Politica
La soppressione della Corte d’Appello determinerebbe un disastro socio-economico
Duro attacco al Governo dai Cinque stelle
Matera - martedì 12 aprile 2016
11.50 Comunicato Stampa
L'arroganza del Governo Renzi verso la Basilicata e i suoi cittadini non ha mai fine. La relazione della commissione parlamentare preposta alla redazione del piano dei tagli nella geografia giudiziaria italiana non ci permette di fare sonni tranquilli.
È questo l'oggetto dell'ennesima interrogazione del Consigliere Leggieri che torna su una questione che spaventa un po' tutti i lucani: quella della possibile chiusura della Corte d'Appello di Potenza.
Occorre dare voce al sentimento di inquietudine che viene dal fronte del NO alla chiusura, rappresentato in primis dal "Comitato per la salvaguardia della Corte d'Appello di Potenza" che è da sempre in prima linea per ciò che riguarda una vera e propria lotta per la salvaguardia dei diritti dei lucani.
La relazione della commissione parlamentare ci lascia più dubbi che certezze, a partire dal parametro principale che verrebbe ad essere utilizzato per decidere quante e quali Corti verrebbero ad essere chiuse sul territorio italiano.
Se si dovesse decidere per quello demografico, allora ci sarebbero davvero poche speranze per evitare un altro sopruso attuato sulla nostra terra da parte del Governo Renzi.
Se invece si dovesse preferire quello dell'ampiezza territoriale, allora aumenterebbero le chance per evitare la soppressione.
Insomma, per la Basilicata non è ancora tempo di serenità. Dopo gli scandali legati alla gestione rifiuti della filiera del petrolio, la chiusura della corte d'Appello decreterebbe la morte socio-economica della nostra amata terra.
Per tutti questi motivi chiediamo al Presidente Pittella, nella sua carica di Presidente della Regione, di spiegare cosa è stato fatto e cosa dovrà essere ancora fatto per non perdere quello che è un vero e proprio presidio contro la criminalità.
Abbiamo già perso due tribunali, non possiamo permetterci nella maniera più assoluta di perdere anche quello del secondo grado. Se ciò avvenisse, per la politica di Pittella e del suo partito (PD) sarebbe un nuovo ulteriore fallimento e a farne le spese sarebbero come al solito i cittadini.
Pittella e Renzi devono imparare a rispondere al popolo, prima ancora che ad altri.
È questo l'oggetto dell'ennesima interrogazione del Consigliere Leggieri che torna su una questione che spaventa un po' tutti i lucani: quella della possibile chiusura della Corte d'Appello di Potenza.
Occorre dare voce al sentimento di inquietudine che viene dal fronte del NO alla chiusura, rappresentato in primis dal "Comitato per la salvaguardia della Corte d'Appello di Potenza" che è da sempre in prima linea per ciò che riguarda una vera e propria lotta per la salvaguardia dei diritti dei lucani.
La relazione della commissione parlamentare ci lascia più dubbi che certezze, a partire dal parametro principale che verrebbe ad essere utilizzato per decidere quante e quali Corti verrebbero ad essere chiuse sul territorio italiano.
Se si dovesse decidere per quello demografico, allora ci sarebbero davvero poche speranze per evitare un altro sopruso attuato sulla nostra terra da parte del Governo Renzi.
Se invece si dovesse preferire quello dell'ampiezza territoriale, allora aumenterebbero le chance per evitare la soppressione.
Insomma, per la Basilicata non è ancora tempo di serenità. Dopo gli scandali legati alla gestione rifiuti della filiera del petrolio, la chiusura della corte d'Appello decreterebbe la morte socio-economica della nostra amata terra.
Per tutti questi motivi chiediamo al Presidente Pittella, nella sua carica di Presidente della Regione, di spiegare cosa è stato fatto e cosa dovrà essere ancora fatto per non perdere quello che è un vero e proprio presidio contro la criminalità.
Abbiamo già perso due tribunali, non possiamo permetterci nella maniera più assoluta di perdere anche quello del secondo grado. Se ciò avvenisse, per la politica di Pittella e del suo partito (PD) sarebbe un nuovo ulteriore fallimento e a farne le spese sarebbero come al solito i cittadini.
Pittella e Renzi devono imparare a rispondere al popolo, prima ancora che ad altri.