Eventi e cultura
La musica di Daniele Silvestri nella città dei Sassi
Teatro Duni sold out e finale inatteso
Matera - venerdì 25 marzo 2016
18.22
E' approdato ieri al Teatro Duni di Matera "Acrobati", il tour tutto italiano di Daniele Silvestri e la sua band. Partiti da Foligno lo scorso 27 Febbraio, i musicisti termineranno il viaggio nei teatri più importanti d'Italia il 14 Maggio a Palermo per poi ricominciare con il tour estivo.
Come accaduto a Genova, Pescara, Napoli e Lecce, anche la tappa materana ha fatto registrare il sold out regalando il doppio spettacolo di un teatro Duni gremito di gente proveniente da Puglia e Basilicata. Alle 21.15 in punto luci spente e via alla musica. E' il brano "La verità" ad aprire il concerto, tratto dall'ultimo album, così come le nove canzoni successive, "La mia casa", "Un altro bicchiere", "La mia routine", "Senza far rumore", "Tutta colpa di Freud", "Pochi giorni", "Monolocale" fino alle più celebri, "Quali alibi" e "Acrobati".
Se la prima parte è stata interamente dedicata ai nuovi brani, nella seconda ha preso il via un viaggio nella lunga carriera di Silvestri iniziata ben 22 anni fa. In totale quasi tre ore di musica con più di 33 canzoni in scaletta. "Ma che discorsi", "Precario è il mondo", "L'appello", "Le navi", "Sulle rive dell'Arrone" e "Il mio nemico" hanno scaldato i fan presenti in sala prima di una breve pausa dovuta al cambio di scenografia. Risaliti sul palco, trasformato per l'occasione in un grande circo, i musicisti hanno dato il via alla seconda fase dello show con "Monetine", "Spigolo tondo", tratto dall'album "Il padrone della festa" realizzato con Max Gazzè e Niccolò Fabi, "A bocca chiusa", brano portato a Sanremo nel 2013, e tanti altri successi.
Da lì in poi la band si è trasformata in un jukebox vivente lanciando alla platea la sfida di richiedere i brani desiderati. Così l'atmosfera si è scaldata e il pubblico, inizialmente un po' timido, si è alzato in piedi, arrivando sotto il palco, e ha iniziato a cantare "A me ricordi il mare", "Salirò", "La paranza", "Le cose in comune", "Testardo", "Occhi da orientale" fino al gran finale con "Cohiba". Peccato che, proprio al culmine della canzone, al grido di "Venceremos adelante, o victoria o muerte", un piccolo problema tecnico ha spento luci e musica lasciando il teatro completamente al buio, solo con la luce dei telefonini e il coro unanime del pubblico. Un "finale inatteso", come ha scritto lo stesso artista sulla sua pagina Facebook, che ha reso comunque suggestiva la conclusione del concerto avvenuta a mezzanotte inoltrata.
Al di là di questo neo, quello di ieri è stato uno spettacolo intenso, ricco di momenti di poesia e riflessione, socialmente impegnato in molti tratti, scanzonato e dissacrante in altri. L'intimità del teatro e l'approccio diretto di Daniele Silvestri hanno fatto il resto, creando un'atmosfera quasi familiare. Sarà forse per questo che il cantante capitolino ha dichiarato sul palco "Stasera Matera è la mia casa".
Come accaduto a Genova, Pescara, Napoli e Lecce, anche la tappa materana ha fatto registrare il sold out regalando il doppio spettacolo di un teatro Duni gremito di gente proveniente da Puglia e Basilicata. Alle 21.15 in punto luci spente e via alla musica. E' il brano "La verità" ad aprire il concerto, tratto dall'ultimo album, così come le nove canzoni successive, "La mia casa", "Un altro bicchiere", "La mia routine", "Senza far rumore", "Tutta colpa di Freud", "Pochi giorni", "Monolocale" fino alle più celebri, "Quali alibi" e "Acrobati".
Se la prima parte è stata interamente dedicata ai nuovi brani, nella seconda ha preso il via un viaggio nella lunga carriera di Silvestri iniziata ben 22 anni fa. In totale quasi tre ore di musica con più di 33 canzoni in scaletta. "Ma che discorsi", "Precario è il mondo", "L'appello", "Le navi", "Sulle rive dell'Arrone" e "Il mio nemico" hanno scaldato i fan presenti in sala prima di una breve pausa dovuta al cambio di scenografia. Risaliti sul palco, trasformato per l'occasione in un grande circo, i musicisti hanno dato il via alla seconda fase dello show con "Monetine", "Spigolo tondo", tratto dall'album "Il padrone della festa" realizzato con Max Gazzè e Niccolò Fabi, "A bocca chiusa", brano portato a Sanremo nel 2013, e tanti altri successi.
Da lì in poi la band si è trasformata in un jukebox vivente lanciando alla platea la sfida di richiedere i brani desiderati. Così l'atmosfera si è scaldata e il pubblico, inizialmente un po' timido, si è alzato in piedi, arrivando sotto il palco, e ha iniziato a cantare "A me ricordi il mare", "Salirò", "La paranza", "Le cose in comune", "Testardo", "Occhi da orientale" fino al gran finale con "Cohiba". Peccato che, proprio al culmine della canzone, al grido di "Venceremos adelante, o victoria o muerte", un piccolo problema tecnico ha spento luci e musica lasciando il teatro completamente al buio, solo con la luce dei telefonini e il coro unanime del pubblico. Un "finale inatteso", come ha scritto lo stesso artista sulla sua pagina Facebook, che ha reso comunque suggestiva la conclusione del concerto avvenuta a mezzanotte inoltrata.
Al di là di questo neo, quello di ieri è stato uno spettacolo intenso, ricco di momenti di poesia e riflessione, socialmente impegnato in molti tratti, scanzonato e dissacrante in altri. L'intimità del teatro e l'approccio diretto di Daniele Silvestri hanno fatto il resto, creando un'atmosfera quasi familiare. Sarà forse per questo che il cantante capitolino ha dichiarato sul palco "Stasera Matera è la mia casa".