Politica
I residenti di vico Piave abbandonati dalla pubblica amministrazione
La denuncia di Pedicini: "Hanno concesso solo elemosina"
Matera - lunedì 27 ottobre 2014
12.02
I residenti di vico Piave abbandonati a se stessi. A dispetto delle promesse fatte dall'amministrazione comunale.
Nuova denuncia del consigliere di Forza Italia, Adriano Pedicini, emersa al termine di un incontro con le famiglie residenti della zona che avrebbero prospettato "un quadro che ribalta totalmente quelle che erano state le promesse iniziali fatte a riflettori accesi, ma soprattutto a telecamere attive" attacca Pedicini.
"Oggi dei clochard di vico Piave non se ne parla più, dimenticati ed evitati. Apprendo che per loro parlare con sindaco o istituzioni è cosa impossibile, a nessuno più interessa la questione, sono un peso da scrollarsi di dosso. Quanto fatto sino ad oggi ha i contorni di una totale presa in giro nei confronti di chi ha perso tutto, non solo la casa".
Secondo il consigliere, nonostante le roboanti rassicurazione arrivate a mezzo stampa dal primo cittadino Salvatore Adduce , i residenti "hanno dovuto ricostruirsi non solo la vita, ma affrontare le piccole esigenze che persino adesso appaiono enormi. Dopo una prima accoglienza presso le strutture ricettive sono stati ripudiati e buttati fuori perché questa amministrazione spendeva troppo, non poteva curarsi ancor di loro. Gli si è detto: vi diamo un contributo e trovate voi una sistemazione, altra presa in giro".
Il contributo si sarebbe tradotto in una aiuto economico di 2.000 euro a famiglia, concesso dopo otto mesi dalle iniziali promesse e giudicato da Pedicini "una elemosina a chi era a gennaio in uno stato di estrema necessità, quel piccolo e tardivo contributo giunto dopo che i mendicanti di vico Piave avevano dato fondo non solo alle loro risorse ma anche a quelle di parenti e amici".
Di qui una richiesta di chiarimenti per capire "che fine hanno fatto le promesse urlate a stampa e TV, di una casa, di una provvisoria sistemazione?".
Secondo il consigliere di opposizione i residenti di vico Piave sarebbero vittime di una colossale beffa visto che "ci son voluti 8 mesi per trovare 4 casupole fatiscenti per i nove sfollati".
Una famiglia sarebbe state sistemate in alloggi di 37 mq che costano circa 224,63 euro di affitto mensile a cui si aggiungono spese di condominio. "Cifra assurda se si considera che a pagarla è una famiglia povera che avevano solo una piccola casa in vico Piave ed è crollata. C'è da chiedersi: come può pagare cifre così elevate per una casa così piccola?".
E non è tutto. Perché un'altra famiglia dopo aver atteso per mesi l'assegnazione dell'alloggio ha trovato l'immobile occupato da un'altra famiglia di disperati.
"Una guerra tra poveri – conclude Pedicini -istigata da questa inefficace e incompetente politica ed a soccombere è ancora una volta la famiglia del reduce del Vico Piave che rimane fuori dalla porta. I dirigenti del Comune, Assessori, Sindaco allargano le braccia in un gesto dimesso quasi a dire che non è colpa nostra, qui ci si deve rassegnare, le cose vanno così. Ad oggi, per sei famiglie vi è una situazione di totale precarietà; nuclei famigliari separati, ognuno è tornato nella casa dei genitori; famiglie disgregate ed ospitate da parenti, altri che pagano un mutuo per la casa crollata ed un affitto per altra casa. Un contesto bizzarro dove l'elemosina elargita, i più l'hanno dovuta utilizzare per pagarsi spese legali e di perizia, gente che sente di non aver più nulla neanche un futuro, consapevoli che passeranno anni sino a che giustizia giunga. Sono proprietari del nulla ma è quel nulla che rende tutto difficile, li restituisce ricchi per poter ottenere una casa popolare".
Da ultimo una domanda: quale strada dovranno percorrere le vittime di vico Piave?
"Sino ad oggi la nostra comunità si è fatta carico della messa in sicurezza di vico Piave; sono stati spesi 250.000 € per varie opere nella zona, non si comprende come non si riesca a reperire alloggi parcheggio per riunire sei famiglie che ancora oggi non sanno quale sarà il loro destino".
Alla pubblica amministrazione l'onere di rispondere.
Nuova denuncia del consigliere di Forza Italia, Adriano Pedicini, emersa al termine di un incontro con le famiglie residenti della zona che avrebbero prospettato "un quadro che ribalta totalmente quelle che erano state le promesse iniziali fatte a riflettori accesi, ma soprattutto a telecamere attive" attacca Pedicini.
"Oggi dei clochard di vico Piave non se ne parla più, dimenticati ed evitati. Apprendo che per loro parlare con sindaco o istituzioni è cosa impossibile, a nessuno più interessa la questione, sono un peso da scrollarsi di dosso. Quanto fatto sino ad oggi ha i contorni di una totale presa in giro nei confronti di chi ha perso tutto, non solo la casa".
Secondo il consigliere, nonostante le roboanti rassicurazione arrivate a mezzo stampa dal primo cittadino Salvatore Adduce , i residenti "hanno dovuto ricostruirsi non solo la vita, ma affrontare le piccole esigenze che persino adesso appaiono enormi. Dopo una prima accoglienza presso le strutture ricettive sono stati ripudiati e buttati fuori perché questa amministrazione spendeva troppo, non poteva curarsi ancor di loro. Gli si è detto: vi diamo un contributo e trovate voi una sistemazione, altra presa in giro".
Il contributo si sarebbe tradotto in una aiuto economico di 2.000 euro a famiglia, concesso dopo otto mesi dalle iniziali promesse e giudicato da Pedicini "una elemosina a chi era a gennaio in uno stato di estrema necessità, quel piccolo e tardivo contributo giunto dopo che i mendicanti di vico Piave avevano dato fondo non solo alle loro risorse ma anche a quelle di parenti e amici".
Di qui una richiesta di chiarimenti per capire "che fine hanno fatto le promesse urlate a stampa e TV, di una casa, di una provvisoria sistemazione?".
Secondo il consigliere di opposizione i residenti di vico Piave sarebbero vittime di una colossale beffa visto che "ci son voluti 8 mesi per trovare 4 casupole fatiscenti per i nove sfollati".
Una famiglia sarebbe state sistemate in alloggi di 37 mq che costano circa 224,63 euro di affitto mensile a cui si aggiungono spese di condominio. "Cifra assurda se si considera che a pagarla è una famiglia povera che avevano solo una piccola casa in vico Piave ed è crollata. C'è da chiedersi: come può pagare cifre così elevate per una casa così piccola?".
E non è tutto. Perché un'altra famiglia dopo aver atteso per mesi l'assegnazione dell'alloggio ha trovato l'immobile occupato da un'altra famiglia di disperati.
"Una guerra tra poveri – conclude Pedicini -istigata da questa inefficace e incompetente politica ed a soccombere è ancora una volta la famiglia del reduce del Vico Piave che rimane fuori dalla porta. I dirigenti del Comune, Assessori, Sindaco allargano le braccia in un gesto dimesso quasi a dire che non è colpa nostra, qui ci si deve rassegnare, le cose vanno così. Ad oggi, per sei famiglie vi è una situazione di totale precarietà; nuclei famigliari separati, ognuno è tornato nella casa dei genitori; famiglie disgregate ed ospitate da parenti, altri che pagano un mutuo per la casa crollata ed un affitto per altra casa. Un contesto bizzarro dove l'elemosina elargita, i più l'hanno dovuta utilizzare per pagarsi spese legali e di perizia, gente che sente di non aver più nulla neanche un futuro, consapevoli che passeranno anni sino a che giustizia giunga. Sono proprietari del nulla ma è quel nulla che rende tutto difficile, li restituisce ricchi per poter ottenere una casa popolare".
Da ultimo una domanda: quale strada dovranno percorrere le vittime di vico Piave?
"Sino ad oggi la nostra comunità si è fatta carico della messa in sicurezza di vico Piave; sono stati spesi 250.000 € per varie opere nella zona, non si comprende come non si riesca a reperire alloggi parcheggio per riunire sei famiglie che ancora oggi non sanno quale sarà il loro destino".
Alla pubblica amministrazione l'onere di rispondere.