La poesia di Francesco De Gregori nella città dei Sassi

Occhiali scuri, cilindro in testa e barba incolta contraddistinguono lo stile inconfondibile di Francesco De Gregori, protagonista ieri sera al Teatro Duni di Matera. Due ore di musica d'autore e pubblico in delirio per i maggiori successi del principe della musica italiana.

Un gradito ritorno quello di Francesco De Gregori nella città dei Sassi dove si era già esibito nel 2010 insieme all'amico e collega Lucio Dalla. Il cantautore romano è tornato nuovamente a Matera per presentare live "Vivavoce", il doppio album, già disco di platino, in cui rivisita con arrangiamenti inediti, 28 tra i più importanti e significativi brani del suo repertorio. Il "disco che avevo in mente da una vita" cioè "un disco di cover di me stesso" come lo definisce lui stesso.

Sul palco del teatro Duni c'è tutta la band, Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarre), Lucio Bardi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), Alessandro Arianti (hammond e piano), Stefano Parenti (batteria), Elena Cirillo (violino e cori), Giorgio Tebaldi (trombone), Giancarlo Romani (tromba) e Stefano Ribeca (sax) mentre i posti in platea e galleria sono sold-out da tempo nonostante la data dell'evento, inizialmente prevista per il 25 Aprile, sia stata poi spostata al 4 Maggio.

Da "Bellamore" a "Viva l'Italia", da "Alice" a "Generale", fino a "La leva calcistica del '68" e "Vai in Africa, Celestino!", De Gregori non si risparmia nel regalare i propri brani più amati al pubblico in sala. La scaletta è un crescendo di emozioni che riserva nel finale "Rimmel", "La donna cannone" e, a sorpresa, un'insolita versione ritmata e allegra di "Buonanotte fiorellino" che coinvolge gli spettatori fino a farli alzare in piedi e ballare.

De Gregori, però, conferma il suo carattere introverso e riserva poche parole al pubblico materano, passa veloce da un brano all'altro, limitandosi ad un saluto finale di ringraziamento per la bella serata e il calore dimostrato. Un concerto memorabile che potrebbe essere ricordato anche per essere tra gli ultimi appuntamenti in calendario del teatro Duni a rischio chiusura per difficoltà amministrative già annunciate nei giorni scorsi.