Territorio
In Basilicata l'energia elettrica è più cara per artigiani e piccole imprese
I dati della Confartigianato
Matera - giovedì 16 settembre 2021
11.22
"Gli artigiani e i piccoli imprenditori che consumano fino a 20 MWh (vale a dire l'87,8% dei punti di prelievo del mercato elettrico non domestico) pagano il prezzo più alto dell'elettricità nell'Ue, superiore del 18,1% rispetto alla media dei loro colleghi dei Paesi dell'Eurozona. Secondo i dati del Centro Studi Confartigianato, il titolare di impresa lucana paga l'energia elettrica 2.466 euro in più l'anno rispetto ai colleghi europei (media nazionale è di 2.259 euro all'anno in più rispetto agli imprenditori europei) collocando la Basilicata al nono posto nella graduatoria delle Regioni italiane per rank relativo al gap-impresa". Lo afferma Rosa Gentile, dirigente nazionale e regionale di Confartigianato.
"L'Italia – sottolinea - ha il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle aziende. La tassazione energetica è troppo alta specie in una regione come la nostra macrofornitrice di risorse energetiche a tutto il Paese. Si tratta di un'anomalia che colpisce in particolare le piccole imprese le cui bollette elettriche sono gravate da una tassazione maggiore del 115% rispetto a quella delle grandi aziende energivore. Un gap che si mantiene costante da anni: il caro-energia riguarda più in generale la fascia di consumi fino a 500 MWh che comprende tutte le micro e piccole imprese italiane. A gonfiare il prezzo finale dell'energia per le nostre piccole imprese sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell'Eurozona.
"Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori: ancora una volta le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione - dice ancora - che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%. Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli chiede al Governo di intervenire urgentemente per bloccare gli aumenti che colpirebbero le micro imprese e le famiglie che, non avendo scelto il mercato libero dell'energia, sono tuttora forniti alle condizioni amministrate. Va anche ridotto il peso della componente fiscale sulla bolletta elettrica delle piccole imprese. Il prezzo finale dell'elettricità per le piccole imprese – sottolinea Granelli – è infatti gonfiato soprattutto dagli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell'Eurozona.Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori, secondo l'assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Ancora una volta, infatti, le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%".
"Si tratta – sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli – di uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Il Decreto Sostegno bis ha avviato una riduzione degli oneri generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese. Attendiamo di vederne gli effetti per far calare il costo dell'energia che compromette la competitività delle nostre azende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa. In ogni caso, il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato, da un lato ripartendo in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d'azienda, dall'altro spostando parte del peso dalla bolletta alla fiscalità generale".
"L'Italia – sottolinea - ha il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle aziende. La tassazione energetica è troppo alta specie in una regione come la nostra macrofornitrice di risorse energetiche a tutto il Paese. Si tratta di un'anomalia che colpisce in particolare le piccole imprese le cui bollette elettriche sono gravate da una tassazione maggiore del 115% rispetto a quella delle grandi aziende energivore. Un gap che si mantiene costante da anni: il caro-energia riguarda più in generale la fascia di consumi fino a 500 MWh che comprende tutte le micro e piccole imprese italiane. A gonfiare il prezzo finale dell'energia per le nostre piccole imprese sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell'Eurozona.
"Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori: ancora una volta le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione - dice ancora - che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%. Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli chiede al Governo di intervenire urgentemente per bloccare gli aumenti che colpirebbero le micro imprese e le famiglie che, non avendo scelto il mercato libero dell'energia, sono tuttora forniti alle condizioni amministrate. Va anche ridotto il peso della componente fiscale sulla bolletta elettrica delle piccole imprese. Il prezzo finale dell'elettricità per le piccole imprese – sottolinea Granelli – è infatti gonfiato soprattutto dagli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell'Eurozona.Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori, secondo l'assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Ancora una volta, infatti, le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%".
"Si tratta – sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli – di uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Il Decreto Sostegno bis ha avviato una riduzione degli oneri generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese. Attendiamo di vederne gli effetti per far calare il costo dell'energia che compromette la competitività delle nostre azende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa. In ogni caso, il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato, da un lato ripartendo in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d'azienda, dall'altro spostando parte del peso dalla bolletta alla fiscalità generale".