Territorio
Immigrazione, insediato il nuovo organismo di coordinamento regionale
Affronterà le questioni legate all’accoglienza
Matera - venerdì 1 maggio 2015
La Basilicata è determinata e concentrata nel diventare capofila sul piano dell'accoglienza immigrati. Per questo motivo si è insediato, in sede regionale, il nuovo organismo di coordinamento in materia di immigrati e rifugiati politici.L'ente regionale, la fondazione Città della Pace e l'Alsia, sono i primi membri del nuovo organismo che sarà allargato ai rappresentanti delle prefetture e delle questure, oltre che alle parti sociali e alle organizzazioni di volontariato.
Il territorio lucano accoglie all'incirca 1100 migranti, con esempi virtuosi di integrazione, ma è pronta a raddoppiarne i numeri: la Basilicata ha avviato un'intesa con il ministero dell'Interno, per coniugare il principio di solidarietà con le politiche di sviluppo per il territorio. E sono tante le proposte avanzate dalla Regione in prefettura, come la trasformazione del centro di Palazzo San Gervasio da Cie a luogo di accoglienza, ampliandone la capienza fino 300 ospiti e candidando la struttura a uso plurimo sia per i rifugiati che per i lavoratori stagionali. Invece agli uffici regionali il compito di valutare la disponibilità di altri immobili, con il coinvolgimento dei sindaci e delle autonomie locali in tutte le sue articolazioni, per la condivisione del processo di accoglienza. L'obiettivo perseguito, infatti, è un modello di tipo Sprar fatto di piccoli numeri di migranti nei comuni e in maniera graduale, proprio per favorirne il processo di integrazione.
La Basilicata non parte da zero, è stato sottolineato dall'organismo appena insediatosi. L'anno scorso in favore dei lavoratori stagionali, sono stati investite risorse regionali per la ristrutturazione di alcuni immobili. Per la prima volta, si è inferto un colpo importante al caporalato, passando dal 100 per cento dell'abusivismo a percentuali fisiologiche. Un'operazione che ha visto insieme Croce Rossa Italiana, associazioni di volontariato e dei datori di lavoro, dei produttori e delle organizzazioni sindacali e i mediatori culturali, figure professionali sulle quali la Regione sta investendo. Una sfida, ancora, riguarda i richiedenti asilo: si punta a favorire l'ospitalità dei migranti e dei richiedenti asilo in abitazioni nei centri storici dei comuni lucani, attraverso accordi fra le amministrazioni e i proprietari, favorendo allo stesso tempo anche l'occupazione con le cooperative che lavoreranno nel campo dell'assistenza.
In discussione anche l'organizzazione della campagna del pomodoro che dall'area dell'Alto Bradano si allargherà quest'anno anche al Metapontino. Importante, è stato rimarcato, il ruolo dei singoli dipartimenti regionali per la candidatura di progetti, al fine di per reperire risorse dall'Europa. Si è discusso anche di come implementare l'inserimento lavorativo sia stagionale che duraturo attraverso le liste di prenotazioni del sistema Basil, unico esempio in Regione grazie supporto delle Province da allargare anche alle assistenti domiciliari (badanti). Sul tavolo anche il completamento della citta della Pace per i bambini per superare la quota 150 ospiti, così come l'attuazione del bando regionale per i minori non accompagnati.
Il territorio lucano accoglie all'incirca 1100 migranti, con esempi virtuosi di integrazione, ma è pronta a raddoppiarne i numeri: la Basilicata ha avviato un'intesa con il ministero dell'Interno, per coniugare il principio di solidarietà con le politiche di sviluppo per il territorio. E sono tante le proposte avanzate dalla Regione in prefettura, come la trasformazione del centro di Palazzo San Gervasio da Cie a luogo di accoglienza, ampliandone la capienza fino 300 ospiti e candidando la struttura a uso plurimo sia per i rifugiati che per i lavoratori stagionali. Invece agli uffici regionali il compito di valutare la disponibilità di altri immobili, con il coinvolgimento dei sindaci e delle autonomie locali in tutte le sue articolazioni, per la condivisione del processo di accoglienza. L'obiettivo perseguito, infatti, è un modello di tipo Sprar fatto di piccoli numeri di migranti nei comuni e in maniera graduale, proprio per favorirne il processo di integrazione.
La Basilicata non parte da zero, è stato sottolineato dall'organismo appena insediatosi. L'anno scorso in favore dei lavoratori stagionali, sono stati investite risorse regionali per la ristrutturazione di alcuni immobili. Per la prima volta, si è inferto un colpo importante al caporalato, passando dal 100 per cento dell'abusivismo a percentuali fisiologiche. Un'operazione che ha visto insieme Croce Rossa Italiana, associazioni di volontariato e dei datori di lavoro, dei produttori e delle organizzazioni sindacali e i mediatori culturali, figure professionali sulle quali la Regione sta investendo. Una sfida, ancora, riguarda i richiedenti asilo: si punta a favorire l'ospitalità dei migranti e dei richiedenti asilo in abitazioni nei centri storici dei comuni lucani, attraverso accordi fra le amministrazioni e i proprietari, favorendo allo stesso tempo anche l'occupazione con le cooperative che lavoreranno nel campo dell'assistenza.
In discussione anche l'organizzazione della campagna del pomodoro che dall'area dell'Alto Bradano si allargherà quest'anno anche al Metapontino. Importante, è stato rimarcato, il ruolo dei singoli dipartimenti regionali per la candidatura di progetti, al fine di per reperire risorse dall'Europa. Si è discusso anche di come implementare l'inserimento lavorativo sia stagionale che duraturo attraverso le liste di prenotazioni del sistema Basil, unico esempio in Regione grazie supporto delle Province da allargare anche alle assistenti domiciliari (badanti). Sul tavolo anche il completamento della citta della Pace per i bambini per superare la quota 150 ospiti, così come l'attuazione del bando regionale per i minori non accompagnati.