Religioni
Grande gioia a Matera per la visita di Papa Francesco
I suoi messaggi durante la messa. E poi la benedizione della mensa "Don Giovanni Mele"
Matera - domenica 25 settembre 2022
16.39
Accoglienza molto calorosa a Matera per Papa Francesco, in visita pastorale per la chiusura del congresso eucaristico nazionale dal titolo ''Torniamo al gusto del pane - Per una chiesa eucaristica e sinodale''.
Il Papa è atterrato in perfetto orario, alle ore 8.30, al campo scuola in via delle Nazioni Unite (in precedenza è atterrato con un Falcon dell'Aeronautica militare a Gioia del Colle perché le condizioni meteorologiche a Roma hanno sconsigliato la partenza in elicottero). Poi l'arrivo in papamobile allo stadio XXI Settembre - Franco Salerno dove è stato salutato con grande gioia dai circa 12mila presenti, accolto con lunghi applausi al suo passaggio in papa-mobile sul prato dell'impianto sportivo. Molto calorosa l'accoglienza della città di Matera che saluta un Pontefice dopo 31 anni, dalla visita pastorale di Giovanni Paolo II che si tenne il 27 aprile del 1991.
Dopo la parabola del ricco, Papa Francesco nella sua omelia ha puntato il dito: "le ingiustizie, le disparità, le risorse della Terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l'indifferenza verso il grido dei poveri, l'abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti". Nell'omelia sono stati costanti i riferimenti al tema del Congresso eucaristico, il pane, e Matera ha accolto con un'ovazione le parole dedicate alla "città del pane" da parte del Papa e del cardinale Matteo Zuppi, presidente
Nell'Angelus ha fatto tre riferimenti, uno all'Italia e tre alla situazione internazionale. Per l'Italia ha auspicato "più nascite, più figli", evitando qualsiasi riferimento alla campagna elettorale. Ha condannato l'uccisione di bambini in una scuola di Myanmar e ha pregato per il popolo dell'Ucraina e per i cristiani rapiti in Camerun. Questo il suo messaggio nell'Angelus:
Ci rivolgiamo alla Vergine Maria, Donna eucaristica. A Lei affidiamo il cammino della Chiesa in Italia, perché in ogni comunità si senta il profumo di Cristo Pane vivo disceso dal Cielo. Io oserei oggi chiedere per l'Italia: più nascite, più figli. E invochiamo la sua materna intercessione per i bisogni più urgenti del mondo.
Penso, in particolare, al Myanmar. Da più di due anni quel nobile Paese è martoriato da gravi scontri armati e violenze, che hanno causato tante vittime e sfollati. Questa settimana mi è giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Si vede che è la moda, bombardare le scuole, oggi, nel mondo! Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato! Queste tragedie non devono avvenire!
Maria, Regina della Pace, conforti il martoriato popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducano alla fine della guerra.
Mi unisco all'appello dei Vescovi del Camerun per la liberazione di alcune persone sequestrate nella Diocesi di Mamfe, tra cui cinque sacerdoti e una religiosa. Prego per loro e per le popolazioni della provincia ecclesiastica di Bamenda: il Signore doni pace ai cuori e alla vita sociale di quel caro Paese.
Oggi, in questa domenica, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Rinnoviamo l'impegno per edificare il futuro secondo il disegno di Dio: un futuro in cui ogni persona trovi il suo posto e sia rispettata; in cui i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta possano vivere in pace e con dignità. Perché il Regno di Dio si realizza con loro, senza esclusi. È anche grazie a questi fratelli e sorelle che le comunità possono crescere a livello sociale, economico, culturale e spirituale; e la condivisione di diverse tradizioni arricchisce il Popolo di Dio. Impegniamoci tutti a costruire un futuro più inclusivo e fraterno! I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati.
Prima di ripartire, c'è stato un brevissimo fuori programma. Al termine della messa celebrata nello stadio, in auto il Pontefice è stato accompagnato alla nuova mensa della carità dedicata a don Giovanni Mele, fondatore della prima mensa per i poveri di Matera. Il Papa è sceso dall'auto e si è soffermato qualche minuto all'interno della nuova struttura diocesana, distante poche centinaia di metri dallo stadio, insieme all'arcivescovo Pino Caiazzo. La benedizione della ''Casa della fraternità Don Giovanni Mele'' era prevista inizialmente nel programma ufficiale ma poi era stata cancellata per accorciare la durata della visita. Vista la breve distanza, questo momento è stato ripristinato e si è tenuto ugualmente, con accoglienza calorosa e festosa da parte dei materani lungo le strade del percorso.
Il Papa è atterrato in perfetto orario, alle ore 8.30, al campo scuola in via delle Nazioni Unite (in precedenza è atterrato con un Falcon dell'Aeronautica militare a Gioia del Colle perché le condizioni meteorologiche a Roma hanno sconsigliato la partenza in elicottero). Poi l'arrivo in papamobile allo stadio XXI Settembre - Franco Salerno dove è stato salutato con grande gioia dai circa 12mila presenti, accolto con lunghi applausi al suo passaggio in papa-mobile sul prato dell'impianto sportivo. Molto calorosa l'accoglienza della città di Matera che saluta un Pontefice dopo 31 anni, dalla visita pastorale di Giovanni Paolo II che si tenne il 27 aprile del 1991.
Dopo la parabola del ricco, Papa Francesco nella sua omelia ha puntato il dito: "le ingiustizie, le disparità, le risorse della Terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l'indifferenza verso il grido dei poveri, l'abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti". Nell'omelia sono stati costanti i riferimenti al tema del Congresso eucaristico, il pane, e Matera ha accolto con un'ovazione le parole dedicate alla "città del pane" da parte del Papa e del cardinale Matteo Zuppi, presidente
Nell'Angelus ha fatto tre riferimenti, uno all'Italia e tre alla situazione internazionale. Per l'Italia ha auspicato "più nascite, più figli", evitando qualsiasi riferimento alla campagna elettorale. Ha condannato l'uccisione di bambini in una scuola di Myanmar e ha pregato per il popolo dell'Ucraina e per i cristiani rapiti in Camerun. Questo il suo messaggio nell'Angelus:
Ci rivolgiamo alla Vergine Maria, Donna eucaristica. A Lei affidiamo il cammino della Chiesa in Italia, perché in ogni comunità si senta il profumo di Cristo Pane vivo disceso dal Cielo. Io oserei oggi chiedere per l'Italia: più nascite, più figli. E invochiamo la sua materna intercessione per i bisogni più urgenti del mondo.
Penso, in particolare, al Myanmar. Da più di due anni quel nobile Paese è martoriato da gravi scontri armati e violenze, che hanno causato tante vittime e sfollati. Questa settimana mi è giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Si vede che è la moda, bombardare le scuole, oggi, nel mondo! Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato! Queste tragedie non devono avvenire!
Maria, Regina della Pace, conforti il martoriato popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducano alla fine della guerra.
Mi unisco all'appello dei Vescovi del Camerun per la liberazione di alcune persone sequestrate nella Diocesi di Mamfe, tra cui cinque sacerdoti e una religiosa. Prego per loro e per le popolazioni della provincia ecclesiastica di Bamenda: il Signore doni pace ai cuori e alla vita sociale di quel caro Paese.
Oggi, in questa domenica, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Rinnoviamo l'impegno per edificare il futuro secondo il disegno di Dio: un futuro in cui ogni persona trovi il suo posto e sia rispettata; in cui i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta possano vivere in pace e con dignità. Perché il Regno di Dio si realizza con loro, senza esclusi. È anche grazie a questi fratelli e sorelle che le comunità possono crescere a livello sociale, economico, culturale e spirituale; e la condivisione di diverse tradizioni arricchisce il Popolo di Dio. Impegniamoci tutti a costruire un futuro più inclusivo e fraterno! I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati.
Prima di ripartire, c'è stato un brevissimo fuori programma. Al termine della messa celebrata nello stadio, in auto il Pontefice è stato accompagnato alla nuova mensa della carità dedicata a don Giovanni Mele, fondatore della prima mensa per i poveri di Matera. Il Papa è sceso dall'auto e si è soffermato qualche minuto all'interno della nuova struttura diocesana, distante poche centinaia di metri dallo stadio, insieme all'arcivescovo Pino Caiazzo. La benedizione della ''Casa della fraternità Don Giovanni Mele'' era prevista inizialmente nel programma ufficiale ma poi era stata cancellata per accorciare la durata della visita. Vista la breve distanza, questo momento è stato ripristinato e si è tenuto ugualmente, con accoglienza calorosa e festosa da parte dei materani lungo le strade del percorso.