Territorio
La Corte Costituzionale azzera il decreto ministeriale di riordino delle Camere di commercio per eccesso di delega
Il dettato del decreto Calenda non è conforme alla Costituzione.
Matera - giovedì 14 dicembre 2017
9.41
Illegittimità costituzionale parziale per il decreto ministeriale d'attuazione del Piano di Riordino delle Camere di commercio, è quanto ha stabilito la sentenza della Corte Costituzionale n. 261/2017 del 8 novembre 2017 e pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale.
L'organo di garanzia costituzionale, che ha il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, si è espresso sul ricorso presentato da quattro Regioni. ed ha riscontrato che il decreto del ministro Calenda rispetta, nella procedura, il dettato costituzionale . Le Regioni dovevano condividere il percorso di riordino delle Camere di commercio, invece è stato chiesto solo un parere. La non legittimità dunque non è sul contenuto, ma sulla procedura che non è conforme alla Carta Costituzionale.
La Corte Costituzionale ha così azzerato il decreto Calenda per eccesso di delega.
"Apprendo con grande preoccupazione della notizia della sentenza della Corte di Costituzionale - dice il presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli - l'attuale periodo, per chi lavora nelle Camere di commercio, è di grande disorientamento. L'atteso riordino, con la razionalizzazione delle sedi e del personale, genera inquietudine. Il ministro doveva determinare il decreto stesso in forma di codecisione con le Regioni, ma così non è stato. E la Corte Costituzionale ha stabilito che occorrono dei correttivi. Adesso attendiamo con fiducia che la sentenza venga applicata e che al più presto si ottengano risposte alle attese del personale degli enti camerali".
L'organo di garanzia costituzionale, che ha il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni, si è espresso sul ricorso presentato da quattro Regioni. ed ha riscontrato che il decreto del ministro Calenda rispetta, nella procedura, il dettato costituzionale . Le Regioni dovevano condividere il percorso di riordino delle Camere di commercio, invece è stato chiesto solo un parere. La non legittimità dunque non è sul contenuto, ma sulla procedura che non è conforme alla Carta Costituzionale.
La Corte Costituzionale ha così azzerato il decreto Calenda per eccesso di delega.
"Apprendo con grande preoccupazione della notizia della sentenza della Corte di Costituzionale - dice il presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli - l'attuale periodo, per chi lavora nelle Camere di commercio, è di grande disorientamento. L'atteso riordino, con la razionalizzazione delle sedi e del personale, genera inquietudine. Il ministro doveva determinare il decreto stesso in forma di codecisione con le Regioni, ma così non è stato. E la Corte Costituzionale ha stabilito che occorrono dei correttivi. Adesso attendiamo con fiducia che la sentenza venga applicata e che al più presto si ottengano risposte alle attese del personale degli enti camerali".