Vita di città
Gli innumerevoli problemi dei Sassi
La denuncia di Enzo Di Pede, abitante culturale
Matera - lunedì 1 dicembre 2014
13.19
Si torna a parlare dei Sassi. L'abitante culturale dei Sassi, Enzo Di Pede, scrive a Materalife con l'intento di denunciare e portare all'attenzione dell'opinione pubblica la realtà "volutamente dimenticata dagli amministratori locali" degli antichi rioni e la situazione in cui versano.
"Occorrerebbe prendere una posizione netta nei confronti di chi fa delle menzogne, del proprio interesse e del proprio dispotismo, il suo modus vivendi. Chi vive nei rioni Sassi da tempo riceve solo diktat, non sa se può camminare, respirare, amare, tornare a casa e rilassarsi tra le proprie mura domestiche. Abbiamo consumato inchiostro a iosa per anni, denunciando, proponendo e chiedendo la reale attenzione per la dignità umana e il rispetto delle regole del vivere civile".
La denuncia del signor Di Pede si sofferma sulle operazioni di rimessa a nuovo della città nei giorni propedeutici alla visita della Commissione Europea:"A conferma della bontà della nostra 'lista della spesa' e della sua concreta fattibilità, abbiamo constatato che buona parte delle nostre richieste è stata realizzata nei pochi giorni precedenti la visita della commissione per la nomination della Capitale europea della cultura 2019. La filosofia della pulizia affidata al maggiordomo che mette in ordine solo quando arrivano ospiti è oramai storia vecchia e consolidata".
Di Pede, citando le parole del sindaco secondo il quale "è vero che con il passare del tempo sono mutati i bisogni di chi opera e vive nei Sassi, ma è arrivato il momento di mettere un freno alla presenza dei veicoli", gli ricorda che il problema degli antichi rioni non si esaurisce in quello della mobilità: "I neo amici del tramezzino, che frequentano le stanze del potere, non hanno riferito ai loro interlocutori che il problema negli antichi rioni non è solo la mobilità, ma l'abbandono dei lavori pubblici, con pericoli per la pubblica e privata incolumità, gli interventi effettuati in spregio alle norme di recupero, con pavimentazioni di cemento "provvisorie" in via Madonna delle Virtù o definitive in alcune zone con scalinate e vicinati scivolosi con materiale che nulla ha a che fare con le nostre vecchie 'chiancarelle'".
"Il triste elenco è sempre ben nutrito, come la gestione familiare del bene pubblico. Un esempio è il Complesso del Casale di circa 3 mila mq, parzialmente abbandonato all'incuria con persiane e finestre aperte o divelte, alla mercé dei colombi e di occupanti abusivi. O la vedova ottantenne materana sfrattata e trasferita in un alloggio 'parcheggio' nella Civita in cima a 50 scale senza servizi igienici, che nel 2014 usa ancora, con decenza parlando, il quandro/pitale!!!".
E ancora, "i crolli diffusi segnalati ma da sempre ignorati, i lampioni rotti e mai sostituiti, le lampade bianche che fanno dei magici Sassi una periferia squallida di una grande città industriale, concessioni di aree per iniziative private senza verifica dello stato dei luoghi al termine dell'evento. O le varie sperimentazioni effettuate senza pubblicare alcun risultato sulla base del quale programmare il futuro! Quale OPEN FUTURE? Se è anche questo, non depone bene. La provvisorietà genera solo confusione e clientele. Per non parlare dello sperpero di milioni di euro rivenienti da finanziamenti europei per siti internet di interesse storico turistico culturale non più attivi. La Corte dei Conti che fa?".
E, infine, l'abitante culturale si sofferma anche sulla mobilità, segnalando "le telecamere dei vari varchi nel centro storico e nei Sassi, che non hanno mai funzionato!!! Abbiamo pagato una tassa di 30 euro per un pass che non è servito a nulla, né al transito necessario per tornare a casa, né al parcheggio che nei momenti critici non ci è stato mai garantito. Se non è truffa legalizzata, cos'è? Non è data nemmeno la possibilità ai pochi vigili urbani di poter fare il loro lavoro con apparecchiature adatte. Si usa ancora un blocco note per elencare i possessori dei mitici pass. Altro che OPEN DATA".
Al signor Di Pede non rimane che l'amara constatazione che "dopo la breve parentesi per la nomination, nei Sassi è tornata la desolazione, l'abbandono, il degrado ambientale e sociale. Con il calare del sole non circola più nessuno, gli eventi oramai si fanno sul Piano, negli antichi rioni solo disagi e restrizioni. Ve lo siete chiesti perché le due iniziative in onore della nomination di Matera a capitale della cultura si sono svolte nelle due piazze centrali? E' normale che nessuno scenda nei Sassi, se nei Sassi non c'è niente. Anzi mentre il centro pedonale si riempiva di cittadini festanti, i 'cittadini dei Sassi' non potevano neanche tornare a casa e nemmeno attraversare la strada per la realizzazione di riprese in cui dei bolidi a motore rombavano e sfrecciavano ininterrottamente fino alle tre del mattino per una sorta di 'Italian race'. Questo significa togliere le macchine dai Sassi?".
La lunga nota stampa non risparmia neanche la nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019: "A proposito delle attese per il 2019, avete mai letto il contenuto del dossier? Vi hanno mai spiegato chi c'è dietro i progetti principali candidati? Leggete e meditate, altro che migliaia di posti di lavoro di berlusconiana memoria! I nostri figli o saranno costretti ad adeguarsi alle realtà locali chinando il capo o andranno via! Noi non dobbiamo permetterlo!".
"Mutuo alcune affermazioni espresse dallo storico materano Raffaello De Ruggieri, il quale, nel suo ultimo intervento, auspica che il prossimo governo cittadino non faccia spegnere l'entusiasmo della città e che utilizzi "rinnovamento sociale, crescita culturale e innovazione tecnologica per attivare sane politiche del lavoro" che accrescano davvero il benessere di tutta la comunità, perché nel 2020 "o la città avrà costruito le condizioni per l'auspicata "rivoluzione" urbana e per uno stabilizzato sviluppo produttivo e occupazionale o avrà tragicamente perduto l'occasione storica offerta dal conquistato primato europeo".
Di Pede, dunque, conclude la lettera con un appello a tutti i cittadini materani: "Trarre le conclusioni da tutto quanto detto è semplice. L'immobilismo perpetrato dal Palazzo di Città incline alla provvisorietà, all'indecisione e alla gestione clientelare della cosa pubblica ci porta dritti verso la seconda opzione. Dissimulare la realtà, trasformarla con artifici (vedi i nuovi marciapiedi di facciata), offuscarla gettando fumo negli occhi, non può più ingannare lo sguardo attento e disperato di molti senza che gli animi si infiammino. Credo che davvero sia giunto il momento in cui il "bos lassus" affondi il piede più fermamente per restituire ai materani l'orgoglio e la dignità di un popolo già riconosciuti dall'Europa e dal mondo intero, Matera capitale della cultura e patrimonio dell'umanità. Spesso abbiamo pensato di realizzare un sogno, cercando di prenderci cura della nostra città e dei Sassi, ma abbiamo constatato che "Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia".
"Occorrerebbe prendere una posizione netta nei confronti di chi fa delle menzogne, del proprio interesse e del proprio dispotismo, il suo modus vivendi. Chi vive nei rioni Sassi da tempo riceve solo diktat, non sa se può camminare, respirare, amare, tornare a casa e rilassarsi tra le proprie mura domestiche. Abbiamo consumato inchiostro a iosa per anni, denunciando, proponendo e chiedendo la reale attenzione per la dignità umana e il rispetto delle regole del vivere civile".
La denuncia del signor Di Pede si sofferma sulle operazioni di rimessa a nuovo della città nei giorni propedeutici alla visita della Commissione Europea:"A conferma della bontà della nostra 'lista della spesa' e della sua concreta fattibilità, abbiamo constatato che buona parte delle nostre richieste è stata realizzata nei pochi giorni precedenti la visita della commissione per la nomination della Capitale europea della cultura 2019. La filosofia della pulizia affidata al maggiordomo che mette in ordine solo quando arrivano ospiti è oramai storia vecchia e consolidata".
Di Pede, citando le parole del sindaco secondo il quale "è vero che con il passare del tempo sono mutati i bisogni di chi opera e vive nei Sassi, ma è arrivato il momento di mettere un freno alla presenza dei veicoli", gli ricorda che il problema degli antichi rioni non si esaurisce in quello della mobilità: "I neo amici del tramezzino, che frequentano le stanze del potere, non hanno riferito ai loro interlocutori che il problema negli antichi rioni non è solo la mobilità, ma l'abbandono dei lavori pubblici, con pericoli per la pubblica e privata incolumità, gli interventi effettuati in spregio alle norme di recupero, con pavimentazioni di cemento "provvisorie" in via Madonna delle Virtù o definitive in alcune zone con scalinate e vicinati scivolosi con materiale che nulla ha a che fare con le nostre vecchie 'chiancarelle'".
"Il triste elenco è sempre ben nutrito, come la gestione familiare del bene pubblico. Un esempio è il Complesso del Casale di circa 3 mila mq, parzialmente abbandonato all'incuria con persiane e finestre aperte o divelte, alla mercé dei colombi e di occupanti abusivi. O la vedova ottantenne materana sfrattata e trasferita in un alloggio 'parcheggio' nella Civita in cima a 50 scale senza servizi igienici, che nel 2014 usa ancora, con decenza parlando, il quandro/pitale!!!".
E ancora, "i crolli diffusi segnalati ma da sempre ignorati, i lampioni rotti e mai sostituiti, le lampade bianche che fanno dei magici Sassi una periferia squallida di una grande città industriale, concessioni di aree per iniziative private senza verifica dello stato dei luoghi al termine dell'evento. O le varie sperimentazioni effettuate senza pubblicare alcun risultato sulla base del quale programmare il futuro! Quale OPEN FUTURE? Se è anche questo, non depone bene. La provvisorietà genera solo confusione e clientele. Per non parlare dello sperpero di milioni di euro rivenienti da finanziamenti europei per siti internet di interesse storico turistico culturale non più attivi. La Corte dei Conti che fa?".
E, infine, l'abitante culturale si sofferma anche sulla mobilità, segnalando "le telecamere dei vari varchi nel centro storico e nei Sassi, che non hanno mai funzionato!!! Abbiamo pagato una tassa di 30 euro per un pass che non è servito a nulla, né al transito necessario per tornare a casa, né al parcheggio che nei momenti critici non ci è stato mai garantito. Se non è truffa legalizzata, cos'è? Non è data nemmeno la possibilità ai pochi vigili urbani di poter fare il loro lavoro con apparecchiature adatte. Si usa ancora un blocco note per elencare i possessori dei mitici pass. Altro che OPEN DATA".
Al signor Di Pede non rimane che l'amara constatazione che "dopo la breve parentesi per la nomination, nei Sassi è tornata la desolazione, l'abbandono, il degrado ambientale e sociale. Con il calare del sole non circola più nessuno, gli eventi oramai si fanno sul Piano, negli antichi rioni solo disagi e restrizioni. Ve lo siete chiesti perché le due iniziative in onore della nomination di Matera a capitale della cultura si sono svolte nelle due piazze centrali? E' normale che nessuno scenda nei Sassi, se nei Sassi non c'è niente. Anzi mentre il centro pedonale si riempiva di cittadini festanti, i 'cittadini dei Sassi' non potevano neanche tornare a casa e nemmeno attraversare la strada per la realizzazione di riprese in cui dei bolidi a motore rombavano e sfrecciavano ininterrottamente fino alle tre del mattino per una sorta di 'Italian race'. Questo significa togliere le macchine dai Sassi?".
La lunga nota stampa non risparmia neanche la nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019: "A proposito delle attese per il 2019, avete mai letto il contenuto del dossier? Vi hanno mai spiegato chi c'è dietro i progetti principali candidati? Leggete e meditate, altro che migliaia di posti di lavoro di berlusconiana memoria! I nostri figli o saranno costretti ad adeguarsi alle realtà locali chinando il capo o andranno via! Noi non dobbiamo permetterlo!".
"Mutuo alcune affermazioni espresse dallo storico materano Raffaello De Ruggieri, il quale, nel suo ultimo intervento, auspica che il prossimo governo cittadino non faccia spegnere l'entusiasmo della città e che utilizzi "rinnovamento sociale, crescita culturale e innovazione tecnologica per attivare sane politiche del lavoro" che accrescano davvero il benessere di tutta la comunità, perché nel 2020 "o la città avrà costruito le condizioni per l'auspicata "rivoluzione" urbana e per uno stabilizzato sviluppo produttivo e occupazionale o avrà tragicamente perduto l'occasione storica offerta dal conquistato primato europeo".
Di Pede, dunque, conclude la lettera con un appello a tutti i cittadini materani: "Trarre le conclusioni da tutto quanto detto è semplice. L'immobilismo perpetrato dal Palazzo di Città incline alla provvisorietà, all'indecisione e alla gestione clientelare della cosa pubblica ci porta dritti verso la seconda opzione. Dissimulare la realtà, trasformarla con artifici (vedi i nuovi marciapiedi di facciata), offuscarla gettando fumo negli occhi, non può più ingannare lo sguardo attento e disperato di molti senza che gli animi si infiammino. Credo che davvero sia giunto il momento in cui il "bos lassus" affondi il piede più fermamente per restituire ai materani l'orgoglio e la dignità di un popolo già riconosciuti dall'Europa e dal mondo intero, Matera capitale della cultura e patrimonio dell'umanità. Spesso abbiamo pensato di realizzare un sogno, cercando di prenderci cura della nostra città e dei Sassi, ma abbiamo constatato che "Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia".