Territorio
Grano duro: siccità e prezzi bassi mettono il settore in grave difficoltà
La denuncia e le proposte di LiberiAgricoltori
Matera - lunedì 29 luglio 2024
15.41
Le minori rese produttive dovute alla siccità o agli eventi climatici calamitosi e il prezzo più basso che viene riconosciuto ai cerealicoltori mette in grave crisi il settore per i produttori di grano duro. A questi dati si aggiungono le importazioni massicce e fuori controllo. Punta il dito su questa crisi Mimmo Viscanti, del Comitato di Presidenza di LiberiAgricoltori e responsabile della Filiera Grano Duro.
"Dopo siccità, alluvioni e grandine – dichiara Viscanti – le aziende agricole vengono colpite dal taglio degli aiuti comunitari e dalla burocrazia Europea e nazionale. Si aggiunge il caro gasolio, l'aumento incontrollato dei mezzi di produzione, dalle materie prime alla ricambistica per la meccanizzazione. Oggi, con il raccolto 2024 le aziende agricole del sud, per la grave ed endemica siccità sono allo stremo. Questo ha portato in alcune regioni come Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania a bassissime rese e nonostante l'ottima qualità il raccolto viene deprezzato dalle speculazioni sui prezzi dei cereali con i listini più bassi dell'ultimo decennio; ma anche le aziende del Nord hanno avuto i raccolti distrutti da grandine e alluvioni. A questo punto gli agricoltori e i cerealicoltori sono avviliti e stremati. Ormai la maggioranza delle aziende sta diventando preda delle banche, dei commercianti che forniscono le materie prime per lavorare e delle multinazionali dell'energia".
Viscanti chiede al Governo di "prendere provvedimenti immediati a favore delle aziende agricole italiane e in particolare a favore di quelle del settore cerealicolo. LiberiAgricoltori ha presentato al Tavolo di Filiera del Grano e al Sottosegretario Patrizio La Pietra, tre richieste da attivare nei tempi più brevi. Per prima cosa serve individuare le zone colpite dalle calamità e dare un ristoro sostanziale e diretto a tutte le aziende agricole che ricadono in quei territori. In particolare, per le aziende cerealicole va attivata una procedura che consenta prima di novembre di capitalizzare i ristori al fine di consentire alle aziende almeno di poter acquistare le materie prime per effettuare le semine. Come secondo atto il Governo deve farsi carico presso la Commissione Europea di predisporre una misura urgente che consenta di riattivare il set aside. Misura già prevista in passato in Europa e che in anni siccitosi, lasciando i terreni a riposo, ha permesso di salvare migliaia di aziende da situazioni critiche e che, appena passata la crisi, permetterà agli agricoltori di ripartire con lavorazioni. Infine LiberiAgricoltori – ha concluso Viscanti – impegna il Governo affinché chieda alla Commissione che siano imposti dazi all'importazione di grano duro pari alla stesso importo attualmente presenti sul grano tenero".
"Dopo siccità, alluvioni e grandine – dichiara Viscanti – le aziende agricole vengono colpite dal taglio degli aiuti comunitari e dalla burocrazia Europea e nazionale. Si aggiunge il caro gasolio, l'aumento incontrollato dei mezzi di produzione, dalle materie prime alla ricambistica per la meccanizzazione. Oggi, con il raccolto 2024 le aziende agricole del sud, per la grave ed endemica siccità sono allo stremo. Questo ha portato in alcune regioni come Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Campania a bassissime rese e nonostante l'ottima qualità il raccolto viene deprezzato dalle speculazioni sui prezzi dei cereali con i listini più bassi dell'ultimo decennio; ma anche le aziende del Nord hanno avuto i raccolti distrutti da grandine e alluvioni. A questo punto gli agricoltori e i cerealicoltori sono avviliti e stremati. Ormai la maggioranza delle aziende sta diventando preda delle banche, dei commercianti che forniscono le materie prime per lavorare e delle multinazionali dell'energia".
Viscanti chiede al Governo di "prendere provvedimenti immediati a favore delle aziende agricole italiane e in particolare a favore di quelle del settore cerealicolo. LiberiAgricoltori ha presentato al Tavolo di Filiera del Grano e al Sottosegretario Patrizio La Pietra, tre richieste da attivare nei tempi più brevi. Per prima cosa serve individuare le zone colpite dalle calamità e dare un ristoro sostanziale e diretto a tutte le aziende agricole che ricadono in quei territori. In particolare, per le aziende cerealicole va attivata una procedura che consenta prima di novembre di capitalizzare i ristori al fine di consentire alle aziende almeno di poter acquistare le materie prime per effettuare le semine. Come secondo atto il Governo deve farsi carico presso la Commissione Europea di predisporre una misura urgente che consenta di riattivare il set aside. Misura già prevista in passato in Europa e che in anni siccitosi, lasciando i terreni a riposo, ha permesso di salvare migliaia di aziende da situazioni critiche e che, appena passata la crisi, permetterà agli agricoltori di ripartire con lavorazioni. Infine LiberiAgricoltori – ha concluso Viscanti – impegna il Governo affinché chieda alla Commissione che siano imposti dazi all'importazione di grano duro pari alla stesso importo attualmente presenti sul grano tenero".