Associazioni
Femminicidi, a Matera il lancio di una campagna antiviolenza
In concomitanza con la Giornata mondiale a tutela delle donne
Matera - giovedì 22 novembre 2018
11.46
Domenica 25 novembre, alle ore 17,00, presso Palazzo Gattini, a Matera, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere, il C.A.I. Centro Antiviolenza Italiano inaugurerà la Campagna Antiviolenza "Dalle parole ai fatti: per un mondo migliore".
Presente al lancio della campagna Vito Gioviale, fratello di Grazia, una vittima lucana di femminicidio.
E anche la Basilicata è segnata da tanti lutti. "Una mattanza che non ha risparmiato neanche la nostra regione, la Basilicata, dove i femminicidi, i loro tentativi, i casi di violenza domestica e di stalking fanno sentire il loro peso - scrive Ivana Giudice, presidente del Centro Antiviolenza Italiano -. E, il nostro pensiero non può non andare ad Angela Ferrara di Cersosimo, uccisa a settembre di quest'anno dal marito, poi morto suicida, che in uno dei suoi ultimi post scriveva "Se davvero m'ami, non raccogliermi". O a Grazia Gioviale, Elisa Claps, Anna Rosa Fontana, Vita Maria Farina, Valentina Stella, Maryna Novozhylova. Donne tutte uccise da mani assassine".
"Perché una campagna antiviolenza? Riteniamo che non basti più denunciare gli episodi di violenza - spiega - pur rimanendo la denuncia un elemento indispensabile e prioritario. E' diventato necessario impegnarsi per arginare questa vergogna della violenza sulle donne, dal momento che pensare di poter rimuovere le cause e le condizioni sembra essere diventata una chimera. La sequenza dei femminicidi registratasi negli ultimi anni, ma anche di espisodi di violenza domestica, stupri e stalking, mostra un Paese dove i diritti e la dignità delle donne sono calpestati continuamente".
Secondo Ivana Giudice, oltre alle campagne, occorre "garantire risposte concrete alle donne che denunciano la violenza ed anche a coloro che hanno paura di denunciare, non solo offrendo opportunità di riscatto economico e sociale, non solo educando al rispetto della persona e dei diritti delle donne, per contrastare gli stereotipi di genere alla base di una visione errata del ruolo di donne e di uomini nella società. Ma, garantendo alle donne misure adeguate che servano da deterrente agli uomini nel commettere questi tipi di reati di genere, tra cui necessariamente nuove leggi che assicurino corsie preferenziali nelle indagini penali, celerità dei processi, massima severità delle pene, impossibilità di accedere a riti alternativi, esclusione delle circostanze attenuanti". Un'altra proposta è l'introduzione nelle scuole di ogni ordine e grado, la materia dell'educazione al contrasto della violenza di genere.
Presente al lancio della campagna Vito Gioviale, fratello di Grazia, una vittima lucana di femminicidio.
E anche la Basilicata è segnata da tanti lutti. "Una mattanza che non ha risparmiato neanche la nostra regione, la Basilicata, dove i femminicidi, i loro tentativi, i casi di violenza domestica e di stalking fanno sentire il loro peso - scrive Ivana Giudice, presidente del Centro Antiviolenza Italiano -. E, il nostro pensiero non può non andare ad Angela Ferrara di Cersosimo, uccisa a settembre di quest'anno dal marito, poi morto suicida, che in uno dei suoi ultimi post scriveva "Se davvero m'ami, non raccogliermi". O a Grazia Gioviale, Elisa Claps, Anna Rosa Fontana, Vita Maria Farina, Valentina Stella, Maryna Novozhylova. Donne tutte uccise da mani assassine".
"Perché una campagna antiviolenza? Riteniamo che non basti più denunciare gli episodi di violenza - spiega - pur rimanendo la denuncia un elemento indispensabile e prioritario. E' diventato necessario impegnarsi per arginare questa vergogna della violenza sulle donne, dal momento che pensare di poter rimuovere le cause e le condizioni sembra essere diventata una chimera. La sequenza dei femminicidi registratasi negli ultimi anni, ma anche di espisodi di violenza domestica, stupri e stalking, mostra un Paese dove i diritti e la dignità delle donne sono calpestati continuamente".
Secondo Ivana Giudice, oltre alle campagne, occorre "garantire risposte concrete alle donne che denunciano la violenza ed anche a coloro che hanno paura di denunciare, non solo offrendo opportunità di riscatto economico e sociale, non solo educando al rispetto della persona e dei diritti delle donne, per contrastare gli stereotipi di genere alla base di una visione errata del ruolo di donne e di uomini nella società. Ma, garantendo alle donne misure adeguate che servano da deterrente agli uomini nel commettere questi tipi di reati di genere, tra cui necessariamente nuove leggi che assicurino corsie preferenziali nelle indagini penali, celerità dei processi, massima severità delle pene, impossibilità di accedere a riti alternativi, esclusione delle circostanze attenuanti". Un'altra proposta è l'introduzione nelle scuole di ogni ordine e grado, la materia dell'educazione al contrasto della violenza di genere.