Territorio
Importazione olio tunisino, Agrinsieme Basilicata esprime malcontento
“Attacco al Made in Italy, alla Basilicata e alle nostre colture di pregio”
Matera - lunedì 14 marzo 2016
8.59
Agrinsieme Basilicata - coordinata da Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari – esprime ferma contrarietà in merito alla decisione approvata dal parlamento europeo di Strasburgo sull'aumento del contingente di importazione di olio d'oliva dalla Tunisia a dazio zero.
Entrando nel merito il nuovo provvedimento prevede 35.000 tonnellate di olio tunisino in più l'anno nel mercato europeo che si aggiungono alle 56.700 tonnellate senza dazio, contenute nell'accordo di associazione tra Unione Europea e Tunisia. Così complessivamente portando le importazioni senza dazi di olio d'oliva tunisino a più di 90.000 tonnellate l'anno nel territorio europeo.
"Un attacco al Made in Italy – affermano dal coordinamento - alla Basilicata e alle nostre colture di pregio! Da oggi il mercato europeo sarà letteralmente sommerso da 70 mila tonnellate di olio tunisino in più all'anno e senza alcun dazio, estromettendo di fatto l'extra vergine made in Italy che pur qualitativamente superiore ha costi sensibilmente maggiori. Un colpo per i nostri produttori già fortemente in crisi e che negli ultimi anni hanno visto precipitare il prezzo dell'olio d'oliva e registrare già nel 2015 una crescita esponenziale delle importazioni di olio tunisino con 90 milioni di chili registrati pari al + 481%".
"Pur consapevoli dell'importanza degli obiettivi di solidarietà dell'Europa nei confronti dei Paesi terzi in difficoltà, soprattutto in una delicata fase geopolitica come quella attuale - evidenzia ancora Agrinsieme - crediamo che non si possa sempre penalizzare l'agricoltura e in particolare le produzioni mediterranee. L'agricoltura non può essere considerata come merce di scambio! Basta con il colpire il vero tessuto produttivo! Svendere l'agricoltura e le aziende agricole -chissà per quale interesse- significa non rispettare il territorio! Non possiamo assistere alla 'strage delle aziende agricole'. Chiediamo uno scatto d'orgoglio anche perché, a nostro avviso, non esiste più una politica agricola europea".
"L'Unione Europea – concludono da Agrinsieme - ha rinunciato a governare l'agricoltura comunitaria: pensa al sostegno di Paesi extracomunitari senza preoccuparsi delle conseguenze sui sistemi economici della Unione Europea e l'aumento delle importazioni di olio dalla Tunisia è solo uno dei vari casi di questo disinteresse di Bruxelles verso gli agricoltori. Innegabili saranno i riflessi anche su comparti chiave della nostra agricoltura che attraversano oggi una congiuntura di mercato particolarmente negativa".
Entrando nel merito il nuovo provvedimento prevede 35.000 tonnellate di olio tunisino in più l'anno nel mercato europeo che si aggiungono alle 56.700 tonnellate senza dazio, contenute nell'accordo di associazione tra Unione Europea e Tunisia. Così complessivamente portando le importazioni senza dazi di olio d'oliva tunisino a più di 90.000 tonnellate l'anno nel territorio europeo.
"Un attacco al Made in Italy – affermano dal coordinamento - alla Basilicata e alle nostre colture di pregio! Da oggi il mercato europeo sarà letteralmente sommerso da 70 mila tonnellate di olio tunisino in più all'anno e senza alcun dazio, estromettendo di fatto l'extra vergine made in Italy che pur qualitativamente superiore ha costi sensibilmente maggiori. Un colpo per i nostri produttori già fortemente in crisi e che negli ultimi anni hanno visto precipitare il prezzo dell'olio d'oliva e registrare già nel 2015 una crescita esponenziale delle importazioni di olio tunisino con 90 milioni di chili registrati pari al + 481%".
"Pur consapevoli dell'importanza degli obiettivi di solidarietà dell'Europa nei confronti dei Paesi terzi in difficoltà, soprattutto in una delicata fase geopolitica come quella attuale - evidenzia ancora Agrinsieme - crediamo che non si possa sempre penalizzare l'agricoltura e in particolare le produzioni mediterranee. L'agricoltura non può essere considerata come merce di scambio! Basta con il colpire il vero tessuto produttivo! Svendere l'agricoltura e le aziende agricole -chissà per quale interesse- significa non rispettare il territorio! Non possiamo assistere alla 'strage delle aziende agricole'. Chiediamo uno scatto d'orgoglio anche perché, a nostro avviso, non esiste più una politica agricola europea".
"L'Unione Europea – concludono da Agrinsieme - ha rinunciato a governare l'agricoltura comunitaria: pensa al sostegno di Paesi extracomunitari senza preoccuparsi delle conseguenze sui sistemi economici della Unione Europea e l'aumento delle importazioni di olio dalla Tunisia è solo uno dei vari casi di questo disinteresse di Bruxelles verso gli agricoltori. Innegabili saranno i riflessi anche su comparti chiave della nostra agricoltura che attraversano oggi una congiuntura di mercato particolarmente negativa".