Territorio
Imprese, Basilicata fanalino di coda
Lo studio Svimez evidenza lo stato di salute delle imprese lucane
Matera - venerdì 15 gennaio 2016
8.52
Lo studio Svimez sulla qualità della pubblica amministrazione, nel disegnare un'Italia divisa in due con la Basilicata agli ultimi posti della graduatoria, conferma la conseguenza negativa di una scarsa qualità della vita delle imprese, costrette a lavorare in un ambiente privo di infrastrutture materiali e immateriali, di dotazioni sociali ed economiche, di tempi certi di evasione delle pratiche burocratiche, di scarsa trasparenza, di corruzione e illegalità.
Lo scollamento tra Centro-Nord e Centro-Sud, dunque, non riguarda soltanto la crescita economica, ma anche la qualità delle istituzioni pubbliche, anche se le due cose in parte coincidono, come dimostrato dagli effetti negativi sull'attività delle imprese.
Lo studio Svimez dice che su una scala da 0 a 4, nel 2012, la Basilicata è al 15° posto con 0,41. Questo la dice lunga sulla necessità di politiche di coesione che riducano le differenze fra territori non solo dal punto di vista economico ma anche da quello dell'efficacia ed efficienza delle istituzioni pubbliche, con una pubblica amministrazione che, al di là delle buone professionalità che ivi lavorano, è ancora molto indietro rispetto alle regioni del Centro-Nord.
È evidente, dunque, che o si cresce tutti insieme o non si cresce affatto e che il Mezzogiorno diventa una zavorra per l'intero Paese, pur avendo le potenzialità per diventarne un traino.
La prima esigenza di un sistema imprenditoriale sano non è quella di avere incentivi e finanziamenti, ma quella di lavorare in un contesto ambientale idoneo all'intrapresa economica, in cui la pubblica amministrazione funga da facilitatore dei processi economici, anziché da freno. Spesso le nostre imprese non sono competitive proprio a causa di ciò.
C'è però un aspetto che accomuna il Mezzogiorno al resto del Paese. In Italia si fa troppa politica e poca policy, cioè badiamo più a cercare il consenso popolare che a cercare di risolvere i problemi. Un esempio su tutti? Le politiche di sgravi fiscali a tempo, invece che combattere l'evasione fiscale, costituiscono palliativi per le imprese sane e preservano i serbatoi di voti dei politici.
Lo scollamento tra Centro-Nord e Centro-Sud, dunque, non riguarda soltanto la crescita economica, ma anche la qualità delle istituzioni pubbliche, anche se le due cose in parte coincidono, come dimostrato dagli effetti negativi sull'attività delle imprese.
Lo studio Svimez dice che su una scala da 0 a 4, nel 2012, la Basilicata è al 15° posto con 0,41. Questo la dice lunga sulla necessità di politiche di coesione che riducano le differenze fra territori non solo dal punto di vista economico ma anche da quello dell'efficacia ed efficienza delle istituzioni pubbliche, con una pubblica amministrazione che, al di là delle buone professionalità che ivi lavorano, è ancora molto indietro rispetto alle regioni del Centro-Nord.
È evidente, dunque, che o si cresce tutti insieme o non si cresce affatto e che il Mezzogiorno diventa una zavorra per l'intero Paese, pur avendo le potenzialità per diventarne un traino.
La prima esigenza di un sistema imprenditoriale sano non è quella di avere incentivi e finanziamenti, ma quella di lavorare in un contesto ambientale idoneo all'intrapresa economica, in cui la pubblica amministrazione funga da facilitatore dei processi economici, anziché da freno. Spesso le nostre imprese non sono competitive proprio a causa di ciò.
C'è però un aspetto che accomuna il Mezzogiorno al resto del Paese. In Italia si fa troppa politica e poca policy, cioè badiamo più a cercare il consenso popolare che a cercare di risolvere i problemi. Un esempio su tutti? Le politiche di sgravi fiscali a tempo, invece che combattere l'evasione fiscale, costituiscono palliativi per le imprese sane e preservano i serbatoi di voti dei politici.