppo minerario, in sede di conferenza unificata, decide la presidenza del Consiglio dei Ministri. Intanto si affievolisce il ruolo della Regione nella conferenza unificata, e comunque resta la competenza prevalente dello stato in mancanza di accordo".
Sulle stesse posizioni anche il consigliere regionale Gianni Rosa che commenta così l'approvazione dell'emendamento: "Con quest'ultimo atto notturno senatoriale dall'intesa con le Regioni si passa all'intesa con la Conferenza Unificata, ovvero vengono inclusi anche gli Enti locali. Cosa sacrosanta, per carità, imposta da Direttive comunitarie cui neanche Renzi può sottrarsi. Ma nulla cambia per l'istruttoria delle pratiche di concessione e per la predisposizione del piano che definisce i territori sui quali saranno possibili le estrazioni, atti che rimangono in capo al Governo che deciderà autonomamente anche in caso di mancato accordo".